in

Fiat 850 Spider: storia e caratteristiche

Una scoperta davvero gradevole e briosa, ecco la Fiat 850 Spider.

Fiat 850 Coupé
Immagine da screen shot video Motors Corner TV

La Fiat 850 Spider è un’auto storica simpatica, che nei raduni suscita sempre una certa dose di curiosità. Questa vettura scoperta porta la firma di Giorgetto Giugiaro, autore del suo stile per Bertone. Guardando i lineamenti, si capisce che ci ha messo le mani un grande maestro del design italiano. Presentata insieme alla versione coupé nel mese di marzo del 1965, fu commercializzata dalla casa torinese fino al 1973. Il numero presente nella sigla racconta senza giri di parole da quale modello discende, ma la personalità è completamente diversa e molto più esaltante. 

L’indole sportiva ne fece un mezzo appetibile per la clientela giovanile, che sulla Fiat 850 Spider, con una certa dose di fantasia, poteva sognare le emozioni di auto scoperte più costose e inaccessibili. Nella prima serie, rimasta in listino fino al 1968, il motore era il quattro cilindri in linea della 850 berlina. Uguale la cilindrata, di 843 centimetri cubi, ma la potenza cresceva a 49 cavalli a 6500 giri al minuto, per assecondare meglio la particolare missione della graziosa variante en plein-air. Questa poteva raggiungere una velocità massima di 145 km/h, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 17.7 secondi.

Poi il motore fu portato a quota 903 centimetri cubi, con 52 cavalli di potenza. Le prestazioni se ne giovarono, anche se non in misura mostruosa. Rimase pressoché identico il tempo sullo scatto da 0 a 100 km/h, mentre la velocità massima si spinse a 150 km/h. La maggiore cilindrata fu un dono della seconda serie, battezzata Fiat 850 Sport Spider. Questa fu immessa sul mercato nel 1968 e portò alcune novità stilistiche al modello. Interventi che ne appesantirono il look, come i fari verticali e i nuovi paraurti, più massici di prima. Un dazio dovuto alle normative statunitensi del tempo, che sporcarono lo stile anche degli esemplari europei.

Fiat 850 Spider: un capriccio accessibile

Nelle diverse declinazioni, la compatta spider torinese seppe regalare emozioni, con le sue prestazioni più che dignitose e con i suoi costi di esercizio sostenibili anche per chi non aveva un conto in banca da nababbo. Quanti non si accontentavano della dotazione base e cercavano un allestimento più sfizioso, potevano optare per la versione “tipo lusso”, più generosa nelle finiture e nella cura dei dettagli. Buona l’accoglienza che il mercato riservò alla Fiat 850 Spider. La piccola sportiva torinese piacque anche dall’altra parte dell’Oceano. Negli Stati Uniti, con una certa dose di generosità, qualcuno la chiamò “Little Ferrari”, forse per alcuni dettagli estetici che evocavano vagamente quelli delle sculture dinamiche del “cavallino rampante”.

Molto compatte le dimensioni dell’auto. Ecco i dati: lunghezza 3782 mm, larghezza 1498 mm, altezza 1220. Se lo sviluppo verticale era in linea con quello di alcune sportive da sogno del periodo, per il resto le distanze risultavano siderali, come sul piano tecnico e prestazionale del resto. Ma la Fiat 850 Spider non voleva certo fare la concorrenza a Ferrari e Lamborghini, collocate in altre galassie. Il suo scopo era quello di regalare il piacere del brio a prezzi contenuti. Con lei, molti appassionati poterono finalmente coronare il sogno di concedersi una vettura spider a due posti secchi. Discreto il brio, agevolato dal peso a vuoto di 725 chilogrammi. Al piacere di guida concorreva il lavoro svolto dalle sospensioni a ruote indipendenti. Oggi la Fiat 850 Spider si vede spesso nei raduni di auto d’epoca e guadagna sempre le sue attenzioni.