Con la fine del mese di aprile prenderà il via un lungo periodo di cassa integrazione per lo stabilimento Maserati di Grugliasco. Il sito produttivo torinese, infatti, sarà fermo, con ricorso agli ammortizzatori sociali, dal 28 aprile al prossimo 30 maggio. Lo stop segue un provvedimento analogo arrivato per lo stabilimento di Mirafiori con ben sei settimane di cassa integrazione.
A distanza di due mesi dalla visita di Tavares al polo torinese, avvenuta sul finire del mese di febbraio, sembrano essere cambiate molte cose. Gli stabilimenti di Grugliasco e di Mirafiori hanno registrato un netto rallentamento delle attività produttive e le novità promesse, per il momento, sono rimaste su carta.
Da notare, inoltre, che anche la nuova Fiat 500 Elettrica, che doveva rappresentare il fulcro delle attività di Mirafiori, non ha convinto. La vettura è passata ad un turno solo di lavoro (anche a causa di problemi con le forniture di batterie) ed è lontanissima dall’obiettivo delle 300 unità prodotte all’anno.
Da notare, inoltre, che anche lo stabilimento Comau di Grugliasco sarà in cassa integrazione. Il provvedimento durerà ben 9 settimane e, come comunicato dall’azienda ai sindacati , è legato ad un calo delle commesse automotive in particolare per quanto riguarda le commesse relative al gruppo Stellantis.
Il commento della Fiom
Edi Lazzi, segretario generale di Fiom Cgil Torino, commenta così le ultime notizie: “Siamo preoccupati per il futuro dei lavoratori Comau e per la presenza delle sue qualificate produzioni storicamente insediate sul territorio torinese” C’è preoccupazione anche per quanto riguarda lo stabilimento Maserati.
Continua Lazzi: “Sono tutti segnali negativi, le istituzioni locali, nazionali e Draghi in particolar modo, devono capire che se si vuole salvare l ‘economia cittadina bisogna avere un piano preciso di investimenti da effettuare sul settore automotive e sull’energia pulita, quindi andare da Tavares, forti di un progetto, per chiedere volumi produttivi sufficienti a saturare gli impianti. Francamente non è comprensibile il perché non lo stiano facendo”.
I piani di Stellantis per il futuro del polo torinese
C’è grande incertezza sul futuro degli stabilimenti di Mirafiori e Grugliasco da cui, come conferma anche la cassa integrazione di Comau, dipendono svariate altre aziende con un indotto che, di mese in mese, registra un continuo ricorso ad ammortizzatori sociali nella speranza di un rilancio della filiera automotive.
Nel recente incontro con i sindacati italiani, Stellantis ha confermato gli impegni per gli stabilimenti del nostro Paese, senza però entrare nei dettagli di quelle che saranno le tempistiche legate all’arrivo dei nuovi modelli. Nel polo piemontese, dopo la partenza della produzione della Fiat 500 Elettrica (ancora lontanissima dai target produttivi) si attendono ulteriori novità.
Come confermano le recenti foto spia, sono iniziati i test sulla nuova generazione di GranTurismo, modello che secondo il piano industriale dovrebbe debuttare già nel corso del 2021 e fare da apripista anche al debutto della GranCabrio. Per ora, invece, si sono perse le tracce delle nuove generazioni di Quattroporte e Levante (previste rispettivamente per il 2022 e il 2023 stando al piano industriale del Tridente).
E’ chiaro che per rilanciare le vendite servirà un’accelerazione, netta e decisa, degli investimenti. Il polo torinese ha bisogno di tornare a produrre e di farlo con costanza. Dopo i tanti ritardi, Stellantis sarà chiamata a confermare finalmente gli impegni. Ricordiamo, infine, che entro la fine dell’anno in corso o al massimo nel 2022 ci sarà il piano industriale che dovrebbe ufficializzare tutti i nuovi modelli in arrivo in Italia.
Per ora, in attesa di maggiori dettagli, non ci resta che registrare l’ennesima notizia che conferma il ritorno della cassa integrazione negli stabilimenti italiani del gruppo. Continuate a seguirci per tutti gli aggiornamenti.