La Lancia Dedra è una berlina a tre volumi di classe media prodotta dal 1989 al 1999. Un decennio nel quale non ha fatto impazzire la gente, ma il modello ha interpretato bene la sua missione, che non era quella di far strappare le vesti. Lo stile dell’auto, firmato da I.De.A Institute, ha unito in modo dignitoso i temi della classe e della funzionalità, senza eccessi.
Questa vettura ha preso il posto della Prisma nel listino della casa torinese. Per la Lancia Dedra, gli uomini sul ponte di comando del gruppo Fiat, optarono per un sistema di sinergie industriali, utile ad abbattere i costi. Da qui la scelta di un pianale unico, condiviso con la Fiat Tipo, la Fiat Tempra e l’Alfa Romeo 155.
Ognuno dei quattro modelli di classe media appartenenti a questa famiglia fu opportunamente differenziato. Il risultato? Delle auto di spiccata personalità, orientate a particolari target di clientela, diversi fra loro. La Lancia Dedra puntava a chi voleva distinguersi con stile e l’accoglienza del mercato fu buona.
Lancia Dedra: apprezzata sul mercato
I volumi produttivi risultarono alti e diedero soddisfazione ai vertici aziendali, con un buon responso anche all’estero, in particolare in Francia. Pure in Germania le cifre furono interessanti. Il look concorse senz’altro al gradimento della media a tre volumi della casa torinese.
Bello il frontale, che interpretava in chiave nuova l’identità del brand. Gradevole la coda, molto lineare nella sua esecuzione. Riuscita anche l’interpretazione del profilo laterale che, pur se pulito e gradevole, risultava un po’ ingessato, forse a causa delle dimensioni relativamente compatte. Ecco le cifre: lunghezza 4.34 metri, larghezza 1.70 metri, altezza 1.43 metri.
Raffinatezza e comfort
Come al solito, trattandosi di una Lancia, l’allestimento dell’abitacolo era all’insegna della qualità, con l’uso di materiali di un certo livello, come l’Alcantara. Il design della plancia e, più in generale, degli spazi interni, risultava gradevole e raffinato, in linea con l’indole di quest’auto, considerata da alcuni come una Thema in scala.
Pur senza ricorrere a soluzioni straordinariamente sfarzose, la Lancia Dedra dava l’impressione di essere un’automobile di prestigio e ben equipaggiata. Cose che certamente piacevano alla clientela, coccolata pure dal livello di comfort del modello. Non era un’ammiraglia di rappresentanza come la sorella maggiore, ma la berlina a tre volumi di classe media della casa torinese regalava una bella immagine.
Aspirata, turbo ed anche Station Wagon
La gamma iniziale delle motorizzazioni era articolata in quattro unità propulsive: tre cuori a benzina da 1.6, 1.8 e 2.0 litri e un cuore turbodiesel da 1.9 litri. Poi giunsero la 2.0 litri a benzina sovralimentata, quella con cambio automatico e quella a trazione integrale, quest’ultima al vertice della gamma coi suoi 180 cavalli e 215 km/h di velocità massima. Inizialmente tutti i motori a benzina erano a due valvole per cilindro, prima di cedere il passo alle successive unità a quattro valvole per cilindro.
Le declinazioni LE, LS, LX disegnavano i vari livelli di allestimento, pensati per soddisfare le specifiche esigenze degli acquirenti. Nel 1994 giunse una leggera rivisitazione estetica, con l’arrivo di gruppi ottici posteriori di colore diverso e di una calandra con listelli cromati. Interventi di piccola chirurgia estetica, sufficienti però a dare una rinfrescata al look. Ovviamente il trattamento non risparmiò gli interni, con modifiche di dettaglio.
Ben più vistoso il cambiamento introdotto con l’esordio sul mercato della versione Station Wagon. Il riuscito design della “giardinetta” e la sua grande praticità resero gradita sul mercato anche questa variante della Lancia Dedra, la cui parentesi produttiva giunse al capolinea nel 1999, quando fu lanciata sul mercato la sua erede: la Lancia Lybra. In totale furono prodotti 418.084 esemplari.