Si fa peccato a porle accanto una con l’altra? Probabilmente si, ma forse no se perlomeno si accenna ad un confronto stilistico e prestazionale che esula da quello emozionale. Due Ferrari a confronto: da un lato la mitica F40 dell’altrettanto mitologico ingegnere Nicola Materazzi, dall’altro la F50 dell’iconico Pietro Camardella.
Se ad un primo impatto l’ampia ala posteriore può essere indicata come elemento congiungente fra le due Ferrari, la cifra che differenzia la denominazione è indice di un set di ulteriori differenze che pongono su binari differente la F40 e la F50 del Cavallino Rampante. Di certo entrambe riconducono a un modo d’essere Ferrari romantico e d’altri tempi.
Paragoni azzardati
Azzardare un paragone appare quindi difficile, ma fornire l’idea di un parallelismo corretto è necessario. Si può dire che l’idea passa di padre in figlio: la F40 è una sportivissima vera fortemente voluta da Enzo Ferrari, la F50 è invece nei desideri più profondi di Piero Ferrari che vuole proporre una Formula 1 stradale.
Alla base della F40 c’è uno e un solo uomo che si circonda di poche braccia per affinare ogni particolare e rendere la F40 un prodotto unico: è l’ingegner Materazzi. La Ferrari F40, nata nel 1987 ma prodotta fino al 1998, è opera sua in ogni dettaglio e derivava fortemente dalla GTO Evoluzione sempre concepita dallo stesso Materazzi. La sua impostazione spartana è frutto di concezioni specifiche che avvicinavano la F40 ad una vera e propria auto da corsa; la vettura viene apprezzata e ammirata subito, tanto che gli iniziali 400 esemplari previsti salgono prima a 1.000 e grazie all’omologazione statunitense a 1.337 vetture realizzate.
La vettura prodotta per i 40 anni dalla fondazione del Cavallino Rampante si contrappone quindi al progetto della F50 destinataria invece delle celebrazioni per il 50esimo anno di età (sebbene sia arrivata due anni prima della data tonda). La F50 viene prodotta dal 1995 al 1997 in soli 349 esemplari. Al contrario della F40 che adoperava un più tradizionale telaio a traliccio tubolare con rinforzi in kevlar, la F50 vede nei 10 anni di giovinezza l’adozione di un più moderno telaio in fibra di carbonio adottato per la prima volta su di una Ferrari stradale.
Propulsori differenti
Differente è anche l’impostazione in termini di propulsore. La F40 adopera un V8 sovralimentato da 478 cavalli e l’impressioannte coppia di 577 Nm a 4000 giri al minuto: i 200 chilometri orari si raggiungono in circa 11 secondi ricevendo una corposa mazzata sulla schiena. Impressionante la velocità massima per l’epoca pari a 326 km/h: al debutto era la vettura stradale più veloce sulla faccia della terra. Va diversamente invece sulla F50 dove il Cavallino Rampante adotta il V12 aspirato a bancate strette derivato dal medesimo propulsore di Formula 1: la cilindrata viene portata a 4,7 litri con 520 cavalli erogati.
Per ultimo, la F50 possedeva una linea più morbida rispetto alla F40 governata da ragionamenti aerodinamici che culminavano in un tripudio di iconiche prese NACA. Sempre la F50 presentava inoltre un’impostazione da barchetta, visto che all’occorrenza si poteva escludere il tetto. Il parallelismo ci sta, ma le differenze inducono ad amarle entrambe.