Il primo maggio 2021 è passato e se ne andata l’ennesima “festa dei lavoratori”. Una giornata dedicata ai lavoratori che a Melfi è stata una giornata di assemblee, con gli operai dello stabilimento Stellantis di Località San Nicola a Melfi, che vivono ore tribolate dalle problematiche non indifferenti che emergono costantemente in fabbrica.
E sul sito di informazione locale Basilicata24.it vengono riportate alcune testimonianze ed alcuni commenti di operai seriamente preoccupati per il futuro e con il morale che inevitabilmente è sotto i piedi.
Stellantis Melfi, cosa sta succedendo?
Stop alla produzione dal 3 maggio al 10 maggio a Melfi. Cassa integrazione per gli operai quindi. E ricorso agli ammortizzatori sociali che viene previsto fino a fine maggio in base alle esigenze e alle eventualità aziendali. Non è certo un quadro positivo quello che viene fuori dalla situazione dello stabilimento ex FCA di Melfi.
Ma non è certo solo la Basilicata e il suo polo produttivo di località San Nicola di Melfi ad essere al centro delle problematiche di Stellantis. Eppure era sotto altri auspici che Stellantis era nato. La fusione tra i francesi di Peugeot e gli italiani di Fiat Chrysler Automobiles, da cui è nato il 4° produttore di auto al Mondo, cioè Stellantis, lasciava credere ad un cambio di tendenza almeno dal punto di vista del lavoro in fabbrica.
Invece il ricorso agli ammortizzatori sociali è ancora come prima e forse anche di più di prima. La crisi del mercato dovuta al Covid, la carenza di componentistica e anche il fatto che i francesi hanno confermato per voce del Ceo Carlos Tavares che in Italia vanno abbattuti i costi di produzione, tagliando gli sprechi, sono i motivi di una situazione critica e probabilmente in ebollizione.
I sindacati infatti monitorano attentamente, chiedono audizioni, partecipano alle riunioni, anche se apparentemente risultato non ne vengono fuori se non quelli che molti considerano interessi propri delle parti sociali. Le promesse di tenere in considerazioni i sindacati nelle decisioni prese dai vertici aziendali, che per molti sembrano gli unici risultati raggiunti per esempio nel vertice del 15 aprile scorso a Torino, ai lavoratori oltre che interessare poco, non bastano più.
Tra l’altro appare quanto meno fuori luogo e particolare il fatto che si programmano periodi di cassa integrazione, si ferma la produzione e si parla di crisi ma nei giorni precedenti questi avvenimenti o successivi agli ammortizzatori sociali, si amplia la produzione di auto negli stabilimenti. Infatti se da un lato si apre alla cassa integrazione per tutto il mese di maggio, da un altro lato si parla di aumento dell’impostato su ogni turno a partire dal 12 maggio, con ben 15 autoveicoli in più.
Ed è eloquente che ieri i musi erano lunghi per i lavoratori che sono stati interessati da assemblee in cui si è parlato proprio della situazione, con dure critiche anche per l’operato delle parti sociali come dimostrano i commenti a margine delle assemblee stesse di ieri primo maggio.
Ecco la voce di un operaio, esempio lampante del malessere
Forse non c’è giorno migliore per parlare di problemi di lavoro per gli operai di quello che può essere il primo maggio, giorno tradizionalmente dedicato ai lavoratori ed alle vecchie battaglie vinte.
“Tocca a noi farci sentire, se aspettiamo i sindacati siamo fritti”, questo un allarmante e particolare commento di un operaio proveniente ieri da Melfi e riportato dal sito Basilicata24.it.
Le assemblee organizzate dai sindacati ieri primo maggio a Melfi non hanno stemperato il clima e rasserenato gli animi degli operai, molti dei quali si sentono traditi dai loro stessi rappresentanti sindacali. “I segretari provano a rassicurare dicono che non ci saranno licenziamenti, che non ci sarà il taglio della linea di cui si parla già da tempo, ma sulla base di cosa dovremmo fidarci di queste rassicurazioni?” questo il pensiero generalizzato che emerge a margine delle assemblee di ieri.
Tra l’altro le parole dei leader sindacali arrivano in concomitanza con le dichiarazioni del Premier Draghi che di fatto ha escluso interventi dello Stato in Stellantis, che è una delle cose che i sindacati chiedevano visto che il governo francese le mani in Stellantis le ha messe immediatamente dopo la nascita del gruppo.
L’operaio che ha manifestato il suo disappunto sul sito prima citato può essere considerato lo specchio di quello che inizia ad essere un malumore generalizzato.
“A Melfi c’è stato un Consiglio comunale, in Consiglio regionale se n’è parlato, ma proprio l’attore sindacale sembra fermo sulle gambe in questo momento. Da un lato la cassa integrazione, dall’altro l’aumento di autovetture al rientro. Ma che senso ha”, questo lo sfogo dell’operaio che poi arriva a lanciare un appello a tutti i suoi colleghi.
“Cari colleghi tocca a noi operai alzare il livello dell’attenzione sui problemi a Melfi, sta a noi promuovere un’ora di sciopero a settimana per discutere e mettere su un presidio davanti ai cancelli durante la cassa integrazione, dal 3 al 10. Tocca a noi far sentire la nostra voce, magari anche davanti al Ministero, a Roma. Se aspettiamo i nostri segretari siamo fritti”, questo l’appello dell’operaio.