La Lancia Beta Coupé era una declinazione sportiva di una gamma di vetture prodotte dalla casa torinese tra il 1972 e il 1984. Il modello fu lanciato nel 1973 e si caratterizzava per una linea densa di carattere, frutto dell’estro creativo di Piero Castagnero, che aveva già firmato lo stile della Fulvia Coupé. A differenza di quella, non ebbe una luminosa carriera nel mondo dei rally, ma entrò ugualmente nel cuore di tanti.
Il merito dell’interesse suscitato nella gente era in buona parte ascrivibile alla qualità del suo design, improntato ad una forte personalità espressiva. La Lancia Beta Coupé prese forma, complessivamente, in 10.468 esemplari: non pochi per la particolare tipologia di prodotto. Una prova ulteriore del gradimento messo all’incasso sul mercato.
Il muso era aggressivo, la coda muscolare. Ottima l’esecuzione del profilo, che interpretava bene lo slancio delle auto prestazionali, almeno nello specifico segmento di mercato. Non solo muscoli, però. L’abitacolo, infatti, pur avendo un’impronta chiaramente sportiva, godeva di ottime finiture e garantiva un adeguato livello di comfort, anche se le due poltrone dietro non regalavano certo la stessa abitabilità di una Rolls-Royce.
Personalità ed energia meccanica
Gli spazi abitabili della Lancia Beta Coupé erano stati sviluppati in modo specifico, senza alcun punto in comune con la versione berlina. Del resto, la missione delle due auto era completamente diversa; differente era anche il target di clientela. Per una vettura di tale impatto scenico i motori dovevano essere per forza all’altezza. I vertici della casa automobilistica torinese puntarono inizialmente su due vivaci unità propulsive bialbero.
La più piccola era di 1592 centimetri cubi e sviluppava una potenza massima di 109 cavalli. Il motore più grosso aveva invece una cilindrata di 1756 centimetri cubi ed erogava una potenza massima di 119 cavalli. Nel 1975 giunse la seconda serie della Lancia Beta Coupé. Gli unici cambiamenti estetici riguardarono la nuova versione da 2 litri, che spinse più in alto il baricentro della famiglia.
Si trattava di modifiche di piccolo taglio, la più vistosa delle quali era il diverso trattamento dei fari anteriori, ora coperti da un unico vetro. Il quadro propulsivo assumeva un’altra veste, con due rimpiazzi. L’unità da 1.6 litri scendeva a 1585 centimetri cubi, con 100 cavalli di potenza. Il motore da 1.8 litri lasciava il passo a un cuore da 1995 centimetri cubi, anch’esso, come gli altri, a quattro cilindri, con 119 cavalli all’attivo.
Lancia Beta Coupé: evoluzione continua
Ulteriore cambiamento nel 1976, con l’arrivo di una versione da 1297 centimetri cubi, con 82 cavalli di potenza, battezzata 1300 Coupé. Questa era facilmente riconoscibile per i fari senza carenatura, la mascherina nera e le cornici delle finestrature nella stessa tinta. Risale al 1978 lo sbarco in società della terza serie della Lancia Betà Coupé. Ora tutti i modelli della gamma usavano la calandra della 2000 e il rialzo del suo cofano motore. Quattro erano i fari anteriori, tutti con cornice nera.
Non si registravano cambiamenti sul piano motoristico, mentre l’abitacolo fu sottoposto a una sostanziosa rivisitazione, per recuperare un rapporto migliore con la modernità. Altri cambiamenti nel look giunsero con il restyling del 1981, voluto dai vertici aziendali. Fra le novità, una mascherina ispirata a quella della più recente Delta e un piccolo spoiler disposto sul cofano posteriore. All’interno della Lancia Beta Coupé crebbe l’uso di materiali plastici: scelta non proprio apprezzata dai cultori del modello, ma era un segno dei tempi.
Da segnalare l’aumento di cilindrata del propulsore più piccolo, passato da 1297 a 1367 centimetri cubi, con potenza massima cresciuta a 84 cavalli. Interventi interessarono anche l’unità motoristica al vertice della serie, quella da 2 litri, che venne dotata di iniezione elettronica e che vide crescere la potenza massima da 119 a 122 cavalli. Ancora più energica la successiva Lancia Beta Coupé Volumex da 1995 centimetri cubi, dotata di compressore volumetrico Roots, in grado di esprimere la bellezza di 136 cavalli. Questa versione sublimò lo spirito sportivo del modello, accompagnandolo verso l’uscita di scena, avvenuta nel 1984.