La Fiat 28-40 HP prese il posto della 24-40 HP ed ebbe tra i suoi più prestigiosi interpreti in gara un uomo che si è ritagliato uno spazio nella storia dell’automobilismo mondiale: Vincenzo Lancia. Sì, proprio lui, il fondatore della Lancia, casa che ha scritto pagine indelebili nell’antologia delle quattro ruote.
Con questo grande personaggio al volante, la Fiat 28-40 HP prese parte alla sfida sul circuito di Brescia, per la Coppa Florio del 1906. Non è un refuso: il genio di don Vincenzo Florio, ideatore della Targa Florio, trovò applicazione, agli inizi del secolo scorso, nella competizione automobilistica lombarda, ad opera dello stesso autore. La denominazione della sfida bresciana fu il frutto della decisione del mitico cavaliere di istituire un premio di 50 mila lire, abbinato ad una coppa dell’artista parigino Polak.
Quell’impegno in corsa fece scaturire una miscela preziosa, unendo nomi di grande prestigio. Non tutti sanno che Vincenzo Lancia, detto “Censin”, fu anche pilota. In questa veste prese parte, fra le altre, alla Targa Florio del 1907, disputata sul Grande Circuito delle Madonie, in Sicilia, giungendo secondo al traguardo, alle spalle di Felice Nazzaro. Sempre al volante di una Fiat, come per il vincitore. Si trattava della stessa Fiat 28-40 HP, in versione Corsa Targa Florio.
Fiat 28-40 HP: caratteristiche
Questa vettura montava un motore a doppio blocco di grossa cilindrata. Più nel dettaglio, era un cuore a quattro cilindri da 7358 centimetri cubi, che spingeva l’auto verso una velocità massima variabile da 75 a 85 km/h, in base all’allestimento. La versione portata in gara da Vincenzo Lancia era quella con l’interasse minore, ma alla clientela veniva offerta la possibilità di scegliere il modello in altre due declinazioni: allungata e superallungata.
La destinazione d’uso orientava le inclinazioni degli acquirenti. Per le sfide automobilistiche si preferiva la più compatta e leggera versione a passo corto, che garantiva maggiore agilità e minori consumi: aspetti importanti nell’economia di gara. A questi prestava molta attenzione la declinazione corsa del modello, portata in gara, fra gli altri, dai già citati Vincenzo Lancia e Felice Nazzaro.
La Fiat 28-40 HP, costruita dal 1907 al 1908, era stata concepita come veicolo di classe media, inserito in una gamma dove a prevalere erano, in quella fase storica, le auto di alta gamma. Fra le sue innovative caratteristiche merita di essere menzionato il sistema di accensione a magnete ad alta tensione.
Altre curiosità sulla Fiat 28-40 HP
La lunghezza del modello variava in base all’allestimento, in un ventaglio da 4410 mm a 4610 mm. Anche per la larghezza era così, con un range da 1740 mm a 1940 mm. Costante l’altezza, pari a 1650 mm. Dati ancora mutevoli sul fronte del peso, con cifre variabili da 1035 a 1070 kg.
Dopo la Fiat 28-40 HP, nel listino della casa torinese, giunse la 35-45 HP, costruita nel biennio 1908-1909. Questa era una vettura più orientata al lusso, che puntava a soddisfare la richiesta proveniente dai mercati esteri, in particolare dagli Stati Uniti e dall’Australia.
Tornando alla Fiat 28-40 HP, nota anche come Fiat 28-40 HP Corsa Targa Florio, questa era dotata di un sistema frenante raffreddato ad acqua, per far fronte ai problemi di surriscaldamento, molto ricorrenti nelle sfide agonistiche. Diversi i successi raccolti dal modello, che ha scritto il suo nome nelle pagine più romantiche dell’automobilismo d’annata. Anche Vincenzo Lancia deve tanto a quella vettura. Forse non fu un caso se quell’uomo e quella macchina si ritrovarono insieme. A volte il destino invia dei chiari segnali.