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Il mercato auto italiano arretra di mezzo secolo: decrescita infelice

La spinta degli incentivi prenotati prima dell’esaurimento dei fondi dovrebbe continuare nella prima metà di maggio

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Vendite di macchine nuove a picco: vedi qui. Attenzione perché gli ecobonus per le auto pulite (elettriche e ibride plug-in) dureranno fino a metà maggio: questa la previsione di Gian Primo Quagliano, del Centro Studi Promotor. Da lì in poi, per il mercato auto italiano si aprirà una crisi ben più severa di quella del primo quadrimestre di quest’anno.

Morale: il 2021 potrebbe chiudere il suo consuntivo anche molto al di sotto del risultato catastrofico del 2020 in cui, con 1.381.646 auto vendute, si ritornò ai livelli di 50 anni fa, cioè degli anni ’70 del secolo scorso. Il rischio? Precipitare addirittura sui livelli degli anni ’60 del secolo scorso. Con tutto quello che ne consegue anche per il prodotto interno lordo del Paese su cui l’incidenza dell’auto e del suo indotto tocca il 12,5%, dice Quagliano.

Il calo di aprile 2021 su aprile 2019 è ancora più pesante di quanto dicano i numeri. Con la consueta lucidità di analisi, Quagliano evidenzia un punto scottante: nel 2019 non erano in vigore incentivi per le vetture più richieste, che sono quelle con emissioni di CO2 da 61 a 135 gr/km; mentre dal 1° gennaio 2021 erano in vigore incentivi per questa fascia di autovetture per 250 milioni di euro.

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Mercato auto italiano in attesa del Recovery Fund?

Insomma, una decrescita infelice. Per una nazione dove l’amore sconfinato per l’auto è testimoniato da come gli italiani sbranano gli incentivi per benzina e diesel efficienti. Ovviamente, restano nel piatto i soldi per le ricaricabili: specie le elettriche sono troppo costose. In un Paese sofferente per la pandemia di Covid. C’è da capire, aggiungiamo, se davvero gli italiani vogliano questo. 

Comunque, l’Esecutivo ha inviato il proprio Piano alla Commissione europea per avere i soldi della rinascita (sono prestiti). Da qui, l’Italia potrebbe ripartire di slancio. Ma si può aspettare i 248 miliardi del Recovery Fund? No, per Quagliano. Per due eccellenti ragioni.

  • I tempi sarebbero troppo lunghi.
  • Il Piano Draghi sostanzialmente ignora l’auto.

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