A partire da oggi, 3 maggio, e fino al prossimo 10 maggio lo stabilimento di Melfi resterà fermo come comunicato la scorsa settimana da Stellantis. Il gruppo ha già esteso la cassa integrazione fino al 30 maggio confermando, quindi, il prolungamento della situazione di crisi del sito produttivo lucano che che dallo scorso febbraio è alle prese con la “crisi dei chip” e con il calo della domanda in arrivo dal mercato europeo.
La situazione di Melfi sembra quasi non avere soluzione. Al momento, Stellantis si è limitata a ricorrere agli ammortizzatori sociali senza proporre un piano alternativo per affrontare l’emergenza che rischia di avere un impatto enorme sui livelli occupazionali sia nel sito lucano, che comprende oltre 7 mila addetti, che nelle aziende dell’indotto.
In merito alla situazione, in queste ore arriva un dura presa di posizione dei sindacati che, da tempo, chiedono chiarezza a Stellantis e un intervento da parte delle istituzioni, a partire dal Governo, totalmente assenti sulla questione in questi mesi. Per Melfi, ad oggi, c’è grande incertezza e la preoccupazione negli ambienti sindacali.
Marco Lomio della Uil-Uilm dichiara “dopo la riunione del 15 aprile a Torino vorremmo capire realmente quali sono i piani futuri legati a Melfi e poterci confrontare con l’azienda. Invece continua ad essere intaccato il salario dei lavoratori”. Sulla questione, Riccardo Evangelista della Fim-Cisl aggiunge: “Sappiamo che ci potranno essere altre fermate per questo sarebbe opportuno un intervento del governo, per ora assente da questo confronto che non riguarda solo Melfi, Stellantis e l’occupazione nel Sud, ma tutto il settore auto del Paese”.
Ricordiamo che il 1° maggio si sono svolte alcune assemblee a Melfi con i lavoratori che hanno esternato tutto il loro malcontento in merito ad una situazione che diventa sempre più complicata ed incerta.
Cosa sta succedendo a Melfi
La situazione produttiva di Melfi è cambiata radicalmente nel giro di pochi mesi. Fino allo scorso anno, infatti, FCA prevedeva un netto incremento della produzione nello stabilimento grazie agli investimenti del “Piano Italia” che ha portato all’avvio della produzione della Compass nello stabilimento lucano e, successivamente, anche delle varianti ibride di Compass e Renegade.
Ricordiamo che FCA aveva annunciato un incremento della produzione da febbraio a Melfi. Successivamente, è subentrata la crisi dei chip che ha portato notevoli problemi con le forniture. Melfi è stato uno degli stabilimenti più colpiti con stop produttivi registrati già dallo scorso mese di gennaio.
Dal mese di febbraio, Stellantis ha fatto ricorso alla cassa integrazione più volte fino all’ultimo annuncio che ha portato il provvedimento a coprire tutto il mese di maggio. Come confermato dai sindacati, inoltre, nel corso delle prossime settimane saranno possibili ulteriori fermi produttivi visto che il problemi con i fornitori non sono ancora stati risolti.
Da parte di Stellantis, al momento, non ci sono soluzioni. Il gruppo non ha ancora annunciato alcuna misura concreta per risolvere la questione e potrebbe “accontentarsi” di fare ricorso alla cassa integrazione per superare questo periodo minimizzando i danni. Per i lavoratori, invece, c’è il rischio di dover affrontare ancora molti mesi difficili.