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Stellantis Melfi: nuova Cig dall’11 maggio costa 500 euro ad operaio

Nota di Fim, Uilm e Fisimic che si lamentano della cassa distribuita solo sul turno di notte.

stellantis

A Melfi nello stabilimento ex Fca ed oggi Stellantis tagliano il lavoro notturno. È quello che asseriscono i sindacati Fim, Uilm e Fismic con una nota ed è quello che si legge sul Corriere della Sera. E come se non bastasse, rimbalzano informazioni che riguardano sempre Melfi e sempre la cassa integrazione, vero problema che preoccupa l’universo dei lavoratori dello stabilimento della Basilicata.

Il 10 ripartirà la produzione bloccata dal 3 maggio, ma dall’11 maggio si parla di nuove fermate a squadre.

La nota di Fim, Uilm e Fismic, ogni operaio perde 500 euro

“L’ultima beffa è stata la comunicazione della cassa integrazione di maggio che non solo riduce ulteriormente le giornate lavorative ma per scelta aziendale, da noi contestata, è stata distribuita solo sul turno notturno. Non erano questi gli impegni presi lo scorso 15 aprile”, questo ciò che le tre sigle sindacali con una nota unitaria hanno diramato a mezzo stampa.

Il riferimento è alla chiusura della produzione che è nato per un mix di fattori tra crisi del mercato dovuta al Covid e carenza di componentistica, anche in questo caso collegata all’emergenza mondiale della pandemia.

In pratica, la carenza di componenti, nello specifico i microchip delle centraline, non permette a Stellantis di arrivare a garantire la produzione dei suoi modelli e questo è un problema serio che ha portato alla chiusura ed alla cassa integrazione nello stabilimento di località San Nicola a Melfi. E gli scenari che già oggi sono ab bastanza cupi, sembrano non proporre niente di buono per il futuro, tanto è vero che sempre nella nota congiunta i sindacati prima citati arrivano a proporre un autentico appello.

“Ci vorrebbe un grande senso di responsabilità da parte di tutti per affrontare il difficile presente e l’incerto futuro, ma purtroppo registriamo da parte di Stellantis scelte unilaterali, che non preservano il diritto al lavoro e al salario dei lavoratori. È il momento che Stellantis, oltre a dirci cosa vuole davvero fare, e in tal senso sarà importante il prossimo incontro nazionale di maggio, si fermi e faccia un vero passo indietro altrimenti nelle prossime ore il sindacato lucano farà un passo in avanti mettendo in campo ogni azione sindacale necessaria per gridare al mondo intero che Melfi c’è e che i lavoratori di Melfi vanno rispettati”, questo l’appello dei sindacati che manifestano, come si legge sul Corriere della Sera, la paura che si arrivi ad uno stop al lavoro notturno anche per l’estate, allungando quello attuale limitato a tre sole settimane.

Ancora cassa integrazione a maggio, ecco i nuovi stop

Scenari cupi dicevamo e così già si apre a nuove fermate della produzione sempre a Melfi e sempre per Stellantis. Infatti come sembra emergere da fonti vicine ai sindacati, sono in arrivo nuove fermate della produzione allo stabilimento Stellantis di Melfi. Nel dettaglio le fermate riguarderanno:

  • Periodo 11-14 maggio stop per la squadra A; 
  • Periodo 19-21 maggio stop per la squadra B;
  • Periodo 26-28 maggio stop per la squadra C.

La notizia sembra sia stata confermata dai vertici aziendali direttamente ai sindacati tramite Conference Call. Il motivo di questo ennesimo ricorso agli ammortizzatori sociali organizzato a scaglioni è sempre lo stesso di prima, ovvero crisi di mercato e mancanza dei microchip.

La mancanza di un piano aziendale definitivo poi, inizia ad essere meno rigido nel senso che qualcosa dai vertici aziendali inizia a fuoriuscire. Infatti sempre nella stessa Conference Call l’azienda sembra abbia confermato ai sindacati che tra i programmi produttivi per lo stabilimento lucano ci saranno sia il modello Jeep Compass che tutti i modelli ibridi. Ciò che verrà limitato invece sarà il programma sulle motorizzazioni classiche sia per la Fiat 500X che per la Jeep Renegade.

Tornando alla cassa integrazione, come detto nel paragrafo precedente, fa specie che le nuove fermate sono relative al terzo turno, che poi è quello che fa crescere la retribuzione degli operai.

Queste fermate sul terzo turno incidono come detto, in maniera drastica sui salari dei lavoratori, che a maggio dovranno fare i conti anche con la fermata totale dal 3 al 10 maggio. E la stessa posizione delle prima citate Fim, Uilm e Fismic è quella anche delle altre sigle come Fiom, UglM ed Aqcf.

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