Su quattro appuntamenti disputati fin qui sono già due le débâcle che hanno avuto per protagonista incolpevole un Antonio Giovinazzi che pare bersaglio di un’Alfa Romeo Racing che fa errori a rotazione quando si tratta di pit stop e strategie: macro dettagli probabilmente nemmeno così frequenti nelle categorie minori.
Se a questi due disastri si aggiunge il problema ad una visiera a strappo che ha caratterizzato il Gran Premio di Imola di Giovinazzi (ma in quel caso l’Alfa Romeo non ha colpe, per carità…) e l’essere stato quasi sbattuto fuori da Kimi Raikkonen sul lungo rettifilo di Portimao, allora questa primissima fase di campionato per Antonio non configura niente di buono.
Ancora errori ai box
Giovinazzi sembra essere diventato il bersaglio di un’Alfa Romeo Racing che aveva già sbagliato ai box con lui in Bahrain e che è caduta nel medesimo errore anche ieri a Barcellona. Bisognerebbe comprendere che direzione prendere e probabilmente Frederic Vasseur dovrebbe cominciare a prendere le redini di un team che ha bisogno di smetterla di confezionare errori perfettamente evitabili. Il problema di ieri al Montmelò pare sia stato relativo ad una valvola rotta che ha afflosciato l’anteriore sinistra di Giovinazzi ancora prima di essere installata sulla sua C41. Un problema che ha fornito al povero Antonio una sosta eterna lunga oltre 35 secondi.
Se l’anticipo della sosta grazie alla Safety Car entrata per mettere in sicurezza l’AlphaTauri di Tsunoda avrebbe potuto rappresentare un vantaggio per il giovane pilota di Martina Franca, così non è stato visto che ha configurato l’avvio del calvario. Insomma, dopo quanto successo in Bahrain (dove all’interno delle quattro termocoperte c’era una Pirelli diversa dalle altre tre…), la questione si è ripetuta anche al Montmelò. L’Alfa Romeo Racing ha messo in mostra ancora evidenti problemi nella gestione dei pit stop che per la seconda volta (quest’anno) colpiscono ancora Antonio Giovinazzi.
Il dato statistico che colpisce puntualmente Giovinazzi secondo molti non è più riconducibile ad una sfortuna plateale. Di certo c’è che la questione inizia a provocare dubbi che non fanno bene a nessuno, di maggiormente certo c’è che l’Alfa Romeo Racing dovrebbe prendere i provvedimenti necessari. Come se non bastasse, Giovinazzi è stato ulteriormente penalizzato da un segnale acceso sul suo volante che gli imponeva di rientrare in un certo “delta” nella rincorsa alla Safety Car che non poteva essere libera. Si tratta di un corretto strumento di sicurezza utile a preservare i commissari che stanno intervenendo lungo il percorso, ma non è chiaro perché il segnale non si sia mai spento e non è chiaro perché il team non sia stato in grado di prendere in mano la questione nonostante Antonio avesse chiesto a più riprese di porre la giusta attenzione sulla questione.
L’Alfa Romeo ne perde?
Se effettivamente oggi come oggi il team di Formula 1 rappresenta una caratterizzazione del marchio gestito da Stellantis e da Jean-Philippe Imparato e non un costruttore reale, bisogna capire se eventi avversi di tale portata possano portare effetti negativi su un marchio che sta provando a risollevarsi dopo anni di crisi. A tal proposito ci sarebbe da capire se il management dell’Alfa Romeo si sia in qualche modo interessato mai alla questione.
In ogni caso la gara di Antonio Giovinazzi era ormai stata rovinata e una necessaria seconda sosta ha escluso ogni possibilità di ripresa. Di certo non si può dire che a Raikkonen sia andata meglio visto che il finlandese ha percorso 37 giri con le Soft dopo almeno 10 tornate di consistenti lamenti sulla resa delle sue Pirelli ormai alla frutta. Quattro appuntamenti ancora a zero punti, nonostante la C41 sia destinataria di doti parecchio interessanti che l’Alfa Romeo Racing non riesce a capitalizzare.
Su Antonio Giovinazzi il discorso è diverso. L’italiano non è un fermo, visto che nelle categorie minori ha mostrato doti cristalline, visto che lo scorso anno ha dimostrato di essere un mago delle partenze e di stare agevolmente davanti a Raikkonen in Qualifica esattamente come fatto fin qui quest’anno. Antonio deve dimostrare qualcosa alla Ferrari che possiede un set di talenti provenienti dalla Driver Academy che potrebbero prendere il suo posto: ma se gliene combinano una ogni domenica è ovvio che può affidarsi solo ai Santi con la speranza che qualcuno gli dia l’ascolto necessario. Di certo Antonio non si merita tutto questo, sia chiaro. Per favore, date a Giovinazzi ciò che è di Giovinazzi.