Tutto parte da una multa che il Garante della concorrenza ha appioppato ad Autostrade per l’Italia. Rea, secondo l’Antitrust, di non aver abbassato i pedaggi in autostrada nonostante le code fortissime su alcuni tratti. Adesso ecco l’idea: Non si pagano i pedaggi se ci sono incolonnamenti di un certo peso. L’iniziativa è stata lanciata dal capogruppo del Partito democratico ligure, Luca Garibaldi.
Non a caso in Liguria, da sempre terra dove si formano ingorghi notevoli. Per la conformazione del territorio, la presenza di gallerie, la necessità di lavori di manutenzione molto importanti.
Il provvedimento non è ancora stato discusso, ma ha già riscosso successo a Roma. Dalla Liguria alla Città Eterna è un attimo: se in Parlamento l’iniziativa attecchisce, allora può divenire realtà.
Target: eliminare i pedaggi autostradali, in maniera automatica e sistematica, in caso di lavori, ritardi e ripercussioni sulla viabilità. Il cittadino paga per viaggiare. Se circola male, se subisce forti stress, va risarcito. Come? Cancellando in toto la tariffa autostradale.
Autostrade date in concessione dallo Stato ai privati
In materia, c’è il sì del deputato genovese del Movimento 5 Stelle, Roberto Traversi: “La situazione ligure non è neanche più commentabile. Numerosi gli sforzi che ho fatto quando ancora ero sottosegretario all’allora ministero delle Infrastrutture e trasporti per trovare una soluzione; ma non c’è nessuna soluzione utile a ridurre i disagi per i cittadini”. Così, “per innumerevoli motivi legati alle concessioni stesse, non ci è possibile intervenire”.
Traversi mette nel mirino i gestori. Che, lo ricordiamo, prendono la rete in concessione dallo Stato. Va tuttavia detto che è lo stesso ministero delle Infrastrutture a imporre i lavori alle concessionarie. Insomma, un ginepraio burocratico-amministrativo italiano dal quale è difficilissimo uscire.
Può darsi che ci sia la mancata programmazione dei lavori negli anni. Per la la negligenza dei concessionari nel non aver pianificato la manutenzione negli anni, come dice Traversi. Col risultato che il M5S depositerà una proposta di legge alle Camere per la tutela del consumatore.