Le regole sulle tempistiche dei verbali sono molto semplici. Dalla notifica, si hanno 60 giorni per pagare. Se versi il dovuto fra il 1° e il 5° giorno, paghi con lo sconto del 30%, ma questa riduzione non si applica alle violazioni per cui è prevista la sanzione accessoria della confisca del veicolo, e la sospensione della patente: lo dice l’articolo 102 del Codice della Strada. Fra il 6° e il 60° giorno, paghi il 100%. Tuttavia attenzione se il verbale non indica l’importo esatto da pagare con sconto, ossia se non indica il 70% del totale, allora la contravvenzione è nulla.
Una normativa giusta, confermata fra l’altro dalla Cassazione: la contestazione della violazione tramite verbale deve poter consentire l’esercizio del diritto di oblazione. Se non mi viene dato questo diritto, allora mi attivo. In due modi.
O faccio ricorso al Prefetto entro 60 giorni dalla notifica (percorso gratuito e consigliato), nel luogo in cui è stata fatta la multa.
Oppure faccio ricorso al Giudice di Pace entro 30 giorni. Ma pagando 43 euro di tassa allo Stato. Che dovrebbe essermi restituita dall’ente accertatore dopo la mia vittoria. Strada non consigliata: tanto vale rivolgersi al Prefetto, visto che la vittoria è certa e le possibilità di raddoppio automatico della multa per la sconfitta stanno a zero.
Chi fa da sé rischia di pagare il doppio della multa
Va nei guai chi fa i conti da solo, sbaglia, paga un importo diverso. Ossia: il verbale non indica l’importo del 70% da pagare entro 5 giorni per ottenere lo sconto. Faccio i calcoli da me: penso di essere nel giusto e verso il dovuto. Occhio: se l’importo è sbagliato, devo di nuovo pagare la multa, raddoppiata, visto che nel frattempo sono trascorsi 60 giorni.
Un’ultima raccomandazione. Anche pagando con lo sconto, devi sempre comunicare alle Forze dell’ordine il nome del guidatore, se ti viene richiesto: a lui toglieranno i punti della patente. Se non lo fai, versi la multa supplementare di 300 euro.