L’Alfa Romeo 145 porta la firma di Chris Bangle e sfoggia una forte identità stilistica, anche se il look è improntato ad un ricerca da cui è scaturito un linguaggio espressivo diverso da quello rituale del marchio del “biscione”.
Questa vettura, prodotta dal 1994 al 2001 a Pomigliano d’Arco, è giunta sul mercato per rimpiazzare la 33, insieme alla berlina a cinque porte 146. L’Alfa Romeo 145 era un’automobile a tre porte e due volumi, che strizzava l’occhio ai giovani, con la sua linea di taglio sportiveggiante. In totale fu prodotta in circa 222 mila esemplari. Numero che prese forma prevalentemente sul mercato italiano. Il Belpaese fece la parte del leone nel suo destino commerciale.
Le motorizzazioni scelte per il modello
La spinta, nella parte iniziale del suo cammino di mercato, faceva capo alle unità boxer a quattro cilindri da 1351, 1536 e 1712 centimetri cubi. Il più grosso dei tre si giovava della distribuzione a sedici valvole. Queste le rispettive potenze: 90, 103 e 129 cavalli. Notevoli le performance assicurate dal propulsore più grosso, che consentiva all’Alfa Romeo 145 di coprire l’accelerazione da 0 a 100 km/h in 9.8 secondi e di raggiungere una velocità massima di 200 km/h.
Nel 1997, al posto dei boxer giunsero i nuovi motori Twin Spark, ossia con sistema a doppia accensione, molto più efficienti dei precedenti, anche in termini di consumi. In questa veste, sull’Alfa Romeo 145, l’unità da 1370 centimetri cubi regalava 103 cavalli di potenza massima, con un passaggio da 0 a 100 km/h in 11.2 secondi e una punta velocistica di 185 km/h.
Il propulsore da 1598 centimetri cubi spingeva con la forza di 120 cavalli, per uno 0-100 km/h in 10.2 secondi e 195 km/h di andatura di frontiera. Ancora meglio andava la 145 con il motore da 1747 centimetri cubi, che elargiva 140 cavalli di potenza massima, consentendo all’auto del “biscione” di accelerare da 0 a 100 km/h in 9.2 secondi e di raggiungere un picco velocistico di 205 km/h.
Alfa Romeo 145 Quadrifoglio da 2.0 litri
Posizione al vertice della gamma per il potente cuore da 1970 centimetri cubi dell’Alfa Romeo 145 2.0i 16V Twin Spark Quadrifoglio che, dall’alto dei suoi 150 cavalli, regalava alla compatta berlina un passaggio da 0 a 100 km/h in 8.4 secondi e una velocità massima di 210 km/h. Era la stessa unità che animava le danze delle sportive GTV e Spider.
Nella gamma della 145 non sono mancate le propulsioni a gasolio. Dal 1994 al 1999 il compito di rappresentare la specie fu affidato a un turbodiesel a iniezione diretta da 90 cavalli. Dal 1999, questo cuore fu rimpiazzato da un motore JTD a iniezione diretta Common Rail da 105 cavalli. Le performance ne beneficiavano notevolmente, con uno scatto da 0 a 100 km/h in 10.4 secondi (contro i 12 dell’altro) e con una velocità massima di 185 km/h (contro i 178 km/h dell’altro).
L’Alfa Romeo 145 seguiva lo schema meccanico del motore longitudinale (per le versioni Boxer) o trasversale (per le versioni diesel o Twin Spark) con cambio in blocco. Le sospensioni erano a 4 ruote indipendenti del tipo MacPherson all’anteriore e a bracci tirati al posteriore connessi da barra stabilizzatrice. I freni erano a disco all’anteriore e a tamburo al posteriore, ma diventavano tutti e quattro a disco nelle versioni dotate di ABS.
Sano il comportamento stradale dell’Alfa Romeo 145. Questa vettura nasceva sul pianale del gruppo Fiat per i veicoli del segmento C, guadagnando una stretta parentela con la Fiat Tipo e la nuova Lancia Delta. Dopo di lei giunse l’Alfa Romeo 147, ma quella è un’altra storia, anche in termini di presa sul pubblico.