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Stellantis Melfi: taglio linea 2 e assemblaggio al posto della Compass

La testimonianza di un operaio che dice di aver visto strani movimenti che avvalorano la tesi del taglio di una linea produttiva.

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Da parte di Stellantis intesa come azienda, non c’è assolutamente intenzione di tagliare operai o di ridurre i livelli di occupazione negli stabilimenti italiani del gruppo, Melfi compresa. Questo è ciò che da tempo si sente ripetere da parte dei vertici aziendali dell’azienda nata dalla fusione tra PSA ed FCA.

Però è altrettanto vero che si sente parlare di costi di produzione troppo elevati in Italia e di imparare dal modello francese. Ma allora come intende risolvere la situazione l’azienda se non tagliando i livelli occupazionali? Bella domanda comune a molti lavoratori di tutti gli stabilimenti di Stellantis in Italia, ma che nasconde un tono di preoccupazione crescente, soprattutto a Melfi, nell’ex stabilimento di località San Nicola in Basilicata.

Lo stabilimento lucano è quello dove sembra imminente un cambio di strategia di Stellantis, con tanto di taglio di una intera linea produttiva. A Melfi nello stabilimento che una volta era Fiat, si producono oltre la metà di tutte le auto che FCA produce in Italia, e questo la rende una delle fabbriche più importanti del gruppo e soprattutto un sito produttivo che incide in maniera pesante sul Pil di una Regione del Mezzogiorno, non certo ricca di altre opportunità.

Per questo le voci che si rincorrono su quanto sta accadendo in Basilicata nello stabilimento di Melfi sono preoccupanti. Ed il punto di vista degli operai, che noi di ClubAlfa abbiamo spesso riportato, dimostra come la preoccupazione sia sempre crescente e che le rassicurazioni da parte dei vertici dell’azienda con cui abbiamo aperto l’articolo, lasciano il tempo che trovano.

A maggior ragione se ciò che sembra aver visto un operaio durante un turno di lavoro corrisponda alla realtà. Infatti oggi proponiamo le esternazioni di un operaio dello stabilimento di Località San Nicola a Melfi come le ha riportate il sito di informazione locale “Basilicata24,it”.

A Melfi tutto pronto per eliminare una linea produttiva, quella della Jeep Compass

“Che ci dicano la verità”, questo lo sfogo di un operaio dello stabilimento Stellantis di Melfi in Basilicata che sostiene che l’azienda voglia produrre tutto su una unica linea di produzione. Una soluzione che se davvero non deve incidere sui livelli di occupazione, in un momento storico come questo, di pandemia, significherebbe riversare tutti gli operai su una linea in barba ai divieti di assembramenti e agli ipotetici rischi di contagio.

Questo è un primo aspetto da non sottovalutare se l’ipotesi di tagliare una linea di produzione a Melfi passi da semplice ipotesi a soluzione effettiva.  

Un operaio Fca di Melfi parlando tramite Whatsapp, il noto programma di messaggistica per smartphone, avrebbe messo in luce aspetti che sono alla base delle paure di molti lavoratori dello stabilimento preoccupati per forza di cose del loro futuro lavorativo. Ed è sullo smartphone che l’operaio di cui parla il sito prima citato ha prodotto lo sfogo a fine turno che lo ha visto notare qualcosa di strano.

Strani spostamenti di personale, questo ciò che l’operaio dice di aver visto. E poi, lo stesso lavoratore dice di aver ascoltato da parte dei Capi del suo settore lavorativo, che spostamenti e manovre sono “funzionali allo smantellamento della linea della Jeep Compass. Infatti la linea che Stellantis avrebbe interesse a chiudere a Melfi è proprio quella del Suv della Jeep.

“Siamo alla resa, ma fanno sempre finta che non è successo niente”, così si sfoga l’operaio a margine delle strane manovre da lui stesso viste. Pare che l’operaio avrebbe visto con i suoi occhi che alcuni suoi colleghi sono stati spostati dalla linea di produzione della 500x e della Jeep Renegade, cioè la linea 1, a quella dove si produce la Jeep Compass., cioè la linea 2, quella a rischio.

Perché questi strani spostamenti?

Il dubbio resta, perché spostamenti del genere anche se non sono del tutto rari, soprattutto in una fase del genere, con le tante voci che si rincorrono possono sembrare strani.  

In base a ciò che asserisce l’operaio, che avrebbe chiesto informazioni ai capi area,  “la decisione sarebbe stata motivata con la voce addestramento”. E addestramenti del genere sarebbero già accaduti in passato. Ma ciò che più preoccupa è che qualcuno ha affermato che il tutto è in funzione del taglio della linea di produzione della Jeep Compass. 

Vista l’angosciante situazione, possiamo dire che i cattivi pensieri vengono immediatamente, ma a volte come recita un famoso detto, a pensar male non si fa peccato. Lo spauracchio del taglio o dello smantellamento di una linea produttiva fa ancora paura ed è da mesi che se ne parla. Nonostante le smentite sui paventati  tagli all’occupazione, smentite ufficiali sul taglio della linea 2 o accenni sulla salvaguardia della stessa linea di produzione allo stabilimento di Melfi non sono mai arrivate.

 “Sono sfiduciato, mi sento preso in giro. Dopo che questa voce era già circolata, nelle settimane passate, i sindacati di categoria si sono affrettati a smentire, a rassicurarci. Dall’altro lato però la realtà ci dice altro: capi e quadri ne parlano infatti come se fosse un dato acquisito. Ma l’operaio è l’ultimo a sapere”, questo l’eloquente sfogo dell’operaio, che sicuramente interpreta lo stato d’animo di molti suoi colleghi.

Occhio all’indotto, potrebbero essere li i tagli di operai

E la preoccupazione monta ancora maggiore nell’indotto, altro capitolo della storia dei costi di produzione troppo elevati che il Ceo di Stellantis, Carlos Tavares ha sottolineato fin dalla sua nomina e fin dalla sua prima visita a Torino.

Infatti il nostro indotto è composto per la maggior parte da piccole e medie imprese, a differenza della Francia dove le componenti delle auto vengono prodotte da grandi aziende. Ma cosa centra l’indotto nel discorso dell’operaio? Il fatto è che il lavoratore asserisce che ha sentito voci che collegano la linea 2 da tagliare, con l’assemblaggio delle parti dei veicoli, che adesso proprio l’indotto cura.

In altri termini, la linea 2 dove si produce la Jeep Compass dovrebbe essere chiusa, con la produzione del suv che passerebbe alla linea 1 insieme a Fiat 500x e Jeep Renegade. Anella linea 2 invece si aprirebbe una area assemblaggio, spostando all’interno di Stellantis ciò che adesso si appalta all’esterno, alle ditte dell’indotto.

Il sospetto è forte, perché le critiche sull’indotto sono state subito forti da parte dei vertici di Stellantis. E magari troverebbero conferma quelle voci che vogliono i tagli di personale e quindi l’abbattimento dei costi proprio sull’indotto.

Tutte quelle piccole fabbriche satellite di quello che una volta era lo stabilimento Fiat Sata di Melfi, sono da sempre parte integrande del grande polo produttivo in Basilicata.  

 “Considerando la logistica, i mezzi e i lavoratori impiegati nella realizzazione dei particolari, ecco chi rischierebbe davvero, nei futuri piani di Stellantis”, questo ciò che dice l’operaio.

Nel frattempo è stata messa in calendario una specie di mobilitazione per sabato prossimo davanti il cancello B dello Stabilimento. Una mobilitazione indetta dai sindacati e che molti attendono proprio perché magari si può fare luce sulla situazione e sul futuro dei lavoratori, che oggi hanno paura e che magari vedono nero ovunque proprio perché manca chiarezza e mancano informazioni vere.

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