L’Alfa Romeo RZ è una vettura scoperta prodotta dall’Alfa Romeo tra il 1992 e il 1993. Solo 278 i pezzi venuti alla luce. La nascita di questa creatura, spinta dal successo delle serie speciali negli anni precedenti, fece seguito a quella della coupé SZ, di cui rappresenta la variante a cielo aperto. Le due lettere identificative del modello sono l’acronimo di Roadster Zagato ed esprimono al meglio la sua identità.
Forte il carattere stilistico del modello, che non può certo definirsi elegante, ma la sua forza espressiva è unica e inconfondibile. La vista frontale, perfettamente identica a quella della coupé SZ, è la parte migliore del suo design, mentre la coda, come sull’altra, resta troppo massiccia per entrare nel cuore. Va meglio nel profilo laterale, dove l’Alfa Romeo RZ risulta più filante della versione coperta.
Nessuna leziosità è stata prevista per stemperare il suo tono da dura, che in fondo vuole trasmettere a chi la osserva. L’aspetto è quello di una vettura pronta ad entrare nel ring, non di una creatura a quattro ruote nata per sfilare nei pressi del teatro per la Prima della Scala. Del resto, un pugile in assetto da combattimento stonerebbe in mezzo a tanta gente vestita con lo smoking. Un habitat inconciliabile, anche se tutto è possibile nella vita.
Alfa Romeo RZ: meritava un cuore più tonico
Tornando all’Alfa Romeo RZ, questa vettura gode della spinta di un motore V6 da 2959 centimetri cubi di cilindrata, con angolo di 60 gradi fra le bancate, che suona splendide melodie, piene e rotonde. La sua potenza massima è di 210 cavalli a 6200 giri al minuto, con una coppia di 25 kgm a 4500 giri al minuto. Il compito dell’iniezione è affidato a un sistema Bosch Motronic ML 4.1.
Questo il quadro prestazionale: accelerazione da 0 a 100 km/h in 7.8 secondi, chilometro con partenza da fermo in 30.1 secondi, velocità massima di circa 230 km/h. Non si tratta di cifre spaventose, ma bastano ad assecondare il piacere di guida di un modello lontano, come concezione, dalle supercar più estreme degli anni novanta.
Il peso in ordine di marcia di 1388 chilogrammi avrebbe forse richiesto un propulsore più energico, per avere migliori prestazioni rettilinee, ma nei tratti sinuosi l’handling non delude, grazie all’agilità e alla tenuta di strada dell’Alfa Romeo RZ, che perde poco in termini dinamici rispetto alla sorella coupé.
La scheda tecnica parla di scocca portante in acciaio con rivestimento in materiale composito (Modar e fibra di vetro), di motore anteriore, di cambio a 5 marce, di trazione posteriore. Si ritrovano, insomma, alcune caratteristiche storiche della auto del “biscione” e questa è già una bella ricompensa emotiva per i cultori e per gli appassionati del marchio. Le sospensioni anteriori sono a ruote indipendenti con quadrilateri deformabili, mentre quelle posteriori sono a Ponte de Dion con parallelogramma di Watt.
Fredda accoglienza di mercato
Purtroppo l’Alfa Romeo RZ non raccolse un buon successo commerciale, complice il prezzo di acquisto molto impegnativo e la potenza del motore ritenuta insoddisfacente in relazione alla spesa da affrontare per assicurarsene un esemplare. Oggi la Roadster Zagato è un oggetto raro, che suscita un certo interesse collezionistico.
Il ventaglio dei colori comprendeva il Rosso Alfa (con interni panna), il giallo (con interni neri) e il nero (con interni bordeaux). Fuori gamma i tre esemplari in tinta argento metallizzato (con interni bordeaux) che sbocciarono durante il ciclo produttivo, immagino su richiesta di qualche facoltoso cliente al quale non era possibile dire di no. Molto sportivo il colpo d’occhio regalato dall’abitacolo, specie per la foggia dei sedili in pelle e del cruscotto, votato all’essenzialità, come è giusto che sia per una proposta del genere.
Penso che se quest’auto avesse avuto qualche cavallo in più, sul mercato avrebbe disegnato volumi ben diversi. Invece, la casa milanese faticò a smaltire lo stock di Alfa Romeo RZ in magazzino. Ho lasciato per ultime altre curiosità sul modello, come le dimensioni. Eccole: 4059 mm di lunghezza, 1730 mm di larghezza, 1311 mm di altezza. Minima la portata del bagagliaio; poco tecnologico il sistema di chiusura della capote, affidato alla manualità, seppur parzialmente assistita da molle.