Come vi abbiamo riportato nelle scorse settimane il CEO di Stellantis Carlos Tavares ha concesso a ciascuno dei 14 marchi della società appena nata dalla fusione un intero decennio per giustificare la loro esistenza o affrontare una possibile eliminazione. La decisione sembra più che generosa. Tra i marchi che rischiano troviamo i famosi brand americani Chrysler e Dodge, così come i marchi italiani a lungo travagliati come Lancia e forse anche Alfa Romeo e Maserati. Non c’è tempo da perdere con piani di rilancio fantasiosi e nostalgici.
Tavares afferma che darà a ciascuno dei suoi marchi una buona dose di investimenti, garantendo risorse adeguate e opportunità per rendere possibile il successo a lungo termine. Se è vero, questo da solo offre a Chrysler e Dodge maggiori probabilità di sopravvivenza rispetto a quelle che hanno affrontato nell’ultimo decennio, quando sotto Sergio Marchionne quasi nessun investimento è stato fatto su questo marchi.
Tuttavia occorre dire che Tavares non è Marchionne. L’attaccamento sentimentale che Marchionne aveva per la sua scuderia di marchi italiani ha sicuramente influito sul suo processo decisionale. Quando Fiat e Chrysler si sono fuse nel 2009, il suo team ha operato partendo dal presupposto che l’unione di marchi deboli come Chrysler e Lancia avrebbe reso ciascuno più forte. L’esperimento fallì e lasciò i marchi più deboli alla deriva. Anche i più forti di FCA, Jeep e Ram, hanno visto veicoli che portavano la promessa di grandi profitti – incluso il Wagoneer – ritardati di anni mentre il management inseguiva sogni impossibili per l’Alfa Romeo.
La chiave per la loro sopravvivenza è trovare prodotti nel catalogo globale di Stellantis che funzioneranno con i consumatori nordamericani, che possano essere costruiti localmente e possono trarre vantaggio dalla scala globale della casa automobilistica per raggiungere la redditività.
Il prodotto è sempre stato e sempre sarà la chiave, e gli investimenti che Tavares dice di essere disposto a fare per dare a tutti i suoi marchi una possibilità per un futuro a lungo termine sono lodevoli. Ma è importante ricordare cosa c’è in ballo: lavori in fabbrica, economie locali e franchising di concessionari sono in bilico. Per il loro bene, speriamo che coloro che stanno progettando il futuro per i marchi in difficoltà di Stellantis trovino ciò di cui hanno bisogno per la sopravvivenza di questi brand.