Sabato scorso si è svolto il presidio indetto dai sindacati davanti il cancello B dello stabilimento Stellantis di Melfi. Si tratta dell’ennesima manifestazione che ha riguardato il polo produttivo che fino ad inizio anno era FCA e che adesso è passato sotto l’emblema del colosso dell’Automotive nato dalla fusione dei francesi di PSA con gli italiani di FCA, ovvero Stellantis.
Sono emersi ancora una volta tutti i problemi che sono alla base delle varie iniziative promosse al riguardo e tutti i nodi da sciogliere, a partire dal coinvolgimento della politica nelle vicende dello stabilimento. Lo ha detto a chiare lettere il segretario generale della Fismic, Roberto Di Maulo, ma lo ha ribadito perfino il sindaco di Melfi, Livio Valvano.
Il concetto è sempre lo stesso, perché se per tutti lo stabilimento di Località San Nicola a Melfi è solo un polo produttivo come altri e di altri settori, per la Basilicata e per le Regioni limitrofe è senza dubbio un elemento determinante per l’occupazione e la ricchezza della zona.
Dalla Fismic smorzano le ansie dei lavoratori
Come si legge su “Cronachelucane.it”, dalla Fismic e dal suo segretario generale Roberto Di Maulo si butta acqua sul fuoco delle preoccupazioni per il futuro della produzione di Stellantis a Melfi, ma non sugli scenari futuri dell’indotto.
Fismic è senza dubbio il principale sindacato non confederale nel settore metalmeccanico e ciò che dice il segretario generale può essere sicuramente considerato per buono da quanti leggono. Infatti come spiega Di Maulo, “nello stabilimento di Melfi sono stati investiti centinaia di milioni di euro. Segno questo che è interesse dell’azienda non smobilitare”. Ma ciò che Di Maulo dice dopo mette angoscia a chi non lavora direttamente in Stellantis, bensì nell’indotto. Infatti secondo Di Maulo la crisi per l’indotto già oggi si sente forte e rischia di peggiorare.
Sabato scorso i sindacati lucani hanno promosso una manifestazione davanti i cancelli di Stellantis, precisamente davanti al cancello B nella zona industriale di San Nicola di Melfi. Una manifestazione che è nata per tenere alta l’attenzione su quella che a tutti gli effetti può essere considerata una vertenza Stellantis.
Infatti ciò che prima riguardava sostanzialmente solo l’Italia, dopo la fusione tra FCA e Peugeot, riguarda scenari internazionali. E in questi scenari che entra a pieno titolo la figura del CEO di Stellantis, cioè il manager portoghese Carlos Tavares che di fatto comanda le operazioni per via del fatto che il gruppo a cui lui fa capo detiene il 51% delle azioni di quello che è ormai il quarto produttore di veicoli al Mondo.
La concorrenza necessita di interventi
Non sono meno importanti le parole che ha rilasciato il sindaco di Melfi, Livio Valvano. Il primo cittadino della cittadina dove sorge il polo produttivo ha allargato il campo delle richieste che i sindacati fanno a governo nazionale e regionale.
Il fatto che lo stabilimento sia importante lo ha ribadito anche Valvano. Secondo il sindaco, per Basilicata e anche per la Puglia, lo stabilimento Stellantis di Melfi è decisivo per le sorti economiche delle Regioni intere e quindi la politica, regionale e nazionale deve prestare attenzione a ciò che succede.
Prima di tutto il primo cittadino di Melfi ha ricordato, in una dichiarazione in diretta Web, che lo stabilimento dio Melfi per il settore Automotive prima della fusione con i francesi, era il più importante d’Europa. A Melfi si producevano più della metà di tutti i pezzi che si producevano nelle altre fabbriche FCA della Penisola.
Adesso però la concorrenza è interna al gruppo Stellantis, ma esterna come territorio, all’Italia e anche a Melfi. CI sono fabbriche in Francia, in Spagna e così via, dove pare, in base alle affermazioni di Tavares, che produrre auto costi meno. Ma è una affermazione che si scontra con il fatto che per esempio in Francia il salario dei lavoratori è più elevato.
Ecco quindi che Valvano chiede che lo Stato e la Regione intervengano dove è possibile migliorare il tutto abbassando il costo della produzione. Infatti servono infrastrutture, servono miglioramenti nei trasporti, perché è li che la Basilicata è carente e inevitabilmente salgono le spese.