Quando un’auto speciale come la Ferrari Dino 246 GT va all’asta, l’interesse dei collezionisti si fa forte. Un esemplare bianco del modello, risalente al 1972, viene proposto da Silverstone Auctions, in associazione col Ferrari Owners’ Club of Great Britain, nella vendita all’incanto del 5 giugno prossimo. Si tratta di una sportiva con guida a destra, splendidamente restaurata da Nick Cartwright, uno specialista inglese del marchio del “cavallino rampante“. Le stime della vigilia ballano in un range fra 265 mila e 285 mila sterline.
Da nuova, questa Ferrari Dino 246 GT ha percorso meno di 35 mila miglia: un livello molto basso, che la rende ancora più appetibile agli occhi dei potenziali acquirenti. Rifinita in Bianco Polo Park, con sedili rossi e inserti neri, l’auto è accompagnata dalle fatture del restauro e degli interventi di manutenzione eseguiti nel tempo. Il lotto si giova anche del raro e prezioso kit di attrezzi.
Come riferisce il sito della casa d’aste Silverstone Auctions, dopo il restauro questa Ferrari Dino 246 GT (telaio 04774) è rimasta in un deposito asciutto ed è stata utilizzata molto poco. Recentemente ha ricevuto ulteriori attenzioni da un altro specialista, con un servizio da 8 mila sterline, per far si che l’auto possa essere prontamente goduta, nel massimo splendore.
Ferrari Dino 246 GT: la storia
Ricordiamo che la Ferrari Dino 246 GT giunse sul mercato nel 1969, aggiungendo vigore prestazionale alla precedente Dino 206 GT. Nella sua sigla numerica sono evidenziate alcune caratteristiche del modello, come la cilindrata di 2.4 litri e l’architettura a 6 cilindri (a V di 65°) del suo motore, disposto in posizione posteriore centrale. Una novità, quest’ultima, rispetto alla filosofia dominante di Enzo Ferrari. Negli anni precedenti, infatti, il Drake voleva i buoi davanti al carro. Un segno dei tempi.
Il modello nacque con l’obiettivo di aprire la casa di Maranello verso nuovi segmenti di mercato e verso clientele più estese. Il prezzo di listino, meno impegnativo del solito, era una conferma della missione assegnata all’auto, che aveva tante frecce al suo arco. La linea, morbida e ondulata, esprimeva un grande carattere ed una bellezza da top model. Firmata da Pininfarina, divenne presto un must, una pietra miliare imprescindibile per gli sviluppi successivi di tutta la produzione Ferrari. Ancora oggi, le “rosse” moderne devono molto ai suoi insegnamenti stilistici.
Regina di bellezza a quattro ruote
La Ferrari Dino 246 GT resta una vettura ammaliante e dal fascino magnetico, che continua a far sognare gli appassionati, ad ogni latitudine. Il suo telaio, come da tradizione, era a traliccio di tubi d’acciaio di diverso spessore con pianale in lamiera saldato, integrato da strutture di supporto per il motore e le sospensioni posteriori. Una struttura sportiva, che concorreva al contenimento del peso, pari a soli 1125 chilogrammi.
Facile intuire come i 195 cavalli di potenza a 7600 giri al minuto riuscissero ad imprimere una bella verve prestazionale in relazione agli standard di quel periodo storico. La Ferrari Dino 246 GT garantiva un comportamento stradale granitico e a prova di insidia. La piacevolezza di guida non veniva mai a mancare, assecondando il guidatore sia nelle tormentate strade di montagna che nei percorsi più scorrevoli. Un’auto agile e maneggevole, che riusciva a toccare una velocità massima di 235 km/h, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 7.2 secondi.
La compatta carrozzeria plasmata da Scaglietti, che nella 206 GT era interamente in alluminio, sulla Ferrari Dino 246 GT diventava in acciaio, ad eccezione delle portiere e dei cofani, rimasti in alluminio. Il peso ne risentiva, ma nel frattempo erano emerse nuove esigenze. Il nome di questa “baby Ferrari” era un omaggio al nome del giovane figlio di Enzo Ferrari, sottratto alla vita da una brutta malattia. Oggi la vettura è molto ambita dai collezionisti. Immagino che notevole sarà anche l’interesse per l’esemplare con guida a destra messo all’asta da Silverstone Auctions.
Foto | Profilo Facebook Silverstone Auctions