Ci risiamo, si riparla di cartelle esattoriali multe e bolli auto, ma anche per altri debiti di altra natura fiscale. Viene ventilata l’ipotesi che si annullino le cartelle più vecchie di 5 anni, così da alleggerire il peso a carico dell’Agenzia delle entrate, tema caro al presidente del Consiglio Mario Draghi.
I casi sono davvero semplici. Un automobilista prende una multa da un Comune, non la paga, e l’Ente locale si avvale del riscossore (l’Agenzia delle entrate, ex Equitalia) per ottenere i vecchi crediti. Oppure non paga un bollo auto, la tassa di proprietà sulla vettura da versare alla Regione, e allora questa si rivolge al riscossore così da incamerare il denaro di cui ha diritto.
Il fatto è che l’Agenzia delle entrate è stracolma di vecchi faldoni per piccoli importi: cosa che rende l’apparato più lento e pesante. Per sveltire il tutto e mirare al grosso, si creano condoni di varia natura. A festeggiare chi non ha mai pagato; a storcere il naso chi ha versato tutto con regolarità: la solita vecchia solfa.
Nuova partita Comune (o Regione) contro automobilista: tutta un’altra storia
Tecnicamente, in questo caso, è un discarico automatico. Le cartelle esattoriali che entro cinque anni non verranno riscosse potrebbero essere annullate. O chissà, magari l’Agenzia delle entrate può restituire tutto a Comuni e Regioni, i quali dovranno da soli, con le loro forze e i loro mezzi, riscuotere i vecchi crediti vantati verso gli automobilisti. Si aprirebbe una partita a due: Ente locale contro cittadino, senza un ente terzo a favore del primo.
Sarebbe tutta un’altra storia: da vedere bene come se la caverebbe la pubblica amministrazione, fra cavilli e normative stratificatesi nel tempo. Anche perché le varie notifiche devono essere perfette sotto il profilo formale: un vizio di procedura annulla tutto. Com’è giusto che sia d’altronde: la legge vale per tutti, per chi supera il limite di velocità di mezzo km orario, e per chi non osserva le tempistiche precise.