Una Ferrari F40 ha rischiato molto con una rapida rotazione intorno al suo asse verticale, durante un evento. La splendida auto sportiva di Maranello sta facendo da apripista ad una gara in salita. Il ritmo è intenso, si avvicina un tornante. Il pilota capisce che la velocità d’ingresso è forse alta per affrontare la curva. Istantanea la decisione di tirare il freno a mano, per cercare di scongiurare il peggio. La creatura del “cavallino rampante” finisce in testacoda, ma per fortuna non sbatte. Il suo corpo è salvo.
Difficile parlare della Ferrari F40 senza farsi prendere emotivamente, perché qui si è al cospetto della regina delle “rosse” dell’era moderna. Stiamo parlando di una delle opere più affascinanti mai prodotte a Maranello. Il fatto che sia amata da tutti e che nessuna sua discendente sia entrata nel cuore degli appassionati come lei è un’ulteriore conferma del suo fascino magnetico e irresistibile.
Look incantevole, da prototipo in giacca e cravatta
Basta guardarla in foto per innamorarsene. Se poi la si vede dal vivo, i fotogrammi che consegna agli occhi si incidono per sempre nell’apparato emotivo. Definirla un capolavoro è quasi riduttivo. Straordinario il lavoro stilistico compiuto da Pininfarina, che ha conferito un’aggressività da pista ad un corpo vettura scorrevole ed omogeneo nei lineamenti, dove l’armonia è di casa.
Dopo, questo equilibrio magico, si è perso, sacrificato magari agli aspetti funzionali delle supercar e hypercar di nuova generazione. Oggi si vede molta eccellenza nei dettagli, ma il quadro di insieme è a volte incoerente, anche se i premi di design ottenuti lascerebbero immaginare un quadro diverso. Questo non vuol dire che le nuove “rosse” non siano fantastiche, tutt’altro, solo che il loro fascino si esprime in modo meno naturale.
Ferrari F40: un’icona assoluta del cavallino rampante
La Ferrari F40 è eccellenza non solo formale, ma anche sostanziale. Pur non avendo il mitico V12 ad animarne le danze, si fregia di un V8 biturbo da 2.9 litri che non fa rimpiangere il frazionamento maggiore, nemmeno in termini di sound. Questa unità propulsiva eroga 478 cavalli a 7000 giri al minuto, con un picco di coppia di 577 Nm a 4000 giri al minuto. I numeri possono sembrare bassi rispetto a quelli offerti dalle fuoriserie attuali, ma anche oggi la Ferrari F40 non avverte alcun complesso di inferiorità, specie in termini di emozioni, tema dove continua a fare scuola.
Basta provare la spinta del suo cuore con due turbocompressori IHI per restare incollati al sedile e imprimervi la morfologia delle vertebre, con il sorriso stampato sul volto. Gli aspetti dinamici sono straordinariamente coinvolgenti, ma non bisogna esagerare se non si è all’altezza. La Ferrari F40 dona tutto il suo potenziale solo a chi ci sa fare. Gli altri è meglio che non cerchino il limite. Del resto, un’opera d’arte può essere capita appieno solo da chi conosce bene la materia. Gli altri possono gustarla a uno stadio inferiore, comunque esaltante.
Questa berlinetta ha un comportamento da corsa, perfettamente intonato al suo spirito. Il telaio è a traliccio tubolare in acciaio con vasca abitacolo con pannelli scatolati di rinforzo in materassino di kevlar e fibra di kevlar con resina epossidica. L’ampio uso di materiali compositi concorre alla riduzione del peso, pari a soli 1160 chilogrammi. Anche l’allestimento spartano dell’abitacolo concorre alla causa della leggerezza. Il piacere emotivo è al top, perché la Ferrari F40 è un condensato della storia della casa di Maranello. Enzo Ferrari ne era orgoglioso. Fu l’ultima creatura del suo marchio ad essere svelata quando lui era ancora in vita. Si può considerare una sorta di testamento spirituale del Drake.