Sebbene spesso le posizioni del Ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, non sono apparse proprio in linea con la crescente volontà di puntare quasi esclusivamente sull’elettrico per ciò che riguarda il futuro dell’auto, ora lo stesso Ministro fornisce interessanti riscontri perlomeno se rapportati alle sempre più concrete indiscrezioni legate alla realizzazione in Italia della terza Gigafactory di Stellantis.
Difatti già da diverse settimane sono diventate sempre più crescenti le indiscrezioni relative a continui colloqui tra Stellantis e il Governo Italiano, anche nella persona stessa del Ministro Cingolani. Nei giorni scorsi abbiamo anche parlato della volontà del Governo Draghi di produrre investimenti particolarmente corposi per avviare un rapporto tra pubblico e privato che potrebbe risultare utile proprio per la concreta realizzazione della Gigafactory del gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA.
Durante un webinar sulla mobilità, il Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha ammesso: “lavoriamo per la realizzazione di un polo nazionale per la produzione di batterie che si integri nella filiera europea per renderci più autonomi e competitivi”, tracciando un passo avanti nella positiva vicenda che dovrebbe quindi coinvolgere proprio il gruppo Stellantis.
Per l’auto elettrica ci sarà da attendere
Sulle posizioni del Ministro Cingolani in relazione all’elettrico che citavamo più sopra, il Ministro ha comunque evidenziato ancora il suo punto di vista sull’auto elettrica visto che i suoi ragionamento gli avevano indirizzato qualche critica proprio relativa a quanto aveva detto sulle vetture elettriche.
La verità è che Cingolani vuole ragionare con calma sulla transizione elettrica, producendo un approccio pragmatico capace di tenere in conto un set di fattori che comunque bisogna considerare: “dobbiamo essere realisti, la transizione ecologica non si realizza in un attimo: servono almeno dieci anni”, ha infatti aggiunto il Ministro. Poi ha anche citato dei dati sull’attuale parco circolante italiano, dove infatti “circolano 13 milioni di vetture Euro 0 e non possiamo dire alle famiglie da domani comprate tutti Tesla. Inoltre, se pure avessimo da domani veicoli tutti elettrici, non sapremmo dove ricaricarli. L’obiettivo sacrosanto della progressiva e definitiva elettrificazione del trasporto va perseguito con un approccio concreto e pratico che tenga conto della sostenibilità sociale, dell’aggravio dei costi per le famiglie e della sfida tecnologica”.
Perciò bisogna non mettere da parte i ragionamenti sulla realtà delle cose perché “l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 del 55% entro il 2030 richiede un mix di realismo e una scommessa tecnologica sul futuro. Dobbiamo procedere con l’elettrificazione del parco auto e far decollare la vettura alimentata a idrogeno. Il PNRR, però, non fa miracoli: sul piano culturale, per esempio, vediamo circolare in strada troppe automobili con un unico passeggero, il conducente, e questo è un problema”.
D’altronde sulla gestione delle vecchie vetture appartenenti alle classi di emissioni fino alla Euro 4, negli ultimi tempi si è sempre più parlato di blocco e molte regioni si muovono già da qualche mese verso questa direzione.