Finito il vertice di Roma, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, tra rappresentanti del governo (erano presenti il titolare del MISE Giancarlo Giorgetti e il Ministro del Lavoro Andrea Orlando), vertici aziendali (non era presente però il Ceo, Carlos Tavares) e sindacati. Sull’incontro erano puntati gli occhi di tutti, soprattutto dei lavoratori italiani negli stabilimenti di Stellantis.
Si attendevano risposte da parte dell’azienda e del governo per quanto riguarda gli scenari produttivi futuri di tutti gli stabilimenti del colosso dell’Auto che è Stellantis. Le paure sulla smobilitazione di Stellantis, su tagli occupazionali e su tagli di linee produttive, la mancanza di un piano aziendale certo, l’assenza di nuovi modelli da produrre in Italia e il ricorso crescente alla Cassa integrazione guadagni erano alla base delle richieste dei sindacati, richieste cha hanno spinto proprio le parti sociali a volere fortemente il vertice.
Ma cosa è emerso dall’incontro e quali sono le richieste che hanno trovato risposta? Una domanda che molti lavoratori si pongono. È stata la UILM, una delle sigle sindacali presenti al summit, ad illustrare alcuni contenuti che probabilmente non basteranno subito a rasserenare gli animi tanto a Melfi (la situazione nel più importante stabilimento Stellantis italiano è quella che più solleva agitazione), quanto a Mirafiori o Pomigliano, ma che sembrano rappresentare un piccolo passo avanti verso una chiarezza che anche da osservatori esterni è evidente che sia mancata da inizio 2021, cioè dalla fusione tra FCA e PSA.
Melfi sarà importante per Stellantis, sembra che questo è emerso nel summit
“Stellantis ha annunciato che Melfi sarà il primo stabilimento italiano a ricevere nuovi modelli in base al piano industriale post 2022, ma l’organizzazione produttiva sarà completamente rivoluzionata. I vertici aziendali hanno anche chiarito che nel nuovo piano industriale e proprio a partire da Melfi intendono accelerare sul fronte del passaggio all’elettrico”, questa una parte della nota con cui la UILM ha informato gli interessati circa l’esito dell’incontro.
Il passaggio all’elettrico è importante e in Italia avrà una sua connotazione, questo sembra sia emerso oggi a Roma al Mise. “Come sindacato abbiamo chiesto, però, di arrivare a un quadro di certezze non solo per i lavoratori lucani ma per quelli di tutti gli stabilimenti italiani. Confidiamo che il Governo sostenga un grande piano di rilancio dell’industria dell’auto”, con queste parole Rocco Palombella e Gianluca Fico, rispettivamente segretario generale e segretario nazionale responsabile del settore auto, della UILM hanno commentato l’esito a margine del summit.
A Melfi 4 nuove auto elettriche di 4 marchi differenti di Stellantis
Su Melfi si giocava una partita nella partita, dal momento che parliamo dello stabilimento italiano dove si producono più veicoli di Stellantis (in pratica, come per l’allora FCA, a Melfi si costruiscono il 50% delle auto totali dell’azienda nella nostra Penisola). Proprio a Melfi si sono registrate le mobilitazioni più importanti nelle ultime settimane anche perché a Melfi era paventato il taglio di una linea produttiva.
Nello stabilimento di Località San Nicola di Melfi, in Basilicata, si producono oggi le Jeep Compass e Renegade e la 500X. Ma la produzione verrà estesa, almeno questo ciò che è emerso oggi a Roma. Infatti come confermano sempre i due segretari della UILM a margine del vertice capitolino, “nel 2024 a Melfi verranno lanciate 4 nuove vetture elettriche del segmento medio, ciascuna con uno dei grandi brand di Stellantis. La produzione sia attuale sia futura sarà caratterizzata da maggiore verticalizzazione e concentrata su una unica linea potenziata, che sarà realizzata integrando le due attualmente esistenti”.
Taglio di una linea confermato, ma questo non è del tutto positivo, soprattutto se si guarda all’indotto. Infatti sempre Palombella e Fico per la UILM, confermano che nella line dove si produce oggi la Jeep Compass, che è la linea tagliata la cui attività confluirà nell’altra che resterà attiva e potenziata, verranno spostate altre attività.
“Lo spazio così liberato sarà utilizzato in seguito per altre attività, quali l’assemblaggio di batterie. La capacità produttiva secondo l’azienda non dovrebbe variare, restando sulle 400.000 vetture annue con un’organizzazione del personale su 19,5 turni. Ma su questa riorganizzazione di Melfi restano aspetti importanti da chiarire e dunque c’è assoluta necessità di un approfondimento in sede aziendale”, così hanno concluso il commento i due sindacalisti, lasciando tra le righe alcuni dubbi, soprattutto riguardo a ciò che finirà con l’essere prodotto nella linea dismessa. Il dubbio che verranno spostate all’interno di Stellantis aziende che oggi vengono appaltate alla ditte dell’indotto, con il rischio che in assenza delle commesse Stellantis alcune aziende satellite di Stellantis paghino dazio in termini occupazionali, resta elevato.