Tracciare le linee del futuro di Lancia non sarà un gioco da ragazzi per Stellantis. Il gruppo sorto dalla fusione tra FCA e PSA deve infatti ridare vita ad un costruttore glorioso, sicuramente fra i più gloriosi del suo parterre di marchi, affidato alle mani del CEO Luca Napolitano e alle idee stilistiche provenienti dal nuovo capo del comparto design Jean-Pierre Ploué.
Ricorrono peraltro quest’anno i primi 115 anni dalla nascita di Lancia, ovvero un traguardo che è sinonimo di una storia ultracentenaria che oggi si ritrova esclusivamente in un’unica vettura a listino. Oggi Lancia dispone infatti di un listino striminzito e in grado di ospitare fra le sue file esclusivamente l’ormai iconica Ypsilon, destinataria di un progetto sicuramente datato ma di un successo che in Italia sembra non voler conoscere fine. Di certo c’è il fatto che Lancia non può pensare di competere e ragionare esclusivamente puntando ancora esclusivamente sulla sua apprezzata Ypsilon, c’è bisogno di altro per ridare vita ad una gloria assoluta dell’automobilismo tricolore.
Il percorso identitario è infatti particolarmente vasto, ma negli ultimi decenni ha rischiato di perdersi e di essere cancellato nei ricordi di chi non ha contezza di un passato straordinario fatto di eleganza, sportività e soluzioni al top. La realtà di una Lancia iconica va riproposta prima che sia troppo tardi visto che forse potrebbe già apparire così anche adesso. Ogni valore iconico del brand torinese è stato ripreso durante il recente incontro fra Napolitano e Ploué.
Un viaggio lungo oltre cent’anni
Il viaggio riproposto dal CEO di Lancia e dal nuovo Head of Lancia Design propone un preparato di elementi utili per rimpolpare il futuro di Lancia guardando innanzitutto al passato. “Se Lancia ha così tanti appassionati lo deve al suo stile unico, all’eleganza e alla bellezza senza tempo delle sue vetture. In questi 115 anni di storia, Lancia ha creato vetture che, nonostante il trascorrere del tempo, continuano a essere nel cuore della gente. Vincenzo Lancia aveva una sua personalissima idea di come dovesse essere un’automobile: controcorrente, rispetto alle concezioni tecniche e stilistiche dell’epoca, agile e compatta”, ha ammesso Luca Napolitano.
La prima puntata del viaggio realizzato da Napolitano e Ploué è stata intitolata quindi “Design senza tempo” ed è stata utile per riproporre un cammino a tappe cominciato dalla 12HP che per l’epoca rappresentava una vettura realmente fuori dagli schemi grazie alla sua proverbiale leggerezza con telaio basso e trasmissione a cardano.
Ma l’innovazione di Lancia non è tardata ad arrivare ed è andata di pari passo con un percorso di innovazione costante rappresentato da elementi iconici come le portiere dotate di “apertura ad armadio” brevettate dal costruttore negli Anni Trenta. Viene poi citata anche l’Aprilia che applica importanti concetti di aerodinamica a una vettura di serie.
C’è poi il ricordo dell’Aurelia B24 Spider celebre protagonista de Il Sorpasso dotata di linee pulitissime ed eleganti, priva persino delle maniglie delle portiere che si aprivano invece dall’interno: un vezzo utile a non intaccare le sue linee perfette. “Lancia non è estetica fine a se stessa, Lancia è design, è lo stile italiano che è un connubio unico di eleganza classica, creatività e passione. E lo dico in quanto designer francese a cui Lancia ha dato una prospettiva diversa sull’italianità e anche sul modo di fare design di automobili in generale. Lancia è stata capace di creare automobili dal design ricercato, ma mai legato a un puro vezzo creativo”, ha aggiunto Jean-Pierre Ploué.
Importante passare ai fatti
Importantissimo è il tema degli interni sottolineato sia da Napolitano che da Ploué. “La Lancia inventa il concetto di granturismo. L’Aurelia era un’auto molto versatile, capace di vincere in pista ma anche di scarrozzarti per una serata all’Opera. Dalle vittorie alla 1000 Miglia e alla 24 Ore di Le Mans al teatro alla Scala di Milano, dove la ritraeva una delle rare pubblicità dell’epoca. Le Lancia sono capolavori anche nell’abitacolo e in alcune di esse troviamo elementi mutuati dall’arredamento, dall’ambiente domestico, dal design industriale”, ha ammesso Luca Napolitano. A cominciare dalla moderna plancia della Lancia Trevi disegnata dall’architetto Mario Bellini o il divano posteriore della Lancia Beta HPE
“Penso alla Fulvia coupé per esempio con la sua divisione cristallina tra la parte inferiore della carrozzeria e la greenhouse, la parte vetrata, molto spaziosa e luminosa”, ha proseguito Ploué. Bisognerà ora darsi da fare perché Lancia ha un assoluto bisogno di cambiare rotta, al comando ci sono due uomini di sicura esperienza: Luca Napolitano e Jean-Pierre Ploué che vogliono partire dalla storia, da quella di Lancia lunga 115 anni. Un approccio che appare simile a quello ipotizzato da Jean-Philippe Imparato per Alfa Romeo. La storia di questi marchi, messi un po’ da parte, risulta più importante che mai per tracciare una linea nuova che conduca ad una generazione rinnovata di vetture che gli appassionati attendono ormai da parecchio tempo.