C’è fermento attorno alle prime avvisaglie di futuro a marchio Lancia. Il costruttore torinese proviene infatti da anni non particolarmente felici, di questi rimane infatti un unico e solo modello presente oggi a listino ovvero la sola Lancia Ypsilon che comunque (nonostante l’anzianità di progetto) rimane ancora apprezzatissima e riesce a segnare numeri di vendita di tutto rispetto.
Al timone della nave che porterà Lancia verso il futuro c’è il nuovo CEO Luca Napolitano e il nuovo responsabile del design che è il medesimo a gestire tutti gli altri brand europei della galassia Stellantis: Jean-Pierre Ploué. Entrambi collaborano fortemente dal momento in cui Carlos Tavares ha deciso che ogni marchio del nuovo super gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA avrebbe avuto esattamente dieci anni per gestire e pianificare un futuro differente.
Prospettive differenti
Per un marchio glorioso come Lancia che ormai da anni “campa” su un solo modello, si capisce bene che fornire la linfa necessaria per intraprendere nuove prospettive è sicuramente il passaggio fondamentale per ragionare concretamente attorno a nuove direzioni. Di conseguenza la sfida per Luca Napolitano e Jean-Pierre Ploué è adesso lanciata.
I due ne hanno parlato col quotidiano La Stampa che ha raccolto quindi alcune dichiarazioni molto importanti a riguardo.
“Siamo nel “cluster premium” e visto che per Lancia il design è fondamentale, per noi scende in campo monsieur Ploué, capo del design di Stellantis, che si occupa personalmente della gamma futura. Lancia sarà una marca in grado di costruire vetture con grande senso di responsabilità nei confronti del mondo in cui viviamo. Macchine belle, innovative, elettrificate, che si preoccupano non solo di noi ma del nostro futuro”, ha ammesso Luca Napolitano.
Quindi anche Ploué ha fornito il suo punto di vista, aggiungendo che anche lui (un po’ come ha fatto Jean-Philippe Imparato) si sta trasferendo stabilmente a Torino: “devo garantire al gruppo Stellantis il più alto livello di design, perché vogliamo essere i numero uno. Poi devo essere il garante della differenziazione dei marchi, ognuno dei quali è affidato a un direttore di stile. E infine ho la gestione diretta di Lancia, in cui metto tutta la mia passione. Espatrio, trasloco a Torino, con tutta la famiglia: è una scelta impegnativa. Resterò alcuni anni per assicurarmi che la rinascita dei marchi italiani sia a un livello di eccellenza. Mi lancio nell’avventura con Fiat, Abarth, Lancia e Alfa Romeo. La ricostruzione di un marchio è un momento favoloso nella carriera del designer. Sarei molto fiero se le Lancia di nuova generazione fossero apprezzate per la loro italianità, perché equilibrate con qualche elemento sorprendente, di una bellezza perfetta e senza stravaganze. Quelle possiamo farle con il marchio Ds, per esempio: in Ds l’eleganza nasce per essere mostrata. In Lancia è per se stessa. Vorrei che le Lancia di domani fossero riconoscibili nel traffico per eleganza e modernità. Manteniamo vivo il sogno”.