Se l’Italia fino a quando Fiat Chrysler Automobiles era sola, cioè prima di entrare a fare parte del quarto produttore mondiale di auto (parliamo del Colosso Stellantis, grande gruppo dell’Automotive nato proprio dalla fusione tra FCA e Peugeot, che adesso conta 14 marchi del settore al suo interno), era l’anima del’azienda, adesso non lo è più.
Stellantis ha interessi in mezzo mondo, con la componente americana e francese a farla da padrona. E ci sarebbe pure una anima tedesca visto che all’interno di Stellantis (ma lo era già in PSA), c’è pure l’Opel. L’Italia non è più al centro del Mondo per Stellantis, anzi, fin dall’inizio sul Bel Paese e sulle modalità di produzione che si hanno in Italia, il Ceo di Stelantis, il portoghese Carlos Tavares, ha avanzato dubbi riguardo agli alti costi di produzione in Italia. Ed effettivamente le problematiche che gli stabilimenti Stellantis hanno in Italia, non hanno eguali in giro per il Mondo.
Così si parla di tagli di linee se non di operai a Melfi. Continua ovunque la cassa integrazione, come dimostrano recenti notizie dallo stabilimento molisano di Termoli. E preoccupazioni arrivano pure da Grugliasco, altro importante sito produttivo di Stellantis, stavolta per la Maserati.
Le modalità di produzione e le regole di Stellantis in Italia, dovranno per forza di cose adeguarsi alla nuova realtà. Oggi parliamo di una autentica multinazionale e l’Italia è diventata solo uno dei tanti Paesi che hanno a che fare con Stellantis. E per quanto riguarda i lavoratori, pe preoccupazioni sono crescenti. A Grugliasco per esempio, non essendo chiare le linee che l’azienda vuole adottare, i lavoratori chiedono numi a sindacati e sull’argomento si interessa pure la politica, con il primo cittadino di Grugliasco che ha deciso di scrivere ai vertici aziendali.
Grugliasco, cosa si prevede per lo stabilimento Maserati
Su Grugliasco aleggia uno spettro che riguarda i modelli Maserati Ghibli e Quattroporte. Infatti pare che ci sia il concreto rischio che dal 2022 questi due modelli del marchio, potrebbero passare a Mirafiori. Infatti è proprio a Mirafiori che nel 2022 si inizieranno a produrre la Gran Cabrio e la Gran Turismo in versione full electric. E sempre a Mirafiori, anche la 500 Bev e la Maserati Levante.
Perché Mirafiori e non Grugliasco? Una domanda che adesso in molti si pongono dal momento che si parla di dimezzare i volumi di produzione con il concreto rischio di esuberi di personale. Niente di ufficiale per il momento, ma spiegare questo ai lavoratori che oggi tremano non è facile. L’indirizzo che sta prendendo Stellantis verso Mirafiori anziché Grugliasco dipende sostanzialmente dal fatto che il costo medio per unità prodotta a Grugliasco, è pari a circa il doppio rispetto al costo medio per unità prodotta a Mirafiori. E Stellantis è una azienda che deve fare i suoi interessi e quelli degli investitori. “
Non abbiamo mai detto che Grugliasco deve chiudere, ma abbiamo posto un problema di tutela dei 1.300 addetti di Grugliasco che sono stati in Cassa Integrazione Guadagni a zero ore per tutto il mese di maggio. Il tema dei costi dal punto di vista sindacale è esplosivo“, queste le parole di Davide Provenzano, segretario della Fim Cisl di Torino come le riporta il quotidiano il Sole 24 Ore.
L’incertezza sul futuro dello stabilimento Maserati di Grugliasco spinge il sindaco ad intervenire
Una missiva direttamente al CEO di Stellantis Carlos Tavares, questa è l’iniziativa presa da Roberto Montà, sindaco di Grugliasco, cittadina dove evidentemente lo Stabilimento Stelantis è importante per l’economia generale. Oltre che a Carlos Tavares, la lettera di Montà è stata indirizzata al direttore dello stabilimento, Marco Carbonatto e alle istituzioni politiche, a partire dal Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti e dal Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, e per finire ai senatori e deputati piemontesi, ai vertici dell’amministrazione regionale a partire dal Governatore, Alberto Cirio e alla sindaca di Torino Chiara Appendino.
Il sindaco di Grugliasco ha voluto interessare tutto l’apparato istituzionale e aziendale riguardo alle problematiche che anche lo stabilimento Maserati ha. Un modo per spostare l’attenzione su uno stabilimento che non ha la stessa cassa di risonanza dell’ex FCA di Melfi per esempio, che è stato al centro della discussione del 15 giugno scorso al Ministero dello Sviluppo Economico a Roma.
“Nel quadro del prossimo piano industriale, il primo e molto atteso del nuovo gruppo Stellantis, vi chiediamo di porre attenzione ai fattori di competitività di questo stabilimento, del tessuto produttivo sviluppato intorno e al valore aggiunto rappresentato dai dipendenti e dalle loro esperienze e competenze. Ci attendiamo non solo che siano fugate le voci, che auspichiamo siano infondate, di chiusura e/o spostamento della produzione a Mirafiori, ma anche che si operi nella logica di rafforzamento del tessuto dell’automotive che Torino e l’area metropolitana possono rappresentare, favorendo la realizzazione di nuovi modelli e della Gigafactory”, così ha scritto il sindaco di Grugliasco nella sua lettera.
Una richiesta di chiarimenti che il sindaco ha fatto a nome degli interessati, perché soprattutto sulle voci di spostamento della produzione verso Mirafiori, occorrono notizie certe visto lo stato d’animo che si respira in fabbrica. E poi anche la questione della nuova fabbrica di batterie per cui Mirafiori sembra in lizza anche se indietro rispetto a Melfi, potrebbe essere una opportunità che se confermata in Piemonte, potrebbe fugare subito le voci di ridimensionamento del polo produttivo.
Grugliasco per FCA e ancora prima per Fiat, era importante, come dimostrano gli elevati investimenti fatti prima della fusione (Il primo cittadino, sempre nella missiva, ha ricordato come Fiat ed Fca abbiano investito oltre 1 miliardo di euro per la riqualificazione del sito, affinché potesse ospitare la produzione del marchio Maserati, nella logica di collocare a Torino e a Grugliasco il polo produttivo dei segmenti “premium” e “luxury”).
È dal post fusione che la situazione sembra cambiata nonostante quegli investimenti precedentemente predisposti, hanno prodotto su Grugliasco la nascita di una fabbrica efficiente e moderna. Secondo il sindaco poi, non possono essere trascurati i 1.300 lavoratori dello stabilimento, che sono di meno rispetto a Mirafiori o Melfi, ma che sono pur sempre importanti.
“Il sito produttivo di Grugliasco rappresenta, quindi, una risorsa per il Gruppo Stellantis e per il sistema produttivo dell’Automotive italiano e piemontese”, questo ciò che ha ribadito il sindaco che poi ha continuato con l’auspicio che “vi siano tutte le condizioni e le possibilità per far sì che lo stabilimento AGAP, insieme a Mirafiori, rappresenti uno dei pilastri del rilancio dell’Automotive italiano, fornendo competenze e quell’amore per il prodotto che ha segnato l’immagine di un marchio importante quale Maserati. Ribadiamo la nostra disponibilità a partecipare a un tavolo che veda presente Stellantis e rappresentanti delle istituzioni a livello nazionale, regionale e locale unitamente alle organizzazioni sindacali”.
Non ci sono solo i problemi dei lavoratori ma anche quelli dei concessionari
Che Stellantis da quando è nata abbia rivoluzionato tutto per quanto riguarda il sistema produttivo precedente è evidente. E se per i lavoratori delle fabbriche la situazione non è rosea, nonostante le promesse che per esempio, a Melfi dal 2024 porteranno alla produzione di 4 nuovi veicoli elettrici di altrettanti marchi del gruppo, non lo è nemmeno per i concessionari. Parliamo dei concessionari ex FCA, perché anche in questo spaccato dell’Automotive ci sono delle rivoluzioni in atto. Le indicazioni dai vertici aziendali infatti spingono verso il cambiamento dei concessionari che verrebbero trasformati in autentici agenti di vendita.
Anche in questo caso problema grave dal momento che se ne è occupato anche il Sole 24 Ore che ha riportato le dichiarazioni di Fausto Antinucci, managing director di Italia Bilanci. Argomento proprio questa novità riguardante il mondo dei concessionari che rischia di cambiare profondamente e per sempre per quanto riguarda quelli che erano abituati a lavorare in un certo modo con FCA e che adesso devono sottostare alla rivoluzione di Stellantis.
“Per risparmiare sulla distribuzione aumenterà la presenza della casa auto nel retail business. Essa assumerà la piena titolarità del rapporto contrattuale col cliente finale, rapporto oggi riservato al concessionario. Le case premieranno gli operatori in grado di dare più qualità, organizzazione e performance“, così verrà cambiato il sistema dei concessionari. Ma i problemi riguardano i minori margini di guadagno, perché rispetto ai concessionari questo succederà per agenti e commissionari. Infatti verranno a mancare le vendite di servizi in proprio, senza calcolare la vendita dei servizi collegati alla transizione tecnologica che specie al Sud, dove siamo ancora piuttosto indietro, tali servizi mancano.