Costruire una nuova fabbrica da parte di una azienda già operante in Italia ha sempre dei risvolti importantissimi. Basti pensare alla potenziale richiesta di manodopera, perché l’occupazione è sempre importante soprattutto di questi tempi con la grave crisi economica degli ultimi mesi.
Per ogni territorio italiano, mai come in questa fase, trovare aziende che investono e costruiscono fabbriche dove poi assumeranno operai è di importanza capitale per il tessuto sociale della zona. Questo vale per le ricche Regioni del Nord ed anche per quelle meno floride del Mezzogiorno.
Da Stellantis che ha deciso (al momento a parole, poi vedremo se alle parole seguiranno i fatti) di investire in Italia soprattutto visto il passaggio all’elettrificazione, la notizia è la volontà di costruire in Italia le batterie che andranno montate sui veicoli elettrici. In pratica, si prevede la costruzione di una fabbrica di batterie, la cosiddetta Gigafactory. Ottima notizia senza dubbio, ma che sta facendo discutere riguardo alla collocazione della stessa.
Sono in contesa la Basilicata, con il suo stabilimento sito in Località San Nicola di Melfi e il Piemonte, con il suo stabilimento di Mirafiori. E proprio su Mirafiori che la politica locale ed i sindacati regionali stanno spronando il governo a far ricadere la scelta sul Piemonte. La settimana appena iniziata sarà probabilmente quella decisiva visto che sono in calendario appuntamenti in cui l’azienda spiegherà nel dettaglio il suo piano aziendale.
Gigafactory tra Melfi e Mirafiori, dal Piemonte pressing incessante
La terza fabbrica di batterie del gruppo Stellantis nascerà in Italia. Questa sembra l’unica certezza visto che dopo le prime due messe in cantiere dal colosso dell’Automotive nato dalla fusione di PSA con FCA, che sorgeranno in Francia e Germania, la terza ha preso la via del Bel Paese. Vinta la concorrenza della Spagna, che si era candidata per ospitare la Gigafactory.
Adesso però la concorrenza è interna, tra i due stabilimenti più importanti dell’ex Fiat ed FCA, cioè Melfi in Basilicata e Mirafiori in Piemonte. Tra l’altro parliamo di due stabilimenti dove le ultime riunioni hanno prodotto notizie positive, a dispetto delle altre fabbriche di Stellantis in Italia. A Melfi per esempio, dal 2024 si sposterà la produzione di ben 4 veicoli elettrici del gruppo, veicoli di 4 differenti brand di Stellantis.
Ma il made in Italy elettrico vedrà centrale anche Mirafiori, anche se non certo come Melfi, dove si continueranno a produrre 400.000 veicoli all’anno e dove si continuerà a costruire più della metà delle auto che da sempre Fiat ed FCA costruivano nella Penisola.
Su Mirafiori infatti sembra che i vertici aziendali hanno chiesto ai fornitori se sono in grado di sostenere un aumento della produzione dalle attuali 60 o 70 mila auto, a 100 o 140 mila. Così, se a Melfi hanno deciso di spostare nel 2024 la produzione di 4 nuovi veicoli elettrici forse di Fiat, Alfa Romeo, Lancia e Jeep, a Mirafiori potrebbe toccare l’aumento di produzione della Fiat 500 elettrica ma nell’immediato e non nel 2024, dato che ai fornitori si è chiesta una risposta già per il 6 luglio.
Cade così quello che molti reputavano un vantaggio di Melfi, perché costruire una Gigafactory in prossimità degli stabilimenti dove si costruiranno le auto elettriche, sembrava essere un fattore che facesse propendere la scelta verso Melfi per la nuova fabbrica di batterie. Adesso con la novità riguardo Mirafiori, il vantaggio sembra venire meno e così l’ipotesi che si faccia nel capoluogo piemontese è sempre più verosimile. E in questo caso sarà il prossimo 8 luglio il giorno importante, perché Stellantis chierirà il suo progetto e metterà fine alla querelle presentando il piano sulla Gigafactory con tanto di collocazione fisica della fabbrica.
Il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, sprona il governo
A dire il vero c’è chi smorza i toni entusiastici relativi alla nuova fabbrica di batterie, sottintendendo che parlare di Gigafactory è una esagerazione. Infatti a Torino è già presente una area di assemblaggio di batterie e probabilmente quella che oggi chiamano, erroneamente Gigafactory (con questo termine si intende una fabbrica di grandi dimensioni, deputata esclusivamente alla costruzione e finitura delle batterie elettriche), potrebbe esserne de tutto simile, anche se si costruisse a Melfi.
Alberto Cirio, Governatore del Piemonte però, ha messo a punto un autentico dossier per il Presidente del Consiglio Mario Draghi. “Mi auguro che il governo sappia dire la sua. Parliamo di investimenti che il privato da solo non può fare, e quando uno paga il conto può decidere qualcosa dei piatti che vengono serviti. La decisione è politica, la nostra candidatura va condivisa da tutti. Noi rivendichiamo fortemente la localizzazione in Piemonte”, queste le parole del Governatore del Pimonte, parole che non lasciano dubbi circa la candidatura di Torino come sede della nuova Gigafactory.
E sono parole che il Presidente della Regione Piemonte ha voluto mandare in maniera più o meno diretta al governo, soprattutto a Roberto Cingolani, Ministro della Transizione Ecologica che di fatto ha messo le mani avanti tirando fuori il governo dalla scelta relativa alla collocazione della nuova Gigafactory di Stellantis.
“La Gigafactory a Torino? Non decidiamo noi, non spetta ai governi la scelta della sede, ma ai produttori e ai territori. L’importante è che sia in Italia. A me spetta favorire il successo del Paese: garantisco la massima laicità“, queste le discusse e discutibili parole di Cingolani, titolare di quel Ministero della Transizione Ecologica fortemente voluto dal Movimento5 Stelle che tratta una materia, evidentemente collegata anche alla mobilità elettrica.