Quella di ieri è stata una giornata decisamente storica per Stellantis, probabilmente anche per buona parte dell’industria automobilistica mondiale, praticamente a soli sei mesi dall’effettiva conclusione dell’operazione di fusione tra FCA e PSA che ha costituito un colosso che ora comincia a rappresentare quelli che saranno i suoi primi frutti in una fase decisamente importante per il mercato dell’auto legato sempre più ad una transizione ecologica che guarda verso l’elettrico con attenzione ora maggiore.
Decisamente importante è anche l’investimento previsto da Stellantis che in appena cinque anni vuole mettere in pratica un dato pari a oltre 30 miliardi di euro. Di questo e tanto altro si è parlato durante l’EV Day di ieri. I discorsi messi in pratica da Carlos Tavares hanno posto le basi per il futuro elettrico dei marchi di Stellantis, utile anche a collocare in maniera precisa ognuno di essi per contribuire a realizzare valori importanti su specifici settori di utenza selezionata. L’EV Day ha rappresentato quindi l’occasione giusta per fissare i punti sulle I in tema di Gigafactory, piattaforme, motorizzazioni, batterie e loro smaltimento e mobilità sostenibile.
L’obiettivo per Stellantis, mai velato, è quello legato alla volontà di diventare leader globale fra i veicoli a basse emissioni. Difatti già fino al 2030 Stellantis prevede di introdurre in Europa più del 70% di vetture a basse emissioni col dato che invece negli Stati Uniti dovrebbe raggiungere il 40% nello stesso arco temporale. Un ulteriore approccio alla questione sarà destinato al fatto di ambire ad un buon 30% di efficienza in più rispetto alla media del settore nel rapporto fra ricavi e spesa totale destinata alla ricerca e sviluppo.
Sulla questione, il CEO di Stellantis, Carlos Tavares ha ammesso: “non vedo ragioni per non fare margini in doppia cifra con l’elettrico. Oggi stiamo beneficiando degli incentivi chiaramente e stiamo proteggendo anche così i nostri margini, ma il nostro lavoro ora è quello di mantenere la profittabilità con la graduale scomparsa degli incentivi. Stellantis sarà aiutata in maniera significativa dalle sue sinergie interne e noi crediamo che centreremo l’obiettivo di proteggere i margini e offrire una grande alternativa ai nostri clienti”.
Batterie al centro
Come è già noto, la Gigafactory italiana sorgerà nell’area oggi interessata dall’Impianto di Termoli con Carlos Tavares che ieri ha fornito probabilmente una delle sorprese più inaspettate per l’evento viste le indiscrezioni che escludevano del tutto il sito citato ieri. Stellantis si doterà quindi una terza Gigafactory destinata alla realizzazione delle batterie utili alle vetture elettrificate del gruppo: la fabbrica italiana arriva dopo quelle già annunciate in Francia e Germania in accordo con almeno altre due che saranno annunciate nei prossimi anni, fino a raggiungere un complessivo di 5 stabilimenti simili a quello che sorgerà a Termoli.
Di certo i passaggi fondamentali per l’elettrico saranno sempre più rappresentati dall’autonomia e dalla possibilità di disporre della ricarica rapida. Le analisi prevedono di poter raggiungere autonomie comprese fra 500 e 800 chilometri sfruttando una capacità di ricarica nell’ordine dei 32 chilometri al minuto. C’è inoltre un fondamentale obiettivo di riduzione dei costi pari al 40% entro il 2024, quindi di un ulteriore 20% entro il 2030. Stellantis dovrà pensare anche alle fasi di riparazione, alla rigenerazione, quindi al riutilizzo e all’eventuale riciclo degli accumulatori. Già nel 2024 cominceranno ad essere impiegate batterie ad alta densità energetica e un’altra possibilità priva di nichel e cobalto. Dal 2026 invece si procederà con le prime applicazioni di batterie allo stato solido.
Nel frattempo si studiano reti di ricarica veloce in ogni parte d’Europa in accordo col Memorandum di Intesa siglato da Free2Move eSolutions ed Engie EPS. Ne deriva quindi che dal punto di vista legislativo, “siamo già in linea con le future regole: la nostra strategia prevede di avere il 70% di modelli a basse emissioni entro il 2030 e di questi le elettriche pure rappresenteranno l’80%. Siamo in attesa di capire se ci sarà un divieto totale a livello europeo alla vendita di modelli con motori termici dopo il 2030, ma in questo momento è difficile dire se avverrà nel 2035, nel 2040 o in un altro momento”, ha aggiunto Tavares.
Piattaforme e destinazioni differenti
La base tecnica del nuovo corso elettrico di Stellantis è affidata a 4 nuove piattaforme, differenti fra loro in accordo con le dimensioni dei modelli che potranno accogliere. Le nuove piattaforme STLA proposte da Stellantis, e già annunciate qualche mese fa, saranno il fulcro dell’importante opera di condivisione fra i marchi della galassia Stellantis ma l’importante flessibilità permetterà a queste di ragionare su un parterre di modelli fortemente diversificati oltre al fatto di poter garantire percorrenze in termini di autonomia in elettrico nell’ordine degli 800 chilometri.
Tutte potranno essere dotate di diverse tipologie di propulsori e accumulatori, ma si baseranno anche su software specifici in grado di garantire aggiornamenti in modalità OTA (Over The Air). Sul tema del software, nei prossimi mesi Stellantis proporrà anche uno specifico Software Day: “abbiamo le risorse per la transizione e il grosso di quella cifra proverrà dal nostro bilancio, senza troppo discostarci dai nostri livelli di spesa del passato”, ha ammesso Richard Palmer, CFO di Stellantis.
“Stellantis è nata solo da sei mesi e vediamo già i vantaggi delle sinergie. Questo ci differenzia dalla concorrenza così come il 30% di efficienza finanziaria in più. E poi la nostra diversity industriale costituisce un altro vantaggio da sfruttare per la comprensione dei mercati. Oltre ai 30 miliardi per l’elettrico e il software dedicato ci saranno altri stanziamenti per il software non al servizio dell’elettrificazione: ne parleremo quest’anno all’interno di un Software Day”, ha aggiunto invece Carlos Tavares.
L’elettrico di Stellantis passerà quindi per le quattro piattaforme con ogni piattaforma che sarà capace di supportare fino a due milioni di unità realizzate all’anno. La propulsione prevede invece tre moduli di azionamento elettrico (EDM) e pacchi batterie standardizzati per coprire al meglio marchi e segmenti specifici con configurazioni a trazione anteriore, posteriore, integrale e integrale elettrica. Le nuove elettriche della galassia Stellantis utilizzeranno tre famiglie di propulsori combinabili fra loro per garantire ampie dosi di flessibilità. La gamma partirà dall’unità EDM #1 da 95 cavalli e 400 Volt, quindi le EDM #2 con potenze comprese fra i 170 e i 245 cavalli e 400 Volt, mentre per le alte prestazioni sarà resa disponibile la famiglia EDM #3 a 400 o 800 Volt con potenze fra i 204 e i 449 cavalli. Tutti potranno però essere combinati per raggiungere valori di potenza ancora più esagerati.
Patrice Lucas, Deputy Chief Engineering Officer, ieri ha aggiunto: “abbiamo definito 4 piattaforme di strategia con moduli e tecnologie diverse per coprire le esigenze totali del mercato dell’automotive. Stellantis offrirà la soluzione più efficiente per ogni categoria di veicoli elettrificati”. In definitiva, quelle che Stellantis metterà in pratica saranno le piattaforme per l’elettrico più avanzate ad oggi a disposizione.
Ecco le quattro piattaforma rese disponibili:
- STLA Small, con un’autonomia fino a 500 km
- STLA Medium, con un’autonomia fino a 700 km
- STLA Large, con un’autonomia fino a 800 km
- STLA Frame, con un’autonomia fino a 800 km
Come abbiamo visto già qui, ogni marchio avrà poi una destinazione specifica derivata dalla specifica visione proposta da quel marchio con slogan realizzati su misura e utenze specifiche nel mirino. “Non creiamo auto, ma storie da condividere nelle nostre vite. Siamo Stellantis”, ha concluso con un pelo di orgoglio Carlos Tavares.