Tempo fa ci fu una dura presa di posizione da parte della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, per quanto concerne l’attività di Stellantis in Italia. Erano i giorni della sopraggiunta fusione tra i francesi di Peugeot (PSA, con dentro anche Citroen ed Opel) e gli italiani di FCA (Fiat Chrysler Automobiles). Una fusione che per la parlamentare nascondeva dentro una autentica cessione da parte dell’Italia verso la Francia, della nostra vecchia e cara Fiat, che nel frattempo era divenuta FCA.
Una acquisizione in piena regola, sosteneva Giorgia Meloni criticando duramente la politica e il governo reo di aver accettato senza intervenire, l’evento, a dispetto del governo dirimpettaio francese che ha una partecipazione addirittura nell’azionariato di Stellantis.
Adesso che il discorso di Stellantis verte più su una concorrenza interna tra stabilimenti italiani, tutti più o meno in crisi e tutti più o meno a regime ridotto vista la crisi economica del momento e vista la poca chiarezza che i vertici aziendali hanno dimostrato in queste settimane, da Fratelli d’Italia, o meglio da quello che ha contribuito a fondarlo con la Meloni (adesso Crosetto è fuori dalla politica), Guido Crosetto, arrivano critiche alla politica piemontese.
Perché in Piemonte adesso ci si lamenta di Stellantis
Quello che adesso è scoppiato come una bomba e che ha fatto emergere malumori anche in Piemonte come da mesi erano emersi a Melfi, a Pomigliano e nelle altre Regioni sedi di fabbriche di Stellantis, è la questione della Gigafactory.
Tutto lasciava pensare che la nuova fabbrica di batterie per veicoli elettrici fosse una cosa che avrebbe riguardato Melfi o Mirafiori. E su quest’ultima la politica piemontese si è spesa molto per fomentare il governo nazionale e i vertici aziendali di Stellantis, a portare la cosiddetta Gigafactory a Mirafiori e non a Melfi.
La mossa che sa di beffa però l’ha fatta l’azienda, che tra non ha scelto ne Melfi e nemmeno Mirafiori, non dando ascolto alla politica piemontese che chiedeva a gran voce che fosse lo stabilimento storico di Torino la sede deputata alla fabbrica di batterie per veicoli elettrici così appetita da tutti.
Stellantis ha deciso di spostare la fabbrica a Termoli, in Molise. Una scelta che ha lasciato basiti tutti in Piemonte, con Cirio e la Appendino, rispettivamente Presidente della Regione Piemonte e sindaca di Torino, che hanno parlato di tradimento.
“Piangono tardi ma sono anni che Torino perde pezzi”, così sul Corriere della Sera, Guido Crosetto ha commentato le dichiarazioni provenienti dal Piemonte, con parole al fulmicotone da parte delle istituzioni di Torino e del Piemonte, all’annuncio della Gigafactory a Termoli.
“Tardi per piangere adesso, quando proprio le istituzioni non hanno mai operato alcuna moral suasion nei confronti dell’azienda. Un privato che è giusto risponda ai propri azionisti, per carità, ma che negli anni ha portato via un pezzo alla volta”, questo il pensiero del cofondatore di Fratelli d’Italia.
Crosetto ricorda le sue azioni nel passato
Crosetto, uno che ha una lunga storia politica, viene ricordato sicuramente per alcune sue iniziative che hanno riguardato anche il Mondo di FCA in Piemonte. E adeso critica duramente di nuovo la politica e le istituzioni locali che adesso alzano la voce ma che avrebbero dovuto farlo ben prima che Stellantis decidesse di portare la Gigafactory lontano da Torino.
“Non mi stupisco di essere l’unico a farlo, fui il solo anche quando Fca sposto le proprie sedi legali e fiscali all’estero”, questo il contenuto di un Tweet del noto imprenditore.
“Molte istituzioni piemontesi piangono per la scelta di Stellantis di continuare a disinvestire da Torino e dal Piemonte. Quando per decenni hanno risposto con sorrisi ad ogni schiaffo che veniva dato al territorio da quell’azienda, non pensavano che poi ci prendesse gusto?”, così Crosetto amplifica la dose delle sue contestazioni parlando di atteggiamento sempre troppo passivo della politica locale di fronte alle iniziative, spesso contrarie al polo produttivo del Piemonte, che prima FCA e adesso Stellantis adottano
“Tutti danno per scontato che Stellantis possa disinvestire da qui come se nulla fosse collegato nella sua storia al Piemonte e Torino. Prima di diventare Fiat centrica, Torino, ma anche il Piemonte, era prima nel settore della meccanica, poi ha ceduto questo primato all’Emilia Romagna. Ci siamo in gran parte sclerotizzati lavorando solo per la Fiat” così ha chiuso il tweet Crosetto.
Ma se le critiche a quanto sta accadendo a Stellantis, da parte del mondo della politica e degli imprenditori apparivano scontate, forse ancora più gravi solo le dichiarazioni che arrivano dal mondo ecclesiastico. Sulla vicenda Stellantis infatti ha voluto dire la sua perfino l’Arcivescovo Cesare Nosiglia.
“La scelta di Termoli come sede del nuovo impianto di produzione delle batterie elettriche lascia, una volta di più, amarezza e delusione, ancora di più dopo il vistoso e drammatico caso dell’Embraco. È il momento di varare una politica industriale chiara, coerente e condivisa per Torino e il Piemonte”, questa la repriemenda dell’Arcivescovo. Come riporta sempre il Corriere della Sera, l’ecclesiastico ha continuato con un eloquente “le istituzioni locali, però, non possono rimanere ferme a guardare, oppure, dividersi. Se c’è qualcosa che dovremmo aver imparato, in questi lunghi anni di addio alla fabbrica tradizionale è che la città, se è divisa, perde sempre».