Per carità, Stellantis non fa nulla di illecito e non si è inventato nulla di nuovo. Infatti i piani di incentivazione all’esodo dei lavoratori, soprattutto perché sulla carta si tratta di soggetti prossimi alla pensione, è una cosa che a livello governativo da anni viene adottato come strumento previdenziale di pensionamento anticipato a carico delle aziende e con lo Stato che ci rimette poco.
Contratto di espansione, questo il nuovo strumento previdenziale che il governo italiano ha adottato per consentire ai lavoratori che si trovano a 4 anni dalla pensione, di accedere alla quiescenza anticipatamente. Ed allo stesso tempo si da manforte all’azienda nel progetto di riqualificazione e di innovazione, visto che viene prevista oltre alla possibilità di mandare a riposo i dipendenti più vecchi e meno propensi alle novità, soprattutto tecnologiche, anche di assumere forze lavoro nuove (anzi, più che possibilità p un obbligo visto che nel piano del contrato di espansione le aziende sono costrette a mettere per iscritto le nuove assunzioni alla pari dei pensionamenti). E poi c’è l’Isopensione, misura più vecchia ma del tutto simile, che riguarda però anche le piccole aziende, cosa questa che per il contratto di espansione non è prevista.
Si tratta in ogni caso di incentivazioni all’esodo dei lavoratori, ed è quello che Stellantis ed i sindacati hanno avviato da settimane in ogni singolo stabilimento del gruppo in Italia. Ciò che manca è il piano di nuove assunzioni, perché pare che ai licenziamenti dei lavoratori (si inizia con i vicini alla pensione, ma gli incentivi possono spingere anche alcuni giovani a scegliere di andarsene a casa), non si contrappongono le assunzioni, o almeno non in numero pari.
Ogni 3 via, uno dentro, Stellantis riduce il personale?
Contenere i costi di produzione degli stabilimenti italiani è il dogma che i vertici aziendali hanno preso come mantra. Si inizia con i servizi, perché fin da subito sono stati tagliati alcuni servizi esterni di Stellantis. Poi si passa all’internalizzazione di alcune commesse esterne, in modo tale da sfruttare i propri lavoratori in produzioni di componenti senza dover pagare i fornitori. E adesso si pensa a ridurre il costo del lavoro, ma non tagliando le tasse, ma probabilmente tagliando dipendenti mascherando il taglio con l’istituto dell’incentivo ai licenziamenti.
Se ti do un tot, che ne dici se ti licenzi? È questo ciò che in parole povere accade con gli incentivi all’esodo, che sono l’accordo che sindacati e azienda hanno già trovato a Melfi, a Termoli e adesso anche in Piemonte, tra Mirafiori e Grugliasco. E sembra che sarà intorno ai 50.000 euro lordi l’offerta ai lavoratori affinché di fatto tolgano il “disturbo”.
Per esempio a Mirafiori e Grugliasco, azienda e sindacati sembrano collegati da una proposta che mira ad arrivare a 400 pensionamenti e ad un inserimento di un orario di lavoro ridotto al 20%.
Un piano che sembra fatto apposta per tagliare il costo dell’azienda
La forza lavoro ormai vicina alla pensione a casa e in azienda nuovi lavoratori giovani, più competenti epiù in linea con il futuro de settore dell’Automotive che sta viaggiando, Stellantis compresa, verso la completa elettrificazione. A Grugliasco, nella fabbrica Maserati, sono 100 gli addeti che saranno portati mano nella mano da Stellantis, alla pensione grazie agli incentivi di cui parlavamo prima.
Solo che nel frattempo da Grugliasco molte produzioni di veicoli, molti modelli di auto di lusso, sono passate a Mirafiori. Segno che difficilmente i 100 neo pensionati verranno sostituiti da 100 giovani.
Pure a Mirafiori però saranno centinai gli interessati a questa soluzione (gli incentivi all’esodo). Ed è di ieri che si parla di una bozza di intesa tra sindacati e Stellantis che porterà all’esubero di circa 400 dipendenti, stavolta , impiegati e tecnici, in esubero e per i quali Stellantis in sede Ministeriale avvierà il piano del contratto di Espansione che il governo Draghi nel decreto Sostegni Bis ha potenziato ed ampliato. Come dicevamo, si tratta dello scivolo pensionistico che anticipa la pensione di vecchiaia che si prende a 67 anni, di ben 5 anni. E lo stesso accade per chi è prossimo alla pensione anticipata ordinaria, che si centra con 42,10 anni di contributi senza limiti anagrafici per gli uomini e con 41,10 anni di contributi, sempre indipendentemente dall’età, per le donne.
E come prevede proprio il contratto di espansione, ogni 3 fuoriusciti è obbligatorio assumere un nuovo dipendente, e c’è da giurarci, questo farà Stellantis, cioè restare perfettamente nel perimetro che ammette la normativa del governo.
“Accogliamo positivamente la proposta”, questo ciò che hanno detto i sindacati all’ipotesi di avviare i contratti di espansione, per i quali occorre trovare una intesa a livello Ministeriale. Infatti azienda e sindacati dovranno andare a siglare l’accordo al Ministero del Lavoro.
Ciò che i sindacati sottolineano però, è che rispetto al classico contratto di espansione, loro hanno richiesto all’azienda che oltre a prevedere la corresponsione dell’indennità di prepensionamento ed eventualmente, la restante parte della contribuzione da versare per chi è vicino alla pensione anticipata (per la pensione di vecchiaia invece non ci sono contributi figurativi da versare ma solo l’assegno di prepensionamento), dovrà erogare ai lavoratori che aderiranno al contratto di espansione (che resta una opzione a libera scelta del lavoratore), anche un indennizzo economico. Indennizzo che essendo un di più rispetto a quanto prevede il governo, non sembra sarà accettato dall’azienda.
Che siamo solo all’inizio di un concreto taglio di personale in Stellantis è più di un dato di fatto, soprattutto guardando al fato che oggi molti stabilimenti lavorano a basso regime ed hanno attività votate su veicoli a fine ciclo di produzione. E i progetti elettrici con i 4 nuovi veicoli di Melfi o la fabbrica di batterie elettriche di Termoli, inizieranno tra 2024 e 2025. Troppo lontane nel tempo per scongiurare il pericolo che Stellantis oggi inizi a ridurre le spese a partire da quelle del personale.