Ci sono auto nate per la pista ed altre che, pur se pensate per l’uso nelle comuni arterie viarie, riescono ad esprimersi con sublime grazia fra i cordoli: la Ferrari SF90 Stradale appartiene alla specie, nonostante il peso poco intonato all’esperienza racing. Il fatto che questa vettura abbia segnato il giro record, fra i modelli di serie, sulla pista di Fiorano, con 1’19″00, sta a dimostrarlo.
Protagonista dell’impresa dei 79 secondi, celebrata con un video dalla casa di Maranello, è stato un esemplare con Assetto Fiorano: si tratta di un allestimento specifico per quei clienti che vogliono concedersi un’impostazione ancora più racing della propria vettura. Rispetto al modello standard, qui il peso scende di 30 chilogrammi, grazie a un impego ancora più esteso di fibra di carbonio e titanio.
La presenza dello spoiler posteriore ad alto carico, ben visibile nella tela grafica complessiva, concorre alla superiore downforce, con un carico aerodinamico che tocca quota 390 chilogrammi a 250 km/h di velocità. L’equipaggiamento include anche degli ammortizzatori speciali Multimatic derivati dalle gare GT e degli pneumatici Michelin Pilot Sport Cup2 a mescola più morbida, appositamente studiati per migliorare la performance in pista in condizioni di asciutto.
Ferrari SF90 Stradale: l’Assetto Fiorano dà il plus
Questa miscela di interventi concorre a una superiore efficienza dinamica, con riflessi positivi sui numeri rilevati al cronometro. Il lap time siglato sulla pista di Fiorano sta a dimostrarlo. Per contestualizzare il dato ed avere un’idea meno aleatoria sulla qualità della performance messa a segno nel circuito di casa, basta dire che la FXX gira solo 3 secondi più rapida. La Ferrari LaFerrari, regina fra le hypercar moderne del “cavallino rampante“, è invece indietro di sette decimi.
Nessuno, a questo punto, può mettere in dubbio lo spessore prestazionale della Ferrari SF90 Stradale, che con l’Assetto Fiorano diventa ancora più incisivo. Del resto, c’è poco da sorprendersi, perché questa è l’auto di produzione più veloce di sempre a lasciare i cancelli di Maranello. Si tratta di una supercar che inaugura una nuova era nella storia del marchio, segnando l’ingresso in gamma della prima “rossa” di serie con tecnologia ibrida PHEV (Plug-in Hybrid Electric Vehicle).
Tecnologia di frontiera per una rossa da sogno
Come dicono gli uomini dello staff tecnico, la Ferrari SF90 Stradale è una vettura estrema in ogni sua parte e rappresenta una svolta epocale perché offre livelli di prestazioni finora mai visti su una vettura di serie. Basta focalizzarsi un attimo sul nome, chiaramente connesso a quello di una monoposto di Formula 1, per capire le sue ambizioni. La spinta fa capo a un motore endotermico V8 biturbo da 3990 centimetri cubi, che eroga 780 cavalli di potenza massima, a 7500 giri al minuto. Questo cuore è abbinato a tre propulsori elettrici da 220 cavalli, che portano la potenza complessiva alla stratosferica cifra di 1000 cavalli.
È una power unit di grande raffinatezza, inserita in un sistema complesso, che però non rende difficile la vita del pilota, chiamato soltanto a concentrarsi sulla guida: al resto ci pensa la sofisticata logica di controllo che supervisiona il sistema, partendo dalla modalità d’uso scelta. L’accelerazione della Ferrari SF90 Stradale, grazie anche alla trazione integrale, è mozzafiato: il passaggio da 0 a 100 km/h viene liquidato in soli 2.5 secondi, mentre i 200 km/h, sempre con partenza da fermo, sono già un ricordo dopo 6.7 secondi.
Prestazioni estreme e innovazione anche estetica
La rivista “Quattroruote”, in un recente test strumentale, ha fatto ancora meglio con un esemplare in Allestimento Fiorano. La velocità massima è di 340 km/h: credo che basti. A Maranello non hanno ritenuto necessario spingersi oltre. Il compito di smorzare la foga del modello è affidato a dei potenti freni carboceramici, che consentono di arrestare l’auto da 100 km/h in meno di 29.5 metri.
La Ferrari SF90 Stradale rappresenta una svolta epocale anche dal punto di vista stilistico, in quanto rivisita completamente le proporzioni che hanno caratterizzato le berlinette sport a motore posteriore-centrale degli ultimi venti anni, a partire dalla 360 Modena. Spiccano la ridotta sezione frontale e la cabina spostata verso l’anteriore per migliorare la penetrazione aerodinamica. Adesso, però, non vogliamo più tediarvi con altre parole. La palla passa al video pubblicato su Facebook dalla casa di Maranello. Buona visione!