Non solo il classico car sharing della società che mette le auto in condivisione, non solo il car sharing residenziale, ma anche quello privato MaaS: c’è un test a Torino. Nel capoluogo piemontese si cercano soluzioni per il futuro.
MaaS sta per Mobility as a Service. In Italia, amiamo usare i nomi inglesi: car sharing è auto in condivisione. Mobility as a Service è la mobilità comprata, anziché acquistare una vettura. I torinesi potranno candidarsi per aderire alla sperimentazione per l’utilizzo di buoni mobilità attraverso una piattaforma di MaaS.
Prevede l’integrazione di molteplici servizi di trasporto pubblici e privati (trasporto pubblico locale, car sharing, bike sharing, scooter sharing, taxi, noleggio). Riuniti in un unico servizio e con un unico sistema di pagamento: vengono offerti su una piattaforma dedicata e con molteplici funzionalità. I cittadini potranno accedere con il proprio smartphone.
Torino cerca il riscatto con il car sharing
Una piccola soddisfazione per Torino, che sta perdendo Stellantis, ha smarrito il Salone dell’auto (a favore di Milano), ha abortito il sogno Olimpiadi. Del Maas ha parlato l’assessora comunale alla Mobilità Maria Lapietra che ha illustrato ad Agorà di Rai3 il nuovo sistema e il bando: scade il 2 agosto. Le aziende hanno tempo sino a quella data per partecipare alla sperimentazione della nuova mobilità. “Con la nuova App, si potranno acquistare i servizi alternativi all’auto privata, monopattini, bus, taxi, car sharing, scooter”. Si comprano i servizi, ovviamente, non le auto, che si prendono a noleggio lampo.
Chi rottama un’auto in famiglia o non ha l’auto, spiega Lapietra, riceverà soldi per un anno per usufruire dei pacchetti mobilità da utilizzare all’interno del nucleo familiare. “La sfida è grande”.
Entro il 2 agosto, per candidarsi alla sperimentazione, che partirà il 1° ottobre 2021, occorre essere maggiorenni e residenti a Torino, disporre di una certificazione Isee inferiore a 50mila euro. E non essere proprietari di un’auto o averla rottamata nel biennio 2020/2021. Serve essere titolari di una carta di credito o di altri sistemi di pagamento elettronici e possedere uno smartphone.