Luca di Montezemolo è un personaggio che fa parte della storia della Ferrari. A Maranello si sono disegnate due esperienze professionali straordinariamente importanti della sua vita. La prima parentesi prese forma nel 1973 e gli assicurò due titoli piloti e tre titoli costruttori fra il 1975 e il 1977, come responsabile della squadra corse. Poi l’uscita dal giro e il rientro nel 1991, nelle vesti di presidente e amministratore delegato, con una ricca scia di successi in ambito sportivo (l’era di Michael Schumacher) e in ambito produttivo, con modelli da sogno degni della migliore tradizione del “cavallino rampante“.
Proprio sulle “rosse” stradali vogliamo concentrarci in questo post, mettendo in risalto i tre modelli che hanno maggiormente segnato, a nostro avviso, la storia di Luca di Montezemolo come cliente Ferrari. Due di questi, in particolare, sono entrati nell’immaginario collettivo, per le vicende che portano in dote. Seguiteci nel viaggio alla scoperta del tris di supercar legate all’esperienza di owner di Luca di Montezemolo.
Ferrari 360 Barchetta
Ad aprire le danze non poteva che essere la Ferrari 360 Barchetta, regalata a Luca di Montezemolo da Gianni Agnelli nel 2000. La ragione di una cadeau così esclusivo? Le nozze del manager bolognese con Ludovica Andreoni. Il prestigioso committente, per tradurre in materia la sua visione, diede delle indicazioni a Pininfarina, che seppe interpretarle al meglio, dando vita a un esemplare unico di grandissimo fascino.
Come base per l’elaborazione, il celebre carrozziere torinese scelse una Ferrari 360 Spider F1. Poi si mise al lavoro, intervenendo in modo vistoso sulla parte alta della carrozzeria. Il risultato? Una barchetta da sogno, connessa ad una tradizione di storica importanza per la casa di Maranello, che ha sposato questa impostazione già a partire dalla 125 S, prima “rossa” di sempre. Sul fonte cromatico, l’Avvocato scelse un Grigio Alloy, capace di esaltare la plasticità delle forme dell’auto.
Anche se sul piano tecnico il modello non differisce dall’auto donatrice, la sua personalità è molto distintiva. La mancanza di qualsiasi sovrastruttura, ad eccezione del piccolo parabrezza, consente di gustare al meglio il sound sprigionato dal motore V8 da 3.6 litri, che regala fantastiche melodie alle orecchie, da godere al meglio en plein air. Solo un uomo di buon gusto come Gianni Agnelli poteva pensare a un regalo del genere. Solo un uomo elegante come Luca di Montezemolo poteva riceverlo. Chapeau!
Ferrari 348 TB
La Ferrari 348 è stata la supercar del “cavallino rampante” usata da Luca di Montezemolo prima del ritorno a Maranello del 1991. Per il suo esemplare, il celebre manager scelse un bel colore giallo. Purtroppo non gli piacque tanto, al di là dell’intrigante estetica. Una volta, secondo quanto da lui riferito, in uno scatto al semaforo faticò a tenere dietro un’auto molto meno nobile. Questo gli produsse un grande fastidio.
Celebri le sue parole, non proprio generose, verso il modello, che hanno pesato sul suo valore di mercato. A dire il vero, anche grandi ingegneri della casa di Maranello hanno sollevato più di qualche perplessità sulla Ferrari 348, ma le parole che si sono fissate come pietre nella storia della vettura sono state quelle di Luca di Montezemolo. Ecco perché l’abbiamo inserita nella nostra lista. Erede della 328, la 348 ha interpretato in modo diverso il tema della berlinetta con motore V8 disposto in posizione posteriore centrale.
A differenza dell’antesignana, qui il cuore è longitudinale, con cambio trasversale a 5 velocità più retromarcia. Completamente diverso anche l’approccio stilistico, chiaramente ispirato a quello della Testarossa, di cui la 348 è una specie di interpretazione in scala. Il design, firmato Pininfarina, è di grande bellezza ed armonia. Pure oggi è attuale. La spinta da capo a un motore V8 aspirato da 3.4 litri, che eroga una potenza massima di 300 cavalli (295 in quella catalizzata): all’epoca era un riferimento nel suo segmento di mercato.
Ferrari 599 GTB
La Ferrari 599 GTB Fiorano è l’auto sportiva della nostra lista meno legata a fatti storici particolari di Luca di Montezemolo. Il suo inserimento si deve solo al fatto che questa supercar incarna al meglio l’eleganza del manager bolognese e l’essenza del nuovo corso che lui ha conferito alla produzione stradale del “cavallino rampante”. Potremmo parlare di un “matrimonio” perfetto. Sotto l’abito elegante si nasconde un’auto piena di grinta e di carattere: doti in linea con quelle dell’uomo che l’ha voluta.
Anche se dopo di lei sono arrivate la F12berlinetta e la 812 Superfast, la Ferrari 599 GTB Fiorano continua ad offrirsi in modo smagliante. La spinta fa capo a un cuore V12 da 6 litri di cilindrata, con 620 cavalli all’attivo. Su questa vettura le forme non sono estreme, perché la sua missione è quella di essere un’elegante e versatile granturismo, ma sul piano dinamico è una degna discendente della stirpe, con prestazioni da prima della classe.
L’anima sportiva ha solo l’abito da sera: basta, però, sganciarle la cravatta per concedersi vibranti emozioni di guida. Penso che Luca di Montezemolo si sia tanto divertito con questa supercar a motore anteriore arretrato, scelta negli anni di permanenza in listino da tanti personaggi famosi, specie oltreoceano. L’unica cosa che non va è il fatto che sia nata, come la precedente 550 Maranello, per sostituire un’icona come la Testarossa, che meritava una discendente con architettura diversa, da affiancare alla Ferrari 599 GTB.