In casa Stellantis, lo stabilimento Sevel d’Abruzzo con sede ad Atessa, rappresenta uno dei fiori all’occhiello della produzione italiana del Gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA. Alla Sevel, Stellantis realizza veicoli commerciali ad alto ritmo al contrario di quanto succede altrove. Tuttavia, sebbene le attività produttive procedono in maniera spedita, i sindacati sono pronti a scioperare con la volontà di bloccare ogni attività produttiva all’interno del sito di Atessa.
Di conseguenza ciò che sta verificandosi alla Sevel è assolutamente fuori da ogni canonica condizione. Lo sciopero ragionato dai sindacati è dovuto al fatto che, nonostante la produzione sia in netta crescita, vengono ridotti i lavoratori e quindi aumentano quelli in somministrazione. A questa condizione si aggiunge il fatto che Stellantis non ha fornito garanzie sulla stabilizzazione dei lavoratori che da molti anni lavorano alla Sevel.
Sulla questione il segretario nazionale di FIM-CISL, Fernando Uliano, ha ammesso: “è una situazione che per la Fim -Cisl non è più accettabile. Nello stabilimento Sevel si sono incrementati turni da 15 a 17 fino a 18 turni e la previsione per quest’anno è di andare oltre i 300.000 Veicoli commerciali, risultato mai avvenuto nella storia di Sevel. E il nuovo gruppo Stellantis che fa? Ha abbassato i lavoratori interni e aumentato i lavoratori in somministrazione non dandoci risposte sulla stabilizzazione di lavoratori che lavorano da anni in Sevel”.
Situazione delicata in Sevel
La condizione in Sevel rimane comunque delicata, secondo quanto confermato dalla stessa FIM-CISL. Di certo ci sono dei passi in avanti interessanti sul comparto produttivo. Se si guarda a cinque anni, nel 2016 alla Sevel si producevano 290mila furgoni grazie all’impiego di 6059 lavoratori a tempo indeterminato. Quindi nel 2021 l’annata si chiuderà con più di 300mila furgoni prodotti. c’è però un importante calo nel complessivo di lavoratori impegnati: oggi sono infatti 5670 quelli impegnati a tempo indeterminato, con 705 in somministrazione.
Stellantis però non fornisce risposte, almeno secondo quanto confermato ancora da Fernando Uliano di FIM-CISL: “è necessario trasformare in dipendenti i lavoratori in somministrazione a tempo indeterminato, avere garanzie sulle proroghe di quelli a tempo determinato e la costituzione di un diritto di precedenza per futuri ingressi ai 133 somministrati che nei mesi scorsi non sono stati confermati”.
La condizione che sicuramente non convince è quella legata al fatto che oggi gli alti numeri produttivi proposti ad Atessa non fanno il paio con una corretta crescita del comparto occupazionale. Le politiche prodotte da Stellantis, in questo caso, appaiono quindi fortemente condizionate dal dubbio. La situazione rimane complicata, vedremo quali saranno i prossimi passaggi.