A Termoli si producono i motori dei veicoli ad alimentazione termica e man mano che passano i mesi la produzione inevitabilmente calerà. Ma in Molise c’è anche la Sevel, fabbrica di veicoli commerciali di Stellantis. Nello stretto giro di qualche anno Stellantis virerà decisamente verso l’elettrico ed in Molise, a Termoli, verrà costituita una nuova fabbrica di batterie per auto elettriche.
Un modo per tamponare il calo di produzione dei vecchi motori, questo forse è alla base della decisione di Stellantis, di spostare a Termoli la Gigafactory. Ma questo non impedirà all’azienda nata dalla fusione di PSA ed FCA, di proseguire in una politica di tagli occupazionali.
La politica dei tagli di Stellantis non risparmia la Sevel
In parte nascosti dagli incentivi a licenziamenti e pensionamenti volontari ed in parte nascosti dal fatto che i tagli riguarderanno ovunque l’indotto, fatto sta che le notizie non sono buone.
Per esempio dallo stesso Molise, interessato dalla nuova fabbrica di batterie per auto elettriche, arrivano notizie di ipotetici tagli di personale. Stavolta si parla della Sevel, sita a Val di Sangro e che si occupa della produzione di veicoli commerciali e monovolume con marchio Fiat, Fiat Professional, Lancia, Citroen e Peugeot.
Dal Molise la notizia che alcuni lavoratori precari della Sevel potrebbero restare presto a casa. E sarebbero circa 700 gli interinali che a prescindere da un preventivato aumento di produzione, rischiano di restare senza lavoro.
Stellantis: alla Sevel a rischio 700 posti di lavoro, e i sindacati preparano azioni
Il fatto che si parla di tagli alla Sevel è una cosa alquanto particolare. Infatti la Sevel, è una azienda da sempre italo francese , già prima che Fiat Chrysler Automobiles e PSa dessero vita a Stellantis.
Ed è la società che si occupa della produzione di popolari mezzi commerciali come il Ducato, il Jumper e il Boxer. Veicoli molto richiesti e molto venduti a tal punto che, come si legge su “Repubblica”, quest’anno si raggiungerà il record storico di 300 mila pezzi prodotti.
E le ipotesi di taglio oltre che strane, causano una certa fibrillazione nello stabilimento, a tal punto che da giorni la Fim-Cisl ha annunciato di essere pronta allo sciopero e a fermare la produzione.
Sulla Sevel i sindacati minacciano scioperi
“Lo sappiamo che la produzione sta andando bene, molto bene, il nostro non è un comportamento irresponsabile è l’esatto opposto”, così Fernando Uliano, leader del sindacato, ha annunciato di essere pronti allo sciopero.
Il riferimento manco a dirlo è alle notizie che arrivano dalla fabbrica, dove si parla di tagli di personale e di utilizzo massiccio dei lavoratori provenienti dalle aziende di fornitura di lavoro interinale.
“Non vogliamo essere presi in giro da Stellantis, non è mai successo nella storia dello stabilimento Sevel che a una crescita dei volumi produttivi corrispondesse una diminuzione degli occupati stabili e un aumento dei lavoratori precari in somministrazione”, questo l’allarme di Uliano.
“Nel 2016 si sono prodotti 290.000 furgoni e i lavoratori Sevel a tempo indeterminato erano 6.059, mentre nel 2021 si andrà oltre 300.000 veicoli e i lavoratori Sevel sono 5.670”, sono questi i numeri che giustificano la Fim-Cisl nel progetto mobilitazione.
Regolarizzare i precari alla Sevel la richiesta dei sindacati
Il fatto che ai lavoratori direttamente assunti da Sevel si va sempre più verso la loro sostituzione con i precari, è evidente. Infatti oggi sono, in base ai numeri della Cisl riportati da Repubblica, 705 i lavoratori interinali in sevizio, di 625 somministrati e 80 a tempo determinato.
Ed il sindacato ne chiede la regolarizzazione. “Una situazione di questo tipo non è mai avvenuta prima, né con Fiat né con Fca”, questo l’attacco di Uliano ai vertici di Stellantis.
“Nei mesi scorsi abbiamo sollecitato l’azienda ad assumere questi lavoratori: non abbiamo avuto risposte positive. Il tempo è scaduto, il conto alla rovescia è partito, la Rsa ha aperto la procedura, se dal gruppo Stellantis avremo risposte positive lo stabilimento Sevel, sarà per la Fim-Cisl il primo del gruppo in Italia a scioperare bloccando le produzioni”, così Uliano ha minacciato l’azienda.
Ma adesso si rischia lo stop dei precari Sevel
La situazione degli interinali Sevel è divenuta bollente da diverso tempo, tanto è vero che i sindacati si sono iniziati a muovere quando tempo fa, furono lasciati a casa 113 somministrati a tempo determinato. Ma alla fine la trattativa con i vertici aziendali saltò per distanze di vedute marcate.
Per i sindacati infatti, non era ammissibile che alle richieste di regolarizzazione dei precari, l’azienda controbattesse con la riduzione dei lavoratori interni e con l’aumento dei lavoratori in somministrazione.
Il timore adesso è che agli accordi sui licenziamenti incentivati che da settimane sono stati raggiunti tra azienda e sindacati, il trend resti tale.
Il pericolo infatti è che si taglia personale interno di Stellantis e che si scelga la via, meno stabile per i lavoratori ma più economica per l’azienda, del ricorso al lavoro interinale.
Ma in Molise alla Sevel si parla di blocco per 700 precari
Nel caos generale di cui parlavamo prima, tra lavoratori interni a Stellantis e Sevel, lavoratori precari, interinali e così via, arriva come un fulmine a ciel sereno la notizia che sarebbero a rischio 700 lavoratori alla Sevel. E sarebbero proprio i precari, quelli che i sindacati ritenevano troppi e di cui chiedevano la stabilizzazione.
In pratica, i sindacati chiedevano basta con gli interinali e via alle assunzioni, mentre l’azienda dice basta agli interinali, ma lasciandoli a casa.
Più di 700 lavoratori precari della Sevel di Val di Sangro potrebbero essere lasciati a casa dopo le ferie estive. E la stragrande maggioranza sono lavoratori del Molise, una piccola Regione che gioco forza ha nelle attività di Stellantis in zona, la fonte di reddito e Pil principale.
Ciò che fa specie come dicevamo è il fatto che appare paradossale il taglio occupazionale di fronte ad una fabbrica che mostra a 360 gradi, una elevata produttività. È strano che si parli di tagli in una fabbrica dove il lavoro non manca e dove nell’ultimo anno la produzione ha raggiunto livelli mai raggiunti prima.
Alla Sevel trasfertisti da altri stabilimenti italiani di Stellantis
“Si sono incrementati i turni da 15 a 17, fino ad arrivare a 18 e la previsione per quest’anno è di andare oltre 300.000 veicoli commerciali prodotti, risultato come al solito incredibile nella storia di Sevel”, questo ciò che ha detto Uliano.
L’unico motivo, anche se non confermato ufficialmente, che potrebbe giustificare lo stop di cui si parla per questi 700 e più lavoratori, è il calo delle forniture di materie prime.
Le voci sul calo produttivo a breve termine si susseguono, per via della carenza di materie prime in arrivo dalla Cina, ma al momento la produzione resta costante, anche se un blocco si ebbe a luglio, ma durò due giorni.
In questo la politica aziendale di Stellantis non aiuta, perché si adotta il sistema dello smistamento dei dipendenti da una fabbrica all’altra con un sensibile aumento dei trasfertisti. La conferma è che alla Sevel per esempio, sono arrivati operai in prestito dalla vecchia Fiat di Termoli, da Melfi, Pomigliano e Cassino.
Ed è evidente che questi trasfertisti servono dal momento che Sevel è l’unico stabilimento Stellantis che sta operando a pieno regime. Ma questo non mette al riparo da tagli e riduzioni. E nemmeno la notizia che Termoli è entrata nel progetto elettrificazione di Stellantis con la fabbrica di batterie per auto elettriche aiuta molto.