Ecco le principali e più famose donne pilota nelle competizioni sportive. Non ci riferiamo ad apparizioni fugaci nel mondo delle corse ma a vere e proprie campionesse innamorate dei motori, nate per correre. ‘Belve’ della pista che, in un modo o nell’altro, devono un po’ (o parecchio) della loro carriera a due Muse d’onore: Alfa Romeo e Ferrari. Sono le ‘dame’ della pista che hanno contribuito al mito Alfa e Ferrari.
L’abbinamento donne (pilota) e motori è più che mai attuale. Il 21 aprile, in quel di Asso (Como), ha avuto luogo il 1° Raduno “Donna Alfa” ovvero la Passione Alfa al femminile che ha visto 20 ‘dame’ alla guida di Alfa Romeo storiche sfilare fra i tornanti della Vallassina, da Asso fino a Bellagio, sul Lario, passando per la storica dimora del fondatore Nicola Romeo, a Magreglio.
Parlando di F1, l’Alfa Romeo Sauber ha deciso di dotarsi di una tester pilota donna: la 25enne Tatiana Calderon ha accettato con entusiasmo il ruolo di pilota di prova offerto da Sauber. Finora, la giovane Tatiana ha partecipato ad alcuni campionati di Formula 3 e GP3. Faceva già parte della scuderia di Hinwil come pilota di sviluppo.
La pioniera della competizione in rosa F1: Maria Teresa De Filippis, prima tra le donne al volante
Maria Teresa De Filippis poco c’entra con il mito Alfa Romeo o Ferrari, ma la sua storia merita qualche riga. La contessa napoletana è stata la pioniera della competizione in rosa F1, prima tra le prime donne al volante. All’età di 22 anni, nel 1948, vinse la sua prima gara (una 10 chilometri da Salerno a Cava de’ Tirreni) a bordo di una Fiat 500.
Nel 1954, conquistò il secondo posto nel campionato italiano per vetture sportive, attirando su di sé l’attenzione di Ernesto Maserati tanto che, nel 1958, approdò in Formula 1 nel 1958 su una Maserati 250F correndo nel Gran Premio del Belgio. Nel 1959, subito dopo la tragica scomparsa del suo amico e team leader Jean Behra, appese il casco al chiodo. La sua ultima apparizione fu al GP di Monaco su una Behra-Porsche.
La prima donna al volante di Le Mans: la ‘pilotessa’ Odette Siko
In passato, sono state molte le donne che hanno partecipato alla gara di endurance più tosta del mondo. La 24 Ore di Le Mans è uno dei pochi appuntamenti, tra le competizioni sportive automobilistiche, che non fa differenze di genere: i team possono essere misti, composti da uomini e donne. Quello che conta è la performance. In questa gloriosa corsa nata nel 1923, di conseguenza, non mancano le donne al volante: la prima pilota donna fu Odette Siko, che nel 1932 a bordo di un’Alfa Romeo 6C 1950 (la sua auto personale), si piazzò quarta (prima nella sua categoria). Nessuna ha mai battuto questo risultato.
Maria Antonietta Avanzo
Tra le donne al volante, la baronessa Maria Antonietta Avanzo Bellan è stata la prima ‘pilotessa’ in assoluto a correre la Mille Miglia nel 1928. La prima donna, oltretutto, a far parte della scuderia Alfa Romeo e, poi, Ferrari. La sua storia ha ispirato il libro “Indomita, la straordinaria vita di Maria Antonietta Avanzo” di Luca Malin.
Avanzo fu amica di D’Annunzio, Mascagni, Hemingway e Mussolini. Una donna di grande fascino e carisma, libera, generosa, emancipata e… indomita, appunto. Nata a Contarina nel 1889, è stata la prima e più grande pilota italiana destinata a collezionare record. La prima ‘femmina’ al mondo a correre la Targa Florio nel 1920, la Mille Miglia nel 1928, a gareggiare a Indianapolis nel 1932. Nel 1921, vinse la Coppa delle Dame su un’Alfa Romeo 20-30-ES.
La più elegante, temuta e rispettata dai maggiori piloti dell’epoca, da Ferrari a Nuvolari, fu madre di Renzo Avanzo e zia di Roberto Rossellini. Il suo motto? “Donne ed auto si completano”.
Anna Maria Peduzzi
Conosciuta come la ‘Marocchina’ (per via della sua pelle olivastra), Anna Maria Peduzzi nel 1933 entrò a far parte della Scuderia Ferrari e con la sua Alfa Romeo 6C 1500 GS Testa Fissa regalò al Cavallino Rampante, proprio in quell’anno, la Coppa Principessa di Piemonte. La Peduzzi, appassionata donna-pilota di Olgiate (Como), vinse alla guida della ‘sua’ 6C Gran Sport 1500 Testa Fissa che aveva acquistato.
L’anno seguente, nel 1934, vinse la sua classe nella Mille Miglia piazzandosi tredicesima assoluta alle spalle delle più potenti Alfa Romeo 8C. Anna Maria Peduzzi è stata l’unica donna che abbia mai guidato per i colori della Scuderia Ferrari nel 1935. La sua prestigiosa carriera sportiva fu più lunga di quella di suo marito, il corridore Franco Comotti.
Ada Pace
Nata nel 1924 e scomparsa all’età di 92 anni nel 2016, Ada Pace ha pilotato ai massimi livelli agonistici su qualsiasi vettura dando filo da torcere ai più qualificati piloti dell’epoca. La leggendaria pilota torinese dominatrice delle gare automobilistiche anni ’50 ’60, aveva un suo nome di battaglia, Sayonara, per la sua abitudine di fare il tipico saluto giapponese dopo i sorpassi. Un gesto a cui gli uomini reagivano malissimo: non riuscivano a credere che una donna potesse vincere senza trucchi o finzioni. Come ‘Sayonara’ partecipò alla Gran Turismo a bordo di un’Alfa Romeo Giulietta Sprint Veloce.
Conquistò 11 titoli italiani, partecipando alle gare più importanti: Mille Miglia, Targa Florio, 12 Ore di Monza, rally di Sestriere. Corse con tutti i principali marchi dell’automobilismo italiano, tra cui Alfa Romeo, Osca, Maserati e Ferrari, cimentandosi anche in Formula 1 ma senza successo.
Quando e come scoprì la sua passione per i motori e la velocità? In sella ad una Vespa, nell’immediato dopoguerra. Il 21 aprile 1951, si presentò alla partenza della “Torino/San Remo” alla guida di una Fiat 1500 6C e da lì iniziò la sua storia di pilota. Decise di dedicarsi esclusivamente alle corse in auto nel 1958 al volante di una Giulietta Sprint Veloce. Nel 1961, partecipò a numerose gare con le Giulietta SZ ufficiali. Tra i suoi estimatori, ricordiamo mostri sacri dell’automobilismo come Elio Zagato, Enzo Ferrari, Piero Taruffi e i fratelli Maserati.
E’ stata campionessa italiana di velocità Gran Turismo per 6 anni consecutivi, dal 1957 al 1962, campionessa italiana di velocità femminile Sport dal ’59, ’60, ’62 e ’63. Ha vinto il Trofeo della Montagna Sport 1100 nel 1959. Ha pilotato auto di diversi brand: Giulietta Bertone, Giulietta Zagato, Osca 1100, alcune Junior, Lotus, Ferrari 250 Gt, Moretti, Stanguellini, De Santis, Abarth gareggiando quasi sempre contro avversari maschili che, nel vedersi battuti da una donna, reagivano malissimo. Una delle più apprezzate donne al volante smise di correre alla fine del 1964.
Lella Lombardi
Si contano 5 donne al volante che hanno corso in Formula 1, dal 1950 ai giorni nostri, di cui 3 italiane e nessuna di loro ha lasciato una traccia più evidente di Lella Lombardi, scomparsa nel 1992 all’età di quasi 51 anni. E’ la seconda donna a guidare una monoposto di Formula 1. Lella Lombardi guidò la sua prima auto all’età di 13 anni. Debuttò sui kart ed entrò in competizione nel 1965 nella serie della Formula Monza.
Passò alla Formula 3 nel 1968 classificandosi al secondo posto e, nel 1970, vinse il titolo di campione italiano della Formula 850 su una Biraghi. Esordì in Formula 1 il 20 luglio 1974 nel Gran Premio di Gran Bretagna. Dai tempi di Maria Teresa De Filippis (1958), fu la prima donna a qualificarsi per un gran premio nonché unica donna a conquistare punti in F1: partecipò a 17 gran premi, alle 24 Ore di Le Mans, alla serie World Sportscar Championship, Coppa Florio, 24 Ore di Daytona. Il 1979 è stato per lei un anno ricco di soddisfazioni.
Guidò diverse auto tra cui Lola T 330 Chevrolet, Lola T282 Ford, Brabham BT 42, BT 44B, March 741, 751, Porsche Carrera RKS, Osella Pa. In occasione del Campionato Europeo Turismo, nel 1982, la Lombardi con le Alfetta GTV6 conquistò insieme ad Anna Cambiaghi 3 successi di classe (2500cc). Nel 1985 ha contribuito ai 4 successi consecutivi nel campionato da parte dell’Alfa Romeo, prima di ritirarsi dalla scena.
Tamara Vidali
La prima scena che viene in mente, quando si pensa alla famosa donna pilota trevigiana Tamara Vidali, è l’uscita di pista alla curva Villeneuve, sul circuito di Imola negli anni ’90. Uscì praticamente indenne dalle fiamme di quello spaventoso incidente: o, meglio, si salvò grazie alla prontezza del servizio antincendio e dei commissari. Quel giorno, correva su un’Alfa 155 nel Campionato Superturismo. “Ho tagliato il traguardo e mi sono messa a piangere” ha ricordato la Vidali.
Nel 1992, ha vinto il Campionato Italiano Turismo con un’Alfa 33. Tamara è stata una delle protagoniste degli anni d’oro del Superturismo: ha corso con l’Alfa, prima, e con l’Audi, poi. L’abbiamo vista correre raccogliendo un buon successo nel campionato italiano Superstars a bordo dell’Audi RS4 ufficiale. Successivamente, ha gareggiato al volante della leggendaria Ferrari 360 Challenge durante il Challenge Europeo Ferrari pronta a raccogliere ottimi risultati: la sua 360 si è sempre mantenuta tra i primi 10 classificati su una cinquantina di auto, battendo maschi veterani. Oggi, mamma a tempo pieno, lavora come architetto occupandosi di restauri storici.
Michela Cerruti
La 31enne milanese (romana di nascita) Michela Cerruti, nel giro di 6 anni, ha vinto in 5 campionati, dall’AutoGP al CITE, dalla Superstars all’Endurance gareggiando contro avversari molto più quotati. Ha collezionato successi che le hanno permesso di affermarsi come una delle maggiori ‘pilotesse’ d’Europa , probabilmente la migliore del 2015. La sua passione per la guida nasce quando prende la patente: scopre la sua passione anomala per le gare a bordo della sua prima auto, un’Alfa Romeo 147 blu. Ha scelto di fare del motorsport la sua ragione di vita e non semplicemente perché suo padre Aldo (detto Baronio, campione italiano GT con una Ferrari F430) ha corso nelle categorie Turismo degli anni ’70. In realtà, quando è nata lei e sua sorella, Aldo aveva già smesso di correre. Quello che suo padre ha trasmesso alla Cerruti è stata, in particolare, la mania di elaborare ogni mezzo, inclusi i motorini.
Nel 2008, una delle più note donne al volante che si rispettino, esordisce nel Campionato Italiano Turismo Endurance (CITE) con un’Alfa 147 Cup, in coppia con Mario Ferraris. Insieme a Ferraris conquisterà la sua prima vittoria nel 2009 al Mugello con il Cinquone: una cinquecento Abarth da 300 CV progettata dall’officina di Romeo Ferraris.
Il suo primo successo internazionale è avvenuto a Monza, nel 2011, in occasione dell’International Superstars Series: allora era una 23enne poco esperta contro veterani che vantavano anche 20 anni di gare in Formula 1.
E’ stata la prima donna a vincere nel 2013 (allora 26enne) nel campionato italiano Gran Turismo a bordo della BMW Z4 Roal. Al Nurburgring, insieme a Stefano Comandini, con la sua BMW Z4 ha conquistato il secondo posto nella tappa finale del Blancpain 2013 classe Pro-Am.
Nel 2016, ha continuato a lavorare col team di Romeo Ferraris nel TCR International Series in qualità sia di pilota sia di collaudatore alla guida dell’Alfa Romeo Giulietta TCR mentre, nel 2017, ha mantenuto il ruolo di sviluppo della versione TCR dello storico brand italiano.
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