Quando si parla del “cavallino rampante”, la connessione con il mondo delle corse viene spontanea. La Ferrari 268 SP appartiene al filone delle “rosse” da gara. Oggi è un oggetto di alto collezionismo. Ecco perché l’auto messa in vendita da RM Sotheby’s a Monterey, con telaio 0798, è passata di mano per 7.7 milioni di dollari.
Si tratta dell’unico esemplare originale rimasto, dei sei prodotti, e gode della certificazione Ferrari Classiche, che è bel un valore aggiunto. Per 27 anni custodita nella rinomata collezione Mas du Clos di Pierre Bardinon, questa Sport ha avuto solo due proprietari privati dal 1969 ad oggi. A titolo di curiosità diciamo che è stata esposta anche alla Galleria Ferrari di Maranello.
Uno stile racing, senza leziosità
La linea della Ferrari 268 SP del 1962 non cerca certamente l’eleganza. Del resto è un bolide da corsa: la sua missione era quella di portare agli onori della gloria il simbolo presente ai suoi fianchi. L’equipe tecnica che ne ha curato lo sviluppo si è preoccupata soprattutto di conseguire la massima efficienza tecnica, prestando attenzione ai dettagli più utili al raggiungimento dello scopo. I volumi di questa sportiva si definiscono con singolari connotati, che danno vita a un lessico stilistico poco colto e per certi versi sgraziato, cosa alquanto insolita per una creatura uscita dai cancelli di Maranello.
Una delle sue caratteristiche salienti è il muso con naso a doppie narici, ripreso da alcuni modelli successivi della produzione Ferrari. Il parabrezza è basso e raccordato con la coda da due prolungamenti laterali, che danno vita a un’avvolgente corpo in plexiglass, lineare e senza soluzione di continuità. Il cofano motore, alto e tozzo, ospita un 8 cilindri con angolo di 90 gradi fra le due bancate.
Ferrari 268 SP: cuore rampante ad 8 cilindri
Il motore della 268 SP ha un sound possente e lacerante. Il suo timbro di voce lo rende riconoscibile anche a grande distanza. Riescono ad identificarlo persino i meno esperti, che non vantano una conoscenza meccanica approfondita. Eroga la bellezza di 260 cavalli a 7500 giri al minuto, sprigionati da un corpo cilindri di 2.6 litri, alimentato da quattro carburatori Weber. La sua potenza specifica si affaccia alla significativa soglia dei 100 cavalli/litro. Sicuramente la Ferrari 268 SP esprime al meglio l’eccellenza motoristica che ha tanto contribuito alla notorietà dell’azienda emiliana.
La vettura è una diretta discendente della 248 SP, reduce da una deludente 12 Ore di Sebring del 1962. Da essa eredita la base strutturale, sulla quale viene trapiantato un propulsore più potente, che rimpiazza la precedente unità di 2.4 litri di cilindrata. Il salto generazionale è notevole, non solo per l’incremento di potenza nei confronti della base iniziale, ferma a 250 cavalli, ma anche per la curva di coppia più vantaggiosa ai regimi di maggiore utilizzo. Uno degli interventi più appariscenti nel passaggio al propulsore di più elevata cubatura è l’incremento della misura della corsa.
Avrebbe potuto fare di più
Il cambio a 5 rapporti è in blocco col motore. Le sospensioni anteriori e posteriori sono a doppi bracci trasversali, con molle elicoidali. Lo sfortunato debutto della Ferrari 268 SP avvenne alla fine del mese di giugno del 1962, alla 24 Ore di Le Mans. I piloti Giancarlo Baghetti e Ludovico Scarfiotti, in un diluvio di pioggia mai visto, furono costretti ad abdicare per problemi tecnici emersi alla diciottesima ora di gara, quando la loro vettura si trovava in seconda posizione.
Un vero peccato per i due e per la nuova creatura di Maranello, che avrebbe potuto ottenere un risultato fantastico già alla sua prima corsa, vinta dalla 330 P. La vita agonistica ufficiale della Ferrari 268 SP fu breve e poco felice (anche a causa della sfortuna), ma i privati continuarono ad utilizzarla con grande affetto negli anni a seguire, raccogliendo modesti risultati. Oggi è una ghiotta tentazione per i collezionisti di tutto il mondo. Il prezzo spuntato dall’unico esemplare superstite lo conferma.
Ferrari 268 SP: scheda tecnica in sintesi
Motore
- MOTORE posteriore, longitudinale 8V 90°
- ALESAGGIO E CORSA 77 x 71 mm
- CILINDRATA UNITARIA 330,62 cm3
- CILINDRATA TOTALE 2644,96 cm3
- RAPPORTO DI COMPRESSIONE 9,8 : 1
- POTENZA MASSIMA 195 kW (265 CV) a 7000 giri/min
- POTENZA SPECIFICA 100 CV/l
- COPPIA MASSIMA–
- DISTRIBUZIONE monoalbero, 2 valvole per cilindro
- ALIMENTAZIONE 4 carburatori Weber 40 IF2C
- ACCENSIONE mono, 1 spinterogeno
- LUBRIFICAZIONE carter secco
- FRIZIONE multidisco
Autotelaio
- TELAIO tubolare in acciaio
- SOSPENSIONI ANTERIORI indipendenti, quadrilateri trasversali, molle elicoidali, ammortizzatori telescopici, barra stabilizzatrice
- SOSPENSIONI POSTERIORI indipendenti, quadrilateri trasversali, molle elicoidali, ammortizzatori telescopici
- FRENI a disco
- CAMBIO 5 rapporti + RM
- STERZO pignone e cremagliera
- SERBATOIO CARBURANTE capacità 130 l
- PNEUMATICI ANTERIORI 5.50 x 15
- PNEUMATICI POSTERIORI 7.00 x 15
Carrozzeria
- TIPO DI CARROZZERIA spider, 2 posti
- LUNGHEZZA 4060 mm
- LARGHEZZA 1480 mm
- ALTEZZA 970 mm
- PASSO 2320 mm
- CARREGGIATA ANTERIORE 1200 mm
- CARREGGIATA POSTERIORE 1200 mm
- PESO 660 kg a secco
Foto | Profilo Facebook di RM Sotheby’s
Fonte | RM Sotheby’s & Journal