Sono trascorsi già dieci anni dal momento in cui un affollato Salone dell’Auto di Ginevra ospitava, fra gli altri, una concept decisamente interessante col Biscione come effige unica. Nel marzo del 2011 i tempi erano abbastanza maturi per permettere di ragionare su una concept destinataria di tratti inconfondibili di quel DNA Alfa Romeo. Il costruttore del Biscione presentava agli occhi del mondo la primissima versione dell’Alfa Romeo 4C dopo uno sviluppo messo in pratica in tempi strettissimi, sicuramente da record.
L’Alfa Romeo 4C Concept è un progetto di rottura, filante e ben definita nelle linee e nell’impostazione da piccola supercar che sarebbe stata proposta ben presto ad un prezzo notevolmente più popolare rispetto a quello messo in pratica da eventuali concorrenti di Segmento. In fin dei conti, escludere la 4C dalla galassia delle icone del Biscione è quasi impossibile.
A fornire il La del discorso è una tappa del ciclo di conferenze Backstage 2021 organizzate dal Museo Storico Alfa Romeo di Arese e dedicato proprio alla piccola sportiva che debuttava dieci anni fa a Ginevra. A raccontare per l’occasione la genesi della vettura è Alessandro Maccolini (oggi chief exterior designer del Biscione) che ne ha curato il design partendo da un set di bozzetti risalenti già a fine 2010. Quello della 4C è stato un progetto fondamentale per rimpolpare l’interesse nei confronti del marchio. Un prodotto utile anche per ritornare in America.
La Scarabeo come base
Secondo quanto discusso dallo stesso Maccolini, alla base del layout della 4C c’è proprio l’Alfa Romeo Scarabeo realizzata dalla OSI nel 1966, che peraltro fece da base alla fortunata 33. Nello specifico, si ragiona proprio sull’impostazione posteriore trasversale del propulsore (un 1750 turbo da 240 cavalli di potenza in alluminio). Lo stile invece, come è noto, dipende direttamente da quello della straordinaria 33 Stradale di Scaglione.
Maccolini comincia a disegnare la Alfa Romeo 4C nell’ottobre del 2010 producendo un set di disegni che ipotizzavano anche una presa d’aria sul tetto, poi rimossa perché ritenuta non necessaria nelle fasi successive dello sviluppo. Al centro, all’epoca, c’era anche la collaborazione tecnica con Dallara. Il modello in clay in scala 1:3 rivestito in Di-Noc viene presentato a Sergio Marchionne che lo approva per la presentazione concettuale da realizzarsi a Ginevra. In cinque mesi viene terminato un modello in scala reale 1:1. “La macchina arriva a Ginevra la prima settimana di marzo – sottolinea Alessandro Maccolini – ed è l’ultima ad arrivare al Salone. La sera prima la plancia si era crepata. Il responsabile del fornitore ha voluto smontare il pezzo e rimontare tutto”. La Alfa Romeo 4C Concept che arriva a Ginevra celebra anche il 150esimo anniversario dall’Unità di Italia con un tricolore applicato sui retrovisori il cui sostegno suggerisce l’idea di una bandiera al vento.
La versione definitiva dell’Alfa Romeo 4C muta rispetto alla Concept
Al Concorso di Eleganza di Villa d’Este del 2012 la 4C Concept vince il premio della Giuria Popolare in una bellissima colorazione specifica per l’evento. Ma nel 2013 quando la 4C giunge alla fase di produzione e viene presentata muta soltanto in pochi particolari. La Alfa Romeo 4C di serie muta ad esempio negli specchietti che abbandonano la soluzione della Concept, ma muta anche nei fanali completamente rivisti rispetto a quelli utilizzati a Ginevra. C’è da dire poi, come confermato dallo stesso Maccolini, che il faro riesce a risparmiare 5 chilogrammi di peso rispetto ad un fanale tradizionale. Mutano anche i fari posteriori che rimangono circolari (di derivazione MiTo) ma abbandonano il design a petali della Concept. Il telaio è un elemento in fibra di carbonio capace di pesare solamente 65 chilogrammi. A questo vengono applicati dei tralicci in alluminio davanti e dietro. Cambiano anche gli interni, meno esasperati rispetto a quelli della Concept. L’interno della 4C “pone tutto davanti al pilota”, dice Maccolini, con al centro lo schermo digitale alle spalle del volante.
Nel 2014 arriva la Spider che oltre all’assenza del tetto prevede un nuovo cofano motore e un lunotto verticale differente sormontato dal necessario roll-bar di sicurezza. I fanali anteriori vengono coperti da una cupola in materiale trasparente. Il successo della 4C risiede nel suo essere perfetta, capace di emozionare e di essere acquistata ad un prezzo tutto sommato contenuto: alla presentazione la Launch Edition viene venduta a 60mila euro in Europa.
L’epopea della 4C del Biscione si chiude dopo 10 anni con la serie speciale 33 Tributo Stradale che adotta una nuova colorazione in Rosso Villa d’Este, elementi in fibra di carbonio e interni rivisti: si ispira alla mitica 33 Stradale di Franco Scaglione proposta nel 1967. Peraltro già da qualche tempo, l’Alfa Romeo 4C non è più ordinabile nel Vecchio Continente.