Dal rapporto Istat “Noi Italia” riferito all’anno 2016, abbiamo appreso dati statistici che interessano, in particolare, la sicurezza stradale: il numero delle vittime di incidenti stradali rispetto ai residenti è superiore alla media europea. Il nostro Paese, con un tasso di 54,4 episodi per milioni di abitanti, occupa la quattordicesima posizione a livello europeo con un netto distacco da Regno Unito, Germania, Spagna e Francia. Riguardo alla mortalità stradale, esistono significative differenze territoriali: in 15 regioni italiane, il numero di morti per abitanti è più alto rispetto alla media complessiva. Al contrario, in alcune regioni (Valle d’Aosta, Umbria, Molise, Friuli-Venezia Giulia, Sicilia e Liguria) rispetto al 2010 il numero di vittime nel 2016 si è ridotto del 30%.
Questi dati statistici, insieme a nuove strategie previste di recente in Italia e non solo, ci hanno ispirato un approfondimento su un argomento più che mai urgente, da analizzare nei suoi principali aspetti.
Sicurezza stradale in Italia: meno incidenti ma più morti nel 2017
Se i dati Istat sono fermi all’anno 2016, i dati di Polizia e Carabinieri registrano meno incidenti ma più morti nel 2017 su strade ed autostrade. A fronte dei minori incidenti stradali, paradossalmente la quota di incidenti mortali cresce. Il rapporto preliminare diffuso dal Ministero dell’Interno riporta un calo di incidenti stradali del 2,7% nei 12 mesi (da 76.052 nel 2016 a 74.226 nel 2017) ed un aumento dell’1,4% di incidenti con esito mortale (da 1.547 a 1.569) e del 2,7% di vittime (da 1.665 a 1.710).
Cinture di sicurezza, airbag, ABS, ESP: quante vite salvano?
Le cinture di sicurezza, obbligatorie da 30 anni, salvano la vita da morte certa risparmiando alla sanità nazionale milioni di euro di cure. Recenti studi hanno mostrato come le cinture, nel corso degli anni, abbiano salvato da incidenti stradali (altrimenti mortali) almeno il 27-28% delle persone coinvolte, anche in assenza di airbag. Le statistiche ACI parlano chiaro: l’uso corretto della cintura di sicurezza riduce di oltre il 50% l’eventualità di decesso in un incidente. A tal proposito, l’ente statunitense NHTSA riporta il numero di 345.000 vite salvate dal 1975 negli USA (in media, oltre 10.000 all’anno).
Anche gli airbag frontali contribuiscono non poco a salvare vite: le autorità americane stimano nel 2014 ben 2.396 vite salvate dagli airbag. L’ABS ha scongiurato il 14% degli incidenti complessivi ed il 29% di quelli mortali, mentre l’ESP (obbligatorio dal 2014), nell’arco di 20 anni ha salvato oltre 6.000 persone ed evitato oltre 200.000 incidenti (dati Bosch).
Controllo delle gomme: potrebbe salvare fino a 30 vite all’anno
Lo riporta una ricerca inglese: una corretta manutenzione degli pneumatici potrebbe contribuire alla sicurezza stradale facendo diminuire morti e feriti sulle strada. La studio condotto in Inghilterra ha analizzato il numero di incidenti, feriti e vittime che si potevano evitare semplicemente controllando lo stato delle gomme. Circa 6 episodi su 10 di danni alle gomme erano dovuti a forature per detriti incastrati nella gomma, mentre 1/4 dipendevano da pressioni non corrette degli pneumatici.
Controllare pressioni e profondità del battistrada e cercare i detriti bloccati negli pneumatici prima di affrontare ogni viaggio: questa operazione potrebbe salvare la vita.
Highways England e Bridgestone ci hanno messo 18 mesi per raccogliere tutti i dati necessari per lo studio.
Sicurezza stradale: numeri in Europa e le misure preventive di Bruxelles
Secondo le più recenti stime rilasciate dalla Commissione UE, negli ultimi dieci anni in Europa si è verificato un forte calo di vittime per incidenti stradali: -2% sia nel 2016 sia nel 2017.
Nel 2017, il numero dei morti in Europa ammonta a 25.300: 300 in meno rispetto al 2016, 6.200 in meno rispetto al 2010 quindi un -20%, mentre tra il 2000 ed il 2010 la diminuzione è stata del 46%.
Si parla della media europea. Ovviamente, esistono differenze notevoli tra i vari Stati membri: i dati più negativi sono stati registrati in Romania e Bulgaria (rispettivamente con 98 e 96 vittime ogni milione di abitanti). Comunque sia, parlando di media complessiva, l’Europa si può considerare la regione con le strade più sicure al mondo. In base a queste stime diffuse dalla Commissione Europea, nel 2017 è stato evidenziato un peggioramento della sicurezza stradale in Italia: 56 decessi per milione di abitanti contro i 54 del 2016 (+3%) riportati da Istat. Facendo, però, un’analisi dell’ultimo decennio, nel nostro Paese si è passati da 70 vittime per milione di abitanti a 56, quindi un calo del 18% in linea con la media complessiva europea.
Sono anche altri i dati d’interesse: sono gli automobilisti a morire di più (46%), per il resto sono le vittime cosiddette ‘vulnerabili’ (pedone, ciclisti, motociclisti). I giovani (tra i 18 ed i 24 anni) hanno il doppio di probabilità di morire rispetto agli adulti.
L’obiettivo europeo è di arrivare nel 2020 con il 50% di vittime in meno rispetto al 2010 e si punta ad un’ulteriore riduzione del 50% tra il 2020 ed il 2030. Per ottenere questi risultati, si prevedono misure più concrete per migliorare la sicurezza stradale in Europa grazie anche al supporto della tecnologia, La prevenzione si affida a tre punti fondamentali: sicurezza del veicolo, sicurezza delle infrastrutture ed una mobilità cooperativa autonoma e connessa.
Michelin punta sui giovani: i 10 comandamenti per la sicurezza stradale
Michelin punta alla prevenzione soprattutto fra i giovani attraverso due strategie: una campagna social che coinvolge ragazzi dai 19 ai 25 anni e gare nelle Università per cercare nuove soluzioni per la mobilità in ambito sicurezza e sostenibilità ambientale. In previsione di una sovrappopolazione di auto, (oltre un miliardo e mezzo di veicoli in circolazione, quindi maggior traffico e rischio aumentato di incidenti), Michelin crede che una forma essenziale di prevenzione sia una corretta educazione stradale.
Incontrando i giovani, Michelin stabilisce i 10 comandamenti per la sicurezza stradale (validi, ovviamente, anche per gli adulti):
- Rispettare il Codice della strada;
- Controllare gli pneumatici;
- Allacciare le cinture di sicurezza;
- Indossare il casco;
- Guidare sobri, solo se si è lucidi;
- Fermarsi se si avverte stanchezza;
- Proteggere i bimbi a bordo;
- Rispettare i limiti di velocità;
- Essere rispettosi e cortesi.
Sicurezza stradale: la situazione negli USA
Nonostante l’evoluzione tecnologica, migliaia di americani continuano a morire ogni anno come vittime di incidenti automobilistici: nel 2015, sono stati 35.082 i morti registrati sulle strade statunitensi. I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie hanno definito la sicurezza dei veicoli uno dei primi 10 risultati della salute pubblica degli USA nel XX secolo. Considerando i feriti provocati dagli incidenti, in un anno sono stati spesi 18 miliardi di dollari in spese mediche e 33 miliardi di dollari in ambito lavorativo. Vale a dire 6 volte di più di quanto in USA si spende ogni anno per curare ferite da arma da fuoco.
Secondo il Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti, ci sono tre principali tipologie di distrazione del guidatore: togliere le mani dal volante, distogliere gli occhi dalla strada e non pensare alla guida.
Quando un automobilista interagisce con il cellulare (sms, streaming video, e-mail, ecc.) distoglie gli occhi dalla strada per diversi secondi alla volta. Una ricerca dimostra che l’uso del cellulare durante la guida può comportare tempi di reazione più lunghi e rivelarsi un rischio mortale. La guida distratta riguarda, in particolare, ragazzi di età compresa tra i 15 ed i 19 anni di età coinvolti in incidenti fatali.
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Altre cause principali di incidenti mortali sono: condizioni meteorologiche sfavorevoli (nebbia o neve), problemi fisici dei conducenti (sonnolenza o infarto), comportamento aggressivo del guidatore o guasti del veicolo.
USA: obbligatoria la retrocamera per le manovre
Dal 1° maggio, la retrocamera per le manovre è diventata obbligatoria negli Stati Uniti. La decisione consegue ad uno studio dell‘Nhtsa (National Highway Traffic Safety Administration), ente federale per la sicurezza stradale. Questo ente ha dimostrato come soltanto negli USA restino ferite 15 mila persone e ne muoiano annualmente 210 in incidenti avvenuti in retromarcia. Cinquantotto di queste vittime (quasi tutti bambini) avrebbero potuto salvarsi con una retrocamera posteriore perché il conducente non ha potuto vedere la parte bassa, dietro la coda dell’auto.
A partire dal 1° maggio, quindi, nessuna autovettura potrà essere venduta senza una specifica retrocamera (con accensione automatica non appena si ingrana la retromarcia ed in grado di inquadrare un’area di 3 metri per 6 dietro l’auto). L’obbligo è stato esteso a tutti i veicoli fino ad un peso massimo di 4,5 tonnellate.
La legge non è recente (è stata introdotta 4 anni fa) ma è stata appena attuata per dar modo e tempo alle case automobilistiche di adeguarsi alla produzione dei nuovi modelli di auto.