Riforma completa del meccanismo bonus malus, questo ciò che chiedono l’Ivass e l’Ania.
Un sistema piuttosto complesso e non equo, così da tempo viene considerato il meccanismo.
E se adesso lo sostengono apertamente pure l’Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni (Ivass) e l’Associazione nazionale delle Compagnie Assicuratrici (Ania), l’ipotesi riforna prende una piega decisa.
Classe di merito bonus malus, come incide sul premio della polizza
Chi ha un’auto, una moto o altro veicolo che circola su strada è costretto ad assicurarlo con contro i rischi da responsabilità civile.
In pratica, serve assicurare il veicolo con la polizza RC Auto (acronimo di responsabilità civile auto), la polizza obbligatoria per legge.
In cambio della copertura garantita fino al massimale, il contraente e automobilista, paga un corrispettivo, il cosiddetto premio.
Il premio varia in base a diversi fattori. Luogo di residenza (inteso come Regione), età del proprietario del veicolo, tipo di veicolo, cilindrata e garanzie accessorie.
Ma ciò che maggiormente incide sul premio è la classe di merito del meccanismo bonus malus.
Chi ha una classe di merito alta paga di più rispetto a chi ne ha una bassa.
Sistema bonus malus, di cosa si tratta
Il sistema bonus malus è quel particolare meccanismo atto a premiare gli automobilisti più virtuosi alla guida. Un meccanismo premiale che consente di scalare classi di merito con il decorrere degli anni senza sinistri e di risalire nel momento in cui si verificano eventi negativi.
Come dicevamo il premio da versare cambia in base alla classe di merito. Ogni anno di contratto assicurativo che passa senza aver avuto sinistri per propria colpa (o anche solo in concorso di colpa), fa salire di uno nella classe di merito. Un anno di contratto coincide con il “cosiddetto “periodo di osservazione”, che determina la classe di merito a cui assoggettare il premio al rinnovo del contratto.
Classi di merito assicurazioni, quante sono?
Se per un sinistro causato si sale di una sola classe, essendo un meccanismo premiale, in caso di più sinistri si sale in maniera più repentina.
Al secondo sinistro nello stesso periodo di osservazione si sale per esempio di 3 classi di merito.
Le classi di merito in totale sono 18, ma alla prima assicurazione si entra di diritto in classe 14.
Se durante il primo anno non si commettono sinistro con colpa propria, si scende alla classe di merito 13. Se durante il primo anno si connette un sinistro si sale alla 16. Commettere più sinistri in un periodo di osservazione può portare anche alla disdetta d’uffucio della polizza da parte della propria compagnia assicuratrice.
La classe di merito si evince dall’attestato di rischio. Si tratta dell’attestazione rilasciata ogni scadenza dell’anno in cui sono riportati i sinistri avuti negli ultimi 5 anni.
In caso di sinistro con concorso di colpa, anche se la classe di merito non sale, il sinistro viene riportato nell’attestazione dello stato di rischio.
Classe di merito e cambio di compagnia, come funziona?
Cambiare compagnia non fa perdere la classe di merito acquisita e non da diritto ad una migliore. Parliamo della classe universale naturalmente. Infatti nel mercato delle assicurazioni il cambio è libero ad ogni scadenza del contratto.
Non occorre fare disdetta alla vecchia compagnia per stipulare un nuovo contratto con una nuova.
La classe di merito è definita universale proprio perché vale in qualsiasi compagnia operante in Italia.
Le compagnie assicuratrici comunque, in materia bonus malus hanno libertà e discrezionalità dal momento che possono offrire classi interne.
Si tratta in parole povere di classi che valgono esclusivamente per quella compagnia. Esse determinano prezzi e tariffe diverse, ma solo restando in quella determinata compagnia.
Capita così di essere inseriti nella classe di merito della prima auto del nucleo familiare con la polizza famiglia per esempio (lo stesso che accadeva con la legge Bersani).
Ciò che va sottolineato però è che nel passaggio da una compagnia ed una concorrente, viene assolutamente applicata la tabella di conversione universale.
Si tratta di quelle tabelle di cui si occupa l’Istituto di Vigilanza delle Assicurazioni (Ivass). Dall’attestato di rischio quindi, per capire la classe di merito di appartenenza, soprattutto in sede di cambio di compagnia, bisogna rifarsi alla tabella di conversione Ivass che è riportata nel documento e non alla classe interna.
Classe interna bonus malus, come funziona?
La classe universale è importante, ma non lo è di meno quella universale. Già detto in precedenza delle seconde auto da inserire in classi di merito vantaggiose e collegate alle altre auto della famiglia grazie a polizza familiare o legge Bersani, ci sono altri vantaggi.
Restando alla medesima compagnia la classe di merito bonus malus interna può dare diritto al cosiddetto bonus protetto.
In pratica dopo anni ed anni di assenza sinistri, una compagnia col bonus protetto può salvaguardare il premio del suo cliente.
In pratica, anche in presenza di un sinistro col bonus protetto non si perde la classe interna, cioè si resta a quella di appartenenza.
Naturalmente il sinistro sopraggiunto finisce comunque nell’attestazione dello stato di rischio del contraente.
In questi casi sale comunque la classe universale.
Il sistema B/M non funziona bene, ecco perchè
Ivass e Ania continuano il pressing sui legislatori affinché si metta mano alla cosiddetta riforma della RCA. Ivass e Ania in pratica chiedono una riforma del meccanismo bonus-malus per le polizze auto.
Il sistema che abbiamo spiegato in precedenza nasceva dalla necessità di dotare il settore, di regole incentivanti verso gli automobilisti, affinché fossero virtuosi in materia di comportamento nella circolazione stradale.
Un premio dopo 12 mesi di assenza di sinistri, questo è alla base del meccanismo bonus malus.
Un premio sotto forma di ribasso del prezzo da pagare. Che però non sempre sortisce effetto. Infatti sono tante le segnalazioni di compagnie che non applicano il ribasso in maniera capillare.
Tutto lecito naturalmente perché le compagnie hanno piena autonomia nello stabilire i premi da far pagare.
Il sistema però non funziona. Per questo Luigi Federico Signorini, presidente dell’Ivass, intervenendo all’assemblea annuale dell’Ania ha ribadito la posizione della sua associazione. Si richiede la revisione totale del meccanismo.
Perché la bonus malus andrebbe riformata
“Il meccanismo del bonus malus non è più attendibile per la misurazione del rischio della guida e inoltre vi è la necessità di rivedere anche la Convenzione per il risarcimento diretto”, questi ciò che ha detto Signorini nella sua audizione.
Ciò che emerge secondo il presidente dell’Ivass è che, “nonostante i passi avanti fatti in tema di danni micro permanenti, oppure i miglioramenti sopraggiunti con la digitalizzazione dei documenti e con il sistema della scatola nera, si sono registrati altri provvedimenti che hanno accelerato l’obsolescenza delle attuali regole di funzionamento del sistema bonus malus rendendolo di fatto non più idoneo a misurare il rischio della guida”.
I consumatori però fanno muro
Il fatto che l’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni e l’Associazione delle compagnie assicurative sono unite contro il meccanismo bonus malus, l’operazione riforma non è certa. Infatti potrà piacere o meno, ma il meccanismo è indirizzato a favore del contraente delle polizze RCA.
E le associazioni dei consumatori gioco forza fanno inevitabilmente muro. Ciò che Ivass e Ania vogliono fare infatti è un passo indietro rispetto alle regole attuali, perché evidentemente trovano meno vantaggioso il meccanismo. Questo è ciò che pensano i consumatori per voce delle tante associazioni che tutelano i loro diritti.
Per esempio, vanno registrate le parole di Massimo Dona, Presidente della Unione Nazionale dei Consumatori (UNC). Il Presidente dell’UNC ha di fatto respinto qualsiasi idea di riforma del sistema che secondo lo stesso, nasconde dietro gli interessi delle compagnie a discapito dei consumatori finali delle polizze, cioè gli automobilisti.
“Siccome ormai, secondo i dati Ania relativi al 2019, l’84% degli assicurati è in prima classe di bonus-malus, allora propongono di revisionare il meccanismo, che tradotto vuol dire facciamone a meno”, questo ciò che ha detto il Presidente Dona come riporta la nota agenzia di stampa Ansa.
In pratica, proprio per quanto abbiamo detto prima, per via della legge Bersani e di quella ancora più estesa della polizza famiglia, sono sempre di più le auto assicurate in classe uno o bassa in genere, rispetto a quelle assicurate nelle classi alte.
La partita di riforma è ancora allo stadio iniziale
E dal momento che le classi di merito basse sono più economiche per gli automobilisti, le compagnie di assicurazione incassano meno. E dal punto di vista del rischio poco cambia per le compagnie. Basti pensare al neo patentato che avrebbe dovuto pagare la polizza in classe 14, il più delle volte cara diverse centinaia di euro.
Grazie al meccanismo bonus malus, grazie al fatto che il padre ha una auto assicurata in classe uno grazie alla sua virtuosità, anche il figlio entra in classe uno. Il rischio più pesante per le compagnie è inalterato, perché sempre di neopatentato si tratta. Ciò che cambia è il premio, nettamente inferiore per via del bonus malus. Questo secondo Dona il motivo per il quale chi cura gli interessi delle compagnie preferirebbe cancellare il meccanismo bonus malus e cambiare metodologia di determinazione del premio da far pagare ai clienti.
Forse è proprio questo interesse contrapposto tra automobilisti e compagnie a minare la riforma di cui da anni si parla ma che mai viene portata a termine. la partita sembra essere ancora lunga dall’arrivare a conclusione. Sicuramente se ne riparlerà ancora molto e sicuramente anche la politica dovrà fare la sua parte per rispondere alle istanze che arrivano dalle compagnie, dai loro rappresentanti e dai consumatori con le loro associazioni.