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Stellantis Sevel, cosa c’è dietro l’ipotesi fuga in Polonia

per le sigle sindacali più rappresentative c’è il rischio che alcune produzioni vadano dall’Italia alla Polonia.

stellantis

Non da Melfi e neppure da Mirafiori, stavolta l’allarme arriva da Atessa, sede della Sevel, fabbrica del gruppo Stellantis.

E oltre all’allarme, da Val di Sangro, dove sorge la Società Europea Veicoli Leggeri (Sevel), arriva la prima tornata di sciopero contro Stellantis.

Motivo della fibrillazione in fabbrica è il fatto che lo stabilimento dopo la pausa estiva ha visto in rinvio della sua fisiologica riapertura. E allo stesso tempo a Gliwice in Polonia, sede di uno stabilimento Stellantis, si programma una apertura anticipata.

Dal momento che sia nello stabilimento di Atessa che in quello di Gliwice si parla di furgoni, la cosa stride.

E i sindacati hanno timore che Stellantis stia per dislocare la produzione a sede polacca della Regione della Slesia, a discapito di Atessa.

Cosa sta accadendo in Polonia

Gliwice è una città industriale che sorge nel sud Polonia, nella regione della Slesia. Ed è una città che ospita uno stabilimento Stellantis. Uno stabilimento dove di dovrebbero produrre furgoni, come alla Sevel di Atessa.

Infatti a Gliwice si costruivano auto della Opel, ultimo modello la Opel Astra. Il passaggio dalla produzione di auto della nota casa costruttrice tedesca del gruppo ex PSA, a quella di furgoni, è da tempo deciso.

Tanto è vero che Stellantis ha già deciso di destinare al cambio di produzione, con l’addio alla Opel Astra, circa 300 milioni.

Un nuovo stabilimento vero e proprio, in fase di costruzione.

La risposta del colosso Stellantis, cioè la società è nata all’inizio del 2021 dopo fusione tra Fiat Chrysler Automobiles (FCA) con la Peugeot Citroen (PSA ), alla fine dell’era Astra a Gliwice (la Opel Astra si produce in Polonia da 23 anni) è questa.

Di salvaguarda quindi, il bacino produttivo della cittadina polacca che però entra in concorrenza con Val di Sangro e la Sevel di Atessa.

Ormai tutto è pronto al 96%, in anticipo rispetto al previsto è questo in Italia è un indizio di ciò che potrebbe avere intenzione di fare a breve Stellantis.

Giochi aziendali questi, con la nuova Astra che Stellantis ha deciso di spostare nello stabilimento di Russelsheim in Germania.

Furgoni Stellantis, da Atessa a Gliwice? Ecco il punto della situazione

“Ora produrremo automobili con un’ampia gamma di applicazioni. I veicoli commerciali per le consegne sono un segmento molto stabile e in crescita del mercato automobilistico in Europa. È importante sottolineare che un impianto di tale qualità tecnologica esisterà per molto tempo. Quindi creeremo posti di lavoro per almeno 20 anni”, così è stata commentata la notizia del passaggio dalle Opel Astra ai furgoni da parte dei rappresentanti aziendali di Gliwice.

In Polonia danno per scontato che da 2.000 addetti si passerà a 2.500 ad inizio anno.

E pare che la produzione a regime e di serie di questi furgoni, prevista ad aprile 2022 potrebbe anticipare.

In Slesia si produrranno 4 nuovi furgoni, nello specifico Opel Movano, Peugeot Boxer, Citroen Jumper e Fiat Ducato, tutti mezzi commerciali Stellantis. Si prevede nel 2022 che da Gliwice usciranno fuori qualcosa come circa 50.000 furgoni. Questo per l’avvio, perché dal 2023 la produzione salirà a 100.000 all’anno, segno che si tratta di un segmento in espansione.

Ciò che tira dentro l’Italia è il fatto che alla Sevel di Atessa si costruiscono i Fiat Ducato. Concorrenza quindi, e qualcosa non torna ai sindacati italiani.

Per la solita storia della carenza dei semiconduttori, ad Atessa si rinvia il ritorno all’attività. E c’è chi sospetta che si voglia spostare la produzione dei furgoni in Polonia.

I sindacati italiani tra scioperi e paure sulla Sevel

La delocalizzazione della produzione di veicoli commerciali leggeri Stellantis dall’Italia alla Polonia, questo temono i sindacati.

E proprio i rappresentanti dei lavoratori hanno chiamato all’intervento il governo e hanno chiesto chiarimenti a Stellantis.

Se non otterranno risposte, in settimana si passerà alla stesura della programmazione della mobilitazione per il tramite delle RSA.

La delocalizzazione non è stata prevista, non c’è nulla di ufficiale, per il momento. Le paure nascono però, più che da semplici voci, da autentici indizi.

Come mai a Gliwice si accelera il processo di apertura del nuovo stabilimento dedito alla produzione di furgoni, mentre ad Atessa si pensa più a chiudere? La paura che la Sevel di Atessa perda importanza rispetto alla Polonia è evidente.

Parti di furgoni in viaggio verso la Polonia, alla Sevel si sente puzza di bruciato

I sindacati hanno già messo in luce il fatto che dalla nostra penisola partono oggi diverse fiancate del Fiat Ducato alla volta della Polonia e di Gliwice in particolare.

“Il furgone attualmente prodotto alla Sevel ha già 17 anni di vita e subisce restyling volta per volta. Ora ci chiediamo dove verrà realizzato il nuovo furgone che avrà un pianale diverso e comporterà la modifica di tutti gli impianti. A Gliwice hanno la Zona economica speciale e le aziende beneficiano di agevolazioni fiscali. Sta nascendo un polo come il nostro, con la grande azienda che fa i veicoli e l’indotto intorno che produce componenti“, questo hanno fatto sapere i sindacati.

Il fatto che la tassazione in Italia è più alta che in Polonia, dove tra l’altro adesso si parla pure di incentivi e agevolazioni con la Zes, la dice lunga sulla bontà del senso di non adeguatezza in quanto a concorrenza tra i siti italiani e quelli polacchi.

Alla Sevel sono tante le circostanze che preoccupano

Tornano alle orecchie le parole di Tavares. Il CEO di Stellantis in visita a Torino a gennaio, lo disse a chiare lettere che in Italia i costi erano eccessivi e che bisognava avviare un processo di contenimento.

E lo disse anche durante la presentazione dei risultati di esercizio dei primi 6 mesi dell’anno, che coincidono con i primi sei mesi di vita di Stellantis.

“Non si può mantenere lo status quo in Italia” così si è espresso l’Amministratore delegato portoghese di Stellantis.

Indizio anche questo che spingeva considerare sleale la concorrenza con la Polonia.

“Varie circostanze preoccupano i sindacati e come al solito quando si parla di FCA i timori restano tali a lungo perché si fa una gran fatica a convincere il governo ad aprire tavoli con la proprietà” questi i motivi di malcontento alla Sevel secondo la Fiom.

Differenze evidenti tra cosa accade in Polonia e cosa accade in Italia

E il sindacato ritiene quanto meno strano lo stop alla produzione alla Sevel se è vero che le fiancate partono alla volta di Gliwice e che nello stesso stabilimento polacco si parla di investimenti, aumento dell’occupazione e celerità nell’avvio dei processi di produzione dei furgoni.

“Ad Atessa è stato deciso uno stop alla produzione, motivato da un problema di approvvigionamento di componenti. Ci sono però una serie di circostanze che fanno riflettere chi segue da vicino la questione. L’avvio della produzione di veicoli identici nello stabilimento polacco di Gliwice, inizialmente previsto per aprile 2022, è stato anticipato di due mesi, quindi vedrà il via già a febbraio. L’impressione è che, al netto dell’oggettiva difficoltà nelle forniture, si stia iniziando a tirare il freno. Almeno a giudicare dai numeri, non c’è da stare troppo sereni: oggi da Atessa vengono fuori circa 300 mila furgoni all’anno; alle imprese fornitrici, ha fatto notare la Fiom, non è stato chiesto un aumento di componenti sebbene una parte di esse viaggi verso la Polonia. Applicando la semplice matematica, all’orizzonte pare poterci essere un taglio, ma naturalmente, in assenza di dichiarazioni ufficiali di Stellantis, bisogna restare nell’ambito delle ipotesi da maneggiare con cautela“, questo ciò che si legge sul Fatto Quotidiano che sarebbe anche il pensiero generalizzato dei sindacati.

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