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Stellantis Mirafiori verso l’elettrico, 390 uscite e 130 assunzioni

Anche a Mirafiori il momento è particolare per quanto riguarda Stellantis, e tra contratti di espansione, incentivi all’esodo e assunzioni di nuova forza lavoro, si guarda all’elettrificazione

stellantis

In questi giorni in più stabilimenti ex FCA e adesso Stellantis, c’è aria di mobilitazione. Sindacati che minacciano scioperi, notizie di tagli di produzione già paventati, fabbriche che non riaprono dopo la pausa estiva.

Nel calderone delle cose che minacciano i lavoratori del colosso dell’Automotive nato dopo la fusione di PSA con FCA, c’è davvero di tutto. L’unica certezza dal punto di vista produttivo è che Stellantis, come tutti i competitor del settore Automotive, sta andando verso la completa elettrificazione.

In pratica si organizza il passaggio dai motori a combustione, da quelli a benzina e gasolio, a quelli elettrici. Prima gli ibridi, poi solo elettrici, questo il piano di Stellantis. Ed occorre mettere mano agli stabilimenti, a partire dalla tecnologia e dalla struttura della produzione. Ma c’è anche da mettere mano alla forza lavoro, alla dotazione organica degli stabilimenti.

Ed è questo l’aspetto che maggiormente interessa i lavoratori degli stabilimenti con i loro rappresentanti sindacali. La paura di tagli occupazionali, di riduzione di personale è dietro l’angolo. Un esempio può essere Mirafiori. Ecco cosa accade nello storico stabilimento ex Fiat ed FCA in Piemonte e cosa si prospetta per il futuro.

Mirafiori, Stellantis vuole accompagnare fuori 390 lavoratori

Lo si legge a chiare lettere sul Corriere della Sera, ciò che Stellantis sta preparando per Mirafiori, dietro la giustificazione della transizione elettrica.

“Uscite incentivate e assunzioni agli Enti centrali di Mirafiori per proseguire la svolta elettrica, così titola un articolo del Corriere della Sera. In effetti Stellantis ha già proposto al governo e ai rappresentanti sindacali dei lavoratori, di dare applicazione al contratto di espansione.

Parliamo di una misura che ad oggi consente alle aziende sopra i 100 dipendenti, di programmare una sorta di turnover lavorativo, accompagnando alla pensione i lavoratori più anziani e sostituendoli, anche se in numero inferiore, con nuova forza lavoro.

Una misura previdenziale che il governo reputa perfetta anche per assecondare le voglie di riforma delle pensioni che in questi mesi sono da più parti evidenti. Fatto sta che grazie a questo strumento, con il quale le aziende anticipano il pensionamento dei lavoratori che si trovano a 5 anni di distanza da pensione anticipata o pensione di vecchiaia (quindi a 62 anni di età o con 37 anni e 10 mesi di lavoro alle spalle), Stellantis vuole avviare il processo di ringiovanimento dell’organico.

Contratto di espansione Stellantis, come si può utilizzare?

Siamo di fronte ad una misura di incentivazione all’esodo dei lavoratori. Stellantis dovrebbe erogare ai 390 lavoratori di Mirafiori da pensionare in anticipo, una indennità pari alla pensione maturata per 5 anni. Per l’Azienda si potranno sfruttare i due anni di Naspi spettanti a ciascun lavoratore, che andranno a coprire i primi mesi o anni di indennità che Stellantis erogherebbe ai lavoratori.

L’azienda però deve raggiungere una intesa con i sindacati e con il governo, perché i pensionamenti dei vecchi dipendenti devono essere contrapposti a processi di nuove assunzioni. Come dicevamo però, non necessariamente uno vale uno, nel senso che non va sostituito ogni singolo dipendente pensionato in anticipo con un  neo assunto.

Per questo si parla, per Mirafiori, di 130 nuovi assunti. In pratica Stellantis con questa operazione, passerebbe ad assumere un nuovo lavoratore ogni 3 pensionati in anticipo con il contratto di espansione.

Il ricambio generazionale a Mirafiori

Il principio cardine del contratto di espansione è l’innovazione. In pratica, le aziende che vogliono modificare e migliorare la loro attività guardando alle nuove tecnologie, possono licenziare anticipatamente i vecchi lavoratori, oggettivamente più in difficoltà con le innovazioni, dotandosi di nuovi addetti più performanti da questo punto di vista.

Mobilità elettrica e ricambio generazionale, sono questi i fattori che determinano l’ingresso di Stellantis nel perimetro dei contratti di espansione. È evidente il cambio di rotta dell’azienda a livello di produzione, perché una cosa è costruire auto elettriche ed una cosa è costruire auto a benzina e gasolio.

Per dare una svolta alla sfida elettrica, per quanto riguarda gli Enti Centrali, Stellantis chiede quindi a governo e parti sociali di applicare il contratto di espansione per accompagnare alla pensione circa 390 persone e assumerne 130.

A casa, a riposo ed in pensione vecchi tecnici quindi, con i neo assunti che saranno tutti periti e tecnici. E così che il CEO Carlos Tavares e i vertici aziendali mirano a raggiungere i loro obbiettivi che sull’elettrico sono alquanto ambiziosi. SI punta per il 2025 a coprire tutta la gamma dei veicoli di Stellantis con modelli  plug-in hybrid e full electric.

C’è anche lo spaccato della formazione degli addetti da tenere in considerazione

Se i nuovi assunti saranno tutti altamente qualificati e obbiettivamente, pronti alle innovazioni, Stellantis a Mirafiori pensa anche a nuovi percorsi formativi per la forza lavoro già in azione.

Lo abbiamo già detto, per vincere la sfida elettrica, occorre cambiare modalità di produzione e adeguarsi ai nuovi standard produttivi votati alle nuove tecnologie. E sul Corriere si evince che Stellantis ha in mente di avviare la formazione di 6500 lavoratori, in maniera tale da “consentire l’adeguamento e lo sviluppo delle competenze del personale alla luce dei programmi che Stellantis ha per il futuro”.

Tornando ai pensionamenti, la procedura riguarderà 390 addetti che si trovano come detto, con almeno 20 anni di contributi alle spalle e a due anni dalla pensione. Due anni soltanto mentre il contratto di espansione del governo Draghi ne prevede 5. Se si estendesse a tutti quelli che si trovano a 5 anni di distanza dalla pensione, l’ipotesi di pre pensionamento, le uscite sarebbero inevitabilmente molte di più di 390.

Stellantis chiede una mano al governo

Le richieste di Stellantis al governo Draghi non si fermano certo all’apertura della procedura di esodo per il tramite del contratto di espansione. Infatti anche per il progetto formativo dei dipendenti, Stellantis chiede una mano al governo.

Per la formazione dei 6500 dipendenti, Stellantis chiede al governo di avere accesso alla cassa integrazione per un numero massimo di addetti pari a 4810. Una cassa integrazione con riduzione di stipendio pari al 20%.

Queste nuove richieste da parte dell’azienda non centrano con i precedenti accordi trovati con i sindacati qualche settimana fa. Infatti i contratti di espansione si affiancherebbero agli incentivi all’esodo che Stellantis ha già messo a punto con il parere favorevole dei sindacati, non solo a Mirafiori e Grugliasco, ma anche a Melfi.

Quegli accordi erano per far uscire operai con lo scivolo verso la pensione, con un premio in danaro a chi accettava. Tutti accordi, sia i vecchi che i nuovi, che i più attenti considerano un vero e proprio progetto di riduzione della forza organica degli stabilimenti.

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