La Maserati Khamsin è stata la prima vettura di serie disegnata da Bertone, per mano di Marcello Gandini. Il suo fascino è senza tempo. La produzione andò avanti dal 1973 al 1982, presso gli stabilimenti modenesi del marchio, ma il debutto avvenne nel 1972, al Salone dell’Auto di Torino. Qui fece la sua comparsa come prototipo, suscitando forte interesse.
Questa vettura puntava ad entrare nel cuore della clientela più tradizionalista, che non aveva digerito bene il passaggio al motore posteriore centrale, avvenuto con la Bora e la Merak. La Khamsin era una vettura dalle dimensioni generose e dalle linee filanti, che dissimulavano la presenza dei due posti dietro.
Il suo progetto prese forma con la supervisione dell’ingegnere Giulio Alfieri. Fu l’ultima auto del “tridente” a giovarsi di tale privilegio. In totale il modello prese forma in circa 430 esemplari, nel periodo a cavallo fra le Ghibli e la Biturbo. Non erano i volumi produttivi ipotizzati dal management, ma la difficile congiuntura del momento e la crisi petrolifera tarparono le ali ai sogni di gloria.
Maserati Khamsin: una GT di pregio
La spinta della Maserati Khamsin faceva capo a un motore V8 da 4.9 litri che, nello step iniziale, erogava una potenza massima di 320 cavalli a 5500 giri al minuto. Nel 1979, però, questa cifra scese a 280 cavalli, per soddisfare i limiti statunitensi sulle emissioni, molto restrittivi. Si ridusse anche la punta velocistica, passata dai 275 km/h iniziali ai 250 km/h della serie conclusiva. Per il resto non si segnala nessuna modifica di vero rilievo su questa coupé nell’arco del suo ciclo produttivo.
Buone le dinamiche stradali del modello. Alla verve prestazionale (testimoniata dall’accelerazione da 0 a 100 km/h in 7.3 secondi) si abbinava un comportamento stradale molto appagante, che ne faceva una granturismo incisiva. Una parte del merito era da attribuire all’ottimale distribuzione dei pesi, resa possibile dal motore anteriore, disposto in posizione arretrata. Al resto ci pensavano lo schema transaxle e la bontà dell’assetto. Gratificante il cambio manuale ZF a 5 marce.
Unica e inconfondibile, la Maserati Khamsin perse molto del suo fascino nella versione USA, costretta ad indossare un abito meno elegante per soddisfare le normative di sicurezza di quel bacino di sbocco. L’auto, dotata di scocca portante in acciaio e di sospensioni a ruote indipendenti, era stata progettata con molta cura. Avrebbe meritato un successo più grande, ma sbocciò in un periodo storico infelice.
Scheda tecnica e video
La nascita della Maserati Khamsin avvenne sotto l’egida Citroen. Fu l’ultima vettura del “tridente” a prendere forma sotto il cappello del “double chevron”. Il nome di battesimo dell’auto è quello di uno dei venti caratteristici del deserto del Sahara. Da segnalare la presenza sul modello del servosterzo idraulico ad azione progressiva, frutto dell’esperienza della casa francese che ne sancì la nascita. Molto lussuoso l’abitacolo di questa granturismo, copiosamente rivestito di raffinati pellami. La dotazione standard comprendeva l’aria condizionata, i vetri oscurati ed anche il volante regolabile.
Scheda tecnica | Khamsin |
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Codice modello | Tipo AM120 |
Tipologia di carrozzeria | Coupé 2 porte, 2+2 |
Design | Gandini (Bertone) |
Anni di produzione | 1974 – 1982 |
L’epoca Maserati | Citroën |
Numeri prodotti | 430 |
Telaio | Monoscocca autoportante con sottotelaio posteriore |
Peso a secco | 1.635 kg |
Configurazione motore | 90° V8, doppio albero a camme in testa |
Cilindrata | 4.930 cc |
Regime di potenza massima | 320 CV @ 5.500 giri/min |
Velocità massima | 270km/h |
Fonte | Maserati