A partire dal 2035, l’Unione Europea intende vendere soltanto auto elettriche e a idrogeno, vietando invece le vendite di nuove vetture con motori a benzina e diesel. Questo significa che anche le ibride plug-in saranno escluse.
Le case automobilistiche hanno già ipotizzato che, a partire da quella data, dovranno cambiare modello di business. Molte però non sono d’accordo con questa cosa e hanno chiesto più volte di posticipare il blocco di qualche anno.
Punti di ricarica: ecco cosa rivela l’ultimo report di ACEA
Ciò è dovuto principalmente ai costi ancora elevati delle auto elettriche e soprattutto dell’infrastruttura necessaria per poter assicurare una buona diffusione, alla pari delle stazioni di rifornimento di benzina e diesel. Queste distano meno di 100 km l’una dall’altra, quindi capite bene che bisogna intensificare gli sforzi.
Un recente report ha rivelato che solo tre paesi europei rappresentano il 70% dei punti di ricarica disponibili nel vecchio continente. Stiamo parlando di Francia, Germania e Paesi Bassi. Un nuovo rapporto realizzato dall’ACEA (European Automobile Manufacturers’ Association), l’associazione che raggruppa i produttori europei e ne difende gli interessi, ha messo in evidenza l’enorme carenza di queste strutture nei paesi d’Europa.
Il rapporto mostra i paesi più e meno sviluppati per numero di stazioni di ricarica. Da ciò emerge che 10 dei 27 Stati membri dell’Unione Europea non hanno nemmeno una colonnina di ricarica ogni 100 km sulle strade principali, che si tratti di autostrada, regionale, superstrada ecc.
La tabella presente in fondo all’articolo dimostra che 18 Stati europei hanno meno di cinque punti di ricarica ogni 100 km e solo quattro hanno più di 12 ogni 100 km, con la grande eccezione della Polonia che ha un solo punto di ricarica ogni 250 km di distanza.
Posizione | Paese | % punti di ricarica ogni 100 km | Caricatori standard/rapidi |
1 | Paesi Bassi | 47,5% | 64.236 / 2429 |
2 | Lussemburgo | 34,5% | 1051 / 10 |
3 | Germania | 19,4% | 37.213 / 7325 |
4 | Portogallo | 14,9% | 1976 / 494 |
5 | Austria | 6,1% | 6734 / 1347 |
6 | Belgio | 5,5% | 8006 / 475 |
7 | Italia | 5,1% | 11.842 / 1231 |
8 | Svezia | 5% | 8804 / 1566 |
9 | Danimarca | 4,4% | 2699 / 555 |
10 | Francia | 4,1% | 42.000 / 3751 |
11 | Malta | 3,4% | 96 / 0 |
12 | Finlandia | 3,3% | 3244 / 484 |
13 | Croazia | 2,3% | 486 / 187 |
14 | Slovacchia | 2% | 656 / 268 |
15 | Slovenia | 1,6% | 481 / 129 |
16 | Spagna | 1,1% | 5279 / 2128 |
17 | Irlanda | 1% | 736 / 254 |
18 | Repubblica Ceca | 0,9% | 590 / 610 |
19 | Bulgaria | 0,8% | 118 / 76 |
20 | Estonia | 0,7% | 223 / 176 |
21 | Ungheria | 0,6% | 1008 / 283 |
22 | Cipro | 0,5% | 46 / 24 |
23 | Lettonia | 0,5% | 56 / 235 |
24 | Romania | 0,5% | 317 / 176 |
25 | Polonia | 0,4% | 1039 / 652 |
26 | Grecia | 0,2% | 253 / 22 |
27 | Lituania | 0,2% | 74 / 100 |