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Sevel Atessa: da 18 a 15 turni e 900 lavoratori in meno

Una crisi che si accentua sempre di più per la Sevel di Atessa.

Sevel Atessa

La crisi dei semiconduttori di provenienza asiatica è più seria del previsto. Lo dimostrano le notizie che arrivano dall’Abruzzo e dalla Sevel di Atessa.

In Val di Sangro, in provincia di Chieti infatti, sorge lo stabilimento dove si producono i furgoni commerciali come il Fiat Ducato.

Un settore che hai era stato in crisi come adesso. Anche sui veicoli commerciali dunque, si abbatte la scure della carenza dei semiconduttori.

Ed alla Società Europea Veicoli Leggeri di Atessa se ne stanno accirgendo, con un taglio di addetti in servizio e con i turni ridotto come perfino il “Corriere della Sera” ha scritto in un suo pezzo.

Stellantis, anche alla Sevel è crisi nera per i microchip

Il fatto che oggi per la Sevel si parla di riduzioni di turni e operai, mette ancora più in luce l’annosa questione dei semiconduttori.

Dopo la mancata riapertura prevista dopo l’estate,  in Val di Sangro come a Melfi (nell’ex stabilimento FCA di località San Nicola a Melfi), adesso quest’altra cattiva notizia.

Alla base di tutto, i microchip. E la carenza di semiconduttori dall’Asia (alla Sevel è saltata una fornitura dalla Malesia), è alla base di tutto questo.

La difficoltà di approvvigionamento dei semiconduttori colpisce duramente Stellantis, e non solo sulla produzione di auto ma anche suo furgoni.

Cosa sta accadendo adesso alla Sevel di Atessa

Allo stabilimento Sevel di Atessa, in provincia di Chieti, dove, come detto, si producono veicoli commerciali leggeri, presto si taglieranno tre turni.

Da 18 turni si scenderà a 15. Il grosso problema è che tutto ciò produce esuberi di personale, e già si parla di 900 lavoratori in eccedenza.

La cosa atipica di tutta la situazione sta nel fatto che in esubero sono i lavoratori delle Agenzie di Somministrazione (interinali) e quelli distaccati da altri stabilimenti.

Per i primi, i somministrati, che sono 300, il contratto non sarà più rinnovato. Per i distaccati (i restanti 600) in trasferta alla Sevel, il ritorno agli stabilimenti di origine provocherà la loro immediata messa in cassa integrazione.

La riduzione dei turni alla Sevel di Atessa

Rimane alta la problematica legata alla carenza dei semiconduttori, necessari quindi anche sui furgoni come sulle auto.

Alla Sevel di Atessa, meno microchip significano meno furgoni prodotti.

E meno veicoli si producono, meno lavorano gli operai. E così si è arrivati alla nuova comunicazione dei vertici della Sevel, che tratta di una riorganizzazione dei turni.

Dal 27 settembre dagli attuali 18 turni di produzione si passerà, come detto, ai 15.

Si ridurranno invece da 20 a 18 i turni per la manutenzione.

La reazione dei sindacati non poteva essere che negativa sulla Sevel di Atessa

Dura la reazione dei sindacati, a cui Stellantis aveva dato rassicurazioni sulla tutela dei livelli occupazionali.

E proprio dalla Sevel di Atessa che da tempo i sindacati chiedevano all’azienda (già quando era solo FCA, prima della fusione con PSA), la stabilizzazione dei precari.

Perché gli interinali a tutti gli effetti sono dei precari. E adesso 300 di loro in pratica hanno perduto il lavoro, senza paracaduti.

Dura per esempio la presa di posizione di Ferdinando Uliano della Fim Cisl.

Il rappresentante dei metalmeccanici della Cisl non ha usato mezzi te mini per contestare ciò che sta accadendo adesso in Val di Sangro.

“La decisione aziendale ci vede contrari e la consideriamo gravissima”, così ha iniziato una specie di reprimenda il sindacalista della Cisl.

“Si decide di intervenire pesantemente su lavoratori che prestano la loro attività da molto tempo in Sevel, scaricando su di loro una difficoltà che dipende dall’approvvigionamento dei semiconduttori”, così l’accusa di Uliano.

Ma la Sevel di Atessa è solo la punta dell’iceberg che affonda

Ciò che sta per verificarsi alla Sevel è lapalissiano su quella che è la situazione globale in Italia. Perché oltre alla Sevel, l’aria cattiva si respira nel già citato stabilimento ex FCA di Melfi, e poi a Pomigliano d’Arco, a Termoli e a Cassino.

“La situazione sta precipitando. Nei giorni scorsi abbiamo sollecitato la convocazione del tavolo Stellantis al Mise, crediamo che la situazione del gruppo debba essere presa in carico dal presidente del consiglio”, questo una specie di appello di Uliano al governo Draghi.

E poi un celato avvertimento con annessa minaccia di sciopero ai vertici aziendali.

“Nel frattempo insieme con le altre organizzazioni stiamo decidendo le iniziative da mettere in campo”, così Uliano tra le righe ha sottolineato l’unità delle sigle sindacali ed ha parlato di iniziative da mettere in campo, per non dire mobilitazione e scioperi.

Dalla Fismic Confsal si chiede di ricordarsi dei somministrati

Tutte le associazioni sindacali in rappresentanza dei lavoratori della Sevel sono in stato di agitazione.

La Fismic Confsal, con il suo Segretario generale, Roberto Di Maulo, chiede di avere un occhio di riguardo per gli interinali. Non prima di mettere in luce la delusione per la strada intrapresa da Stellantis per lo stabilimento in Val di Sangro.

“Esprimiamo grande rammarico perché i lavoratori con contratto di somministrazione hanno bene operato con spirito di sacrificio in questi anni e sapere che saranno avviati a un percorso di precarizzazione ci riempie di angoscia e tristezza”, queste le parole di sconforto pronunciate da Segretario, Roberto Di Maulo.

“Chiediamo al più presto l’intervento del governo, chiediamo che il ministro Giorgetti convochi al più presto le parti sociali per un incontro in merito”, così anche Di Maulo replica la proposta di apertura di un tavolo con governo e vertici aziendali.

“Ribadiamo inoltre che è possibile prevedere di utilizzare i somministrati in un prossimo futuro quando la fornitura di componenti elettroniche sarà stabile e la produzione di furgoni tornerà a pieno regime. Chiediamo che si costituisca una corsia preferenziale che li richiami al lavoro non appena sarà superato il problema”, questo il suggerimento/auspicio di Di Maulo a tutela dei lavoratori somministrati.

Sulla Sevel di Atessa la minaccia polacca

In pratica i sindacati da tempo avvertivano il potenziale pericolo occupazionale per i somministrati della Sevel di Atessa.

Problema che si sta materializzando di colpo. Ma è su tutta la Sevel che si respira un’aria cattiva. All’orizzonte sembra che sopraggiungerà la concorrenza di una fabbrica polacca, quella di Gliwice.

Si tratta di una fabbrica Opel, quindi adesso di Stellantis (Opel è uno dei marchi di punta di PSA, con Peugeot e Citroen).

Solo che dalle Opel Astra, cioè dalle auto, la fabbrica passerà a produrre furgoni. Una riconversione in piena regola per la fabbrica polacca.

Ed anche se si dice che verranno prodotti di Fiat, solo i Ducato a passo lungo, adatti al mercato dell’Est Europa, c’è chi vede nella delocalizzazione dalla Sevel più di una ipotesi.

L’anticipo di due mesi sull’avvio delle produzioni riconvertite ai furgoni a Gliwice e le favorevoli regole di tassazione con incentivi importanti alle aziende, che la Polonia ha varato, sono alla base dell’allarme.

Che Stellantis stia piano piano tagliando in Val di Sangro per andare a produrre furgoni in Polonia?

Questo il dubbio netto dei sindacati che stanno verificando le azioni da avviare, sempre che la loro richiesta di incontro non venga finalmente assecondata con un segnale forte da parte del governo.

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