Una splendida Lancia Stratos in livrea Alitalia è stata una delle grandi protagoniste del Raid dell’Etna 2021, che si è chiuso oggi. L’esemplare, in condizioni impeccabili, ha saputo attrarre gli occhi degli appassionati come una calamita. Presente ai nastri di partenza anche una magnifica Ferrari Dino 246 GTS, con cui l’auto da corsa torinese condivide il motore.
Il parterre dell’evento isolano è stato molto ricco, confermando una tradizione che non delude mai. Anche quest’anno gli equipaggi hanno affrontato un itinerario di oltre 1000 chilometri, alla scoperta delle residenze nobiliari più esclusive e dei volti meno noti della Sicilia. Il tutto condito da 60 prove cronometrate, che hanno scritto la classifica finale della prova di regolarità.
Dopo l’arrivo a Palermo, avvenuto nella giornata di domenica 26 settembre, le vetture iscritte si sono mosse alla volta di Bagheria e delle sue storiche ville. Poi l’immancabile tappa alle tribune di Cerda, per una breve sfida a cronometro su un tratto di strada della mitica Targa Florio. Il cammino è proseguito in direzione di Pergusa e di Siracusa, con visita dell’isola di Ortigia. Molto apprezzata dai partecipanti anche la tappa a Punta Secca, con aperitivo in casa del Commissario Montalbano. Dopo è toccato all’Etna e Catania accogliere i protagonisti del Raid dell’Etna 2021.
La Lancia Stratos Alitalia è sempre stata in perfetta forma lungo il tragitto. Numerosissimi gli scatti ad essa tributata. In esclusiva per Clubalfa.it, ecco alcune foto dello spettacolare modello intervenuto all’evento nell’isola, che troverete raccolte in coda al post. Giusto a questo punto spendere due parole sull’auto da corsa torinese, che ha segnato un’epoca. A lei va il merito di aver scritto alcune delle pagine più memorabili dell’antologia del motorsport.
La storia in sintesi della Lancia Stratos
La Lancia Stratos è un’opera d’arte, dalla linea avveniristica, spinta dal 6 cilindri della Dino 246, che suona come un violino, accordato con grande maestria dagli uomini del “cavallino rampante”. Anche la trasmissione porta la firma della casa di Maranello. Le armonie musicali e la forza vulcanica erano assicurate. Anche il pacchetto emotivo e la spinta risultavano di altissimo livello. Non meno incisive le doti dinamiche del modello, che sapeva destreggiarsi con grande agilità sui sentieri agonistici. Difficile pretendere di più.
Il telaio monoscocca centrale in lega leggera, opportunamente rinforzato, garantiva una robustezza esemplare. Sul comportamento non c’è nulla da aggiungere, vista la forza espressiva dei risultati: nel 1974 e nei due anni successivi la Stratos vinse il titolo costruttori del Campionato del Mondo Rally. In più, nel 1977, Sandro Munari si aggiudicò con lo stesso modello il titolo piloti. Suggestivo il design, frutto del genio creativo di Marcello Gandini per Bertone. A lui va il merito delle linee a cuneo, uniche e inconfondibili di questa vettura. Stiamo parlando di una specie di astronave, quasi un’auto venuta dallo spazio.
Come abbiamo riferito in un precedente articolo, l’abitacolo era una cellula di sicurezza in acciaio, cui erano saldati due telai a tubi quadri di acciaio, a supporto del gruppo propulsivo e delle sospensioni. Fra le sue caratteristiche architettoniche, il passo corto e le carreggiate larghe, per un comportamento agile e maneggevole. A smorzarne le danze provvedevano dei freni a disco, opportunamente tarati per la missione prestazionale.
La potenza del motore, nella versione da gara, come la Lancia Stratos in livrea Alitalia di cui ci stiamo occupando, ballava in un range da 280 a 320 cavalli, in base al periodo di impiego nell’universo agonistico. Impossibile non farsi coinvolgere emotivamente al cospetto di una creatura di così forte carattere espressivo. Le numerose testimonianze di affetto e di ammirazione raccolte tra il pubblico e i protagonisti del Raid dell’Etna 2021 non fanno altro che confermarlo, ma non era necessario. A voi le nostre immagini. Spero vi piacciano. Buona visione.