Periodaccio per gli automobilisti: dopo la fine degli incentivi per le elettriche e i rialzi del metano, ecco che il prezzo della benzina vola verso 1,7 euro il litro. Infatti, il costo del
Brent è pericolosamente schizzato sopra i 79 dollari. Perché? Analisti in difficoltà a capirlo, ma parte che ci sia una richiesta extra da parte dell’Oriente, che fa lievitare i listini.
Sentiamo le medie dei prezzi. I gestori li comunicano all’Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico per 15.000 impianti: benzina self service a 1,689 euro/litro, diesel a 1,541 euro/litro. Attenzione, ecco il servito: benzina a 1,806 euro/litro e diesel a 1,677 euro/litro.
E i gas? GPL servito a 0,73 euro/litro, metano servito a 1,069 euro/kg. Parliamo di medie, perché in certe zone il metano si inerpica verso vette alte il doppio.
Solito batticuore sulle autostrade per via del trasporto: benzina self service 1,783 euro/litro (servito 1,959), gasolio self service 1,654 euro/litro (servito 1,893), Gpl 0,833 euro/litro, metano 1,144 euro/kg.
Tradotto in soldoni, ecco la denuncia di Assoutenti: l’andamento dei listini dei carburanti rappresenta oramai una emergenza, con benzina e gasolio che costano oggi oltre il 21% in più rispetto allo scorso anno. Questo equivale a un aggravio di spesa di 357 euro annui a famiglia per la benzina, +328 euro per il gasolio. Una stangata per la categoria degli automobilisti pari a complessivi 8,5 miliardi di euro.
Prezzo della benzina: accise e IVA, che legnata
Chi non ci perde per nulla è lo Stato. Questi i valori comprensivi di accisa: benzina a 1.219,96 euro per mille litri, diesel a 1.111,29 euro per mille litri. Più IVA al 22%: pertanto, più alto il prezzo non ivato, più forte il guadagno per l’erario. Sono all’incirca due terzi di pieno che entrano nelle casse del fisco. E la politica non ha la minima intenzione di alleggerire il terribile peso delle tasse su benzina e diesel: una fonte inesauribile da gestire.
Tutto questo va collegato al mercato delle auto a benzina e diesel che va male? No. Gli incentivi sono preziosi: con la crisi dei chip, non ci sono consegne e immatricolazioni. Ma solo ordini virtuali. Resta una certezza: quei bonus sono utilissimi per macchine molto richieste dagli italiani, alle prese col costo della vita che si impenna ogni giorno di più.