A ben guardare i piani di rilancio proposti (al momento sotto forma di dichiarazioni, comunque plausibili) da Jean-Philippe Imparato, CEO di Alfa Romeo, il 2021 dovrebbe essere l’ultima annata di magra per il Biscione. Si guarda infatti al futuro con fiducia e con volontà di rilancio non indifferenti, ma nel frattempo quest’anno ormai giunto alle ultime battute fornisce riscontri piuttosto deludenti (a tratti anche allarmanti) per ciò che riguarda crisi e vendite in casa Alfa Romeo.
La recente indagine diffusa dalla FIM CISL ha puntato i riflettori sulle performance messe in pratica dagli stabilimenti italiani di Stellantis dove crisi dei chip e vendite ad andamento ridotto complicano le cose con difficoltà da sostenere di certo non indifferenti. È nota ormai la condizione non particolarmente felice legata allo stabilimento di Cassino dove effettivamente vengono prodotte le uniche Alfa Romeo oggi a listino: Giulia e Stelvio. Con la conclusione delle attività produttive legate alla Giulietta, lo stabilimento viaggia su volumi ridottissimi che si spera possano essere rilanciati con l’arrivo del nuovo Maserati Grecale visto che comunque novità a marchio Alfa Romeo per il Cassino Plant non sono state effettivamente previste finora. L’Alfa Romeo Tonale sarà difatti realizzata a Pomigliano d’Arco e l’atteso restyling di Giulia e Stelvio non è chiaro se arriverà mai.
Numeri in forte calo per Alfa Romeo rispetto al pre pandemia
Il dato prodotto dalla FIM CISL sui numeri di Alfa Romeo dice che i primi nove mesi del 2021 hanno realizzato un calo produttivo del 12,8% rispetto a quanto fatto registrare durante i primi nove mesi del 2020. Un dato che effettivamente fa riflettere perché con le contingenze legate alla Pandemia che ha caratterizzato il 2020 ci si aspettava un dato che avrebbe dovuto essere in risalita: il Cassino Plant lo scorso anno è stato anche fermo per più di 2 mesi.
Il calo produttivo va comunque interpretato con la fine delle attività produttive legate all’Alfa Romeo Giulietta durante il mese di dicembre dello scorso anno. Nello specifico a Cassino, nei primi nove mesi del 2021, Alfa Romeo ha prodotto 32.544 vetture delle quali 11.281 Giulia e 21.173 Stelvio. Ancora più impressionante appare il riferimento rispetto allo stesso periodo del 2019 quando il Cassino Plant realizzava 41.461 Alfa Romeo: il calo è addirittura del 21,5%.
A Cassino bisogna quindi fare i conti con una capacità produttiva ridotta all’osso con valori che non vanno oltre il 15% di quanto effettivamente realizzabile. Di conseguenza ne risente anche il comparto legato ai lavoratori che oggi, nel giro di un anno e mezzo, sono passati da 4.300 unità a poco meno di 3.300 con continui esuberi destinati alla cassa integrazione.
Dal punto di vista delle giornate lavorative, come sottolinea Ferdinando Uliano segretario nazionale di FIM CISL, “la situazione è veramente pesante, nell’ultimo trimestre su circa 50 giorni potenziali di lavoro (65 lavorativi meno circa 15 giorni di ferie), solo il Polo Torinese e Maserati Modena non hanno subito fermate. Per gli altri stabilimenti si riducono i turni e le giornate lavorative utilizzando la cassa integrazione: Cassino -38%, Pomigliano -70%, Melfi -54%”. Difatti a Cassino l’ultimo terzo trimestre 2021 si è lavorato per 31 giorni con una variazione del 38%.
Lo stabilimento di Cassino riflette quindi una condizione particolarmente preoccupante per Alfa Romeo. Nell’attesa del rilancio, la speranza rimane quella che il 2021 possa essere l’ultimo anno fortemente complicato per un Biscione che necessita di cure ad ampio spettro.