La storia ci restituisce spesso e volentieri caratterizzazioni uniche, spesso dimenticate, anche per ciò che riguarda il mondo dell’auto. Se circa un mese fa avevamo discusso qui di una Alfa Romeo Giulia Spider Prototipo di cui poco si sa, ma che tanto nasconde, oggi è il caso di ragionare anche su un’altra vettura del Biscione appartenente ancora una volta all’iconica Collezione Lopresto di Corrado Lopresto: l’Alfa Romeo Giulietta Spider Bertone.
Si può infatti far risalire proprio all’Alfa Romeo Giulietta Spider Bertone una parte della genesi ufficiale di quella che poi divenne l’iconica Alfa Romeo Giulietta Spider, presentata in pre-serie al Salone di Parigi del 1955 su trattazione stilistica di Pininfarina.
La genesi dell’Alfa Romeo Giulietta Spider prescinde fortemente dalla Giulietta Spider Bertone. L’importante successo commerciale ottenuto da Alfa Romeo con la Giulietta Sprint spinse l’importatore del Biscione negli Stati Uniti, la Hoffman Motor Car Inc. di New York di Max Hoffmann, a proporre una versione privata del tetto: il mercato d’Oltreoceano rispondeva infatti piuttosto bene in merito alle sportive “cabrio”.
Nel 1954 Hoffman si recò a Milano per prendere parte ad un incontro al quale avrebbero partecipato i vertici dell’Alfa Romeo, utile anche ad acquistare un corposo lotto di Giulietta Sprint Coupé carrozzate da Bertone e da rivendere negli USA. Durante la cena presso il Ristorante Savini, Hoffman propose al Biscione un ordine di almeno 600 Giulietta seguito da un’ulteriore richiesta relativa a 2.000 esemplari: l’unica condizione prevedeva però che Alfa Romeo avrebbe dovuto impegnarsi nella realizzazione di una versione scoperta a due posti.
La dirigenza di Alfa Romeo, presente alla cena, rimase sconvolta visto che realizzare una variante Spider della Giulietta esulava da ogni eventuale previsione del Biscione. Le resistenze erano relative al fatto che in America, a quel tempo, le spider più apprezzate erano inglesi o tedesche. Dire no alla proposta di Hoffman, coadiuvata da una importante richiesta in termini numerici, apparve però presto come una decisione da mettere al bando.
La Giulietta Spider Bertone in due soli esemplari realizzati
Pare che Alfa Romeo non volle attendere più di tanto. Il mattino seguente alla cena, Federico Acquarone e Rudolf Hruska contattarono le carrozzerie torinesi Bertone e Pininfarina avviando di fatto lo sviluppo di quella che sarebbe stata la nuova Giulietta Spider introducendo quindi una sana competizione fra le due carrozzerie rivali. Hruska affidò ad entrambi due autotelai, utili per ipotizzare il design complessivo della futura Alfa Romeo Giulietta Spider.
L’atelier di Nuccio Bertone diede vita a due prototipi, differenti in alcuni piccoli particolari, realizzati da Franco Scaglione mentre Pininfarina affidò lo sviluppo stilistico a Franco Martinengo. Le realizzazioni di casa Bertone vennero verniciate in rosso, numero di telaio 149500002 del 1955, e in vernice bicolore bianco e oro con numero di telaio 149500004 del 1956. Quest’ultima è proprio la Giulietta Spider Bertone appartenente oggi alla Collezione Lopresto.
La proposta denominata come Giulietta Spider Bertone, oggi della Collezione Lopresto, presentava un design moderno e a tratti anche avveniristico per l’epoca. La Spider derivava, nelle linee, dall’Alfa Romeo 2000 Sportiva ovvero un concept del 1954 realizzato sempre da Bertone su proposta stilistica di Franco Scaglione. La Giulietta Spider Bertone possedeva un frontale particolarmente profilato dotato di fari carenati e pinne posteriori che inglobavano i fanali. La numero di telaio 002 differiva per una diversa impostazione dei fanali posteriori e per uno scudetto più pronunciato che derivava da una altrettanto diversa impostazione stilistica del cofano motore.
La Giulietta Spider Bertone venne scartata da Hoffman che vedendo i due prototipi decise di puntare sulle linee più classiche proposte da Pininfarina, ma acquistò uno dei due esemplari proposti da Bertone mentre l’altro rimase in Alfa Romeo per poi essere rivenduta successivamente ad un acquirente in Svizzera.
La Giulietta Spider Bertone oggi appartenente alla Collezione Lopresto fu quella effettivamente acquistata da Max Hoffmann: “i design erano molto moderni per l’epoca, molto futuristici. Probabilmente troppo futuristici. Venne ipotizzato che l’auto non avrebbe avuto successo commerciale ed era anche troppo costosa da produrre”, ha ammesso Duccio Lopresto a Classic Driver. Probabilmente però la scelta di dare man forte a Pininfarina derivò anche dal fatto che Bertone produceva già l’Alfa Romeo Giulietta Sprint e probabilmente non avrebbe potuto ragionare agevolmente su una nuova linea di montaggio.
Ritrovata da Lopresto negli Anni Novanta
La Giulietta Spider Bertone venne ritrovata negli Anni Novanta da Corrado Lopresto che aveva già sentito parlare di questa rara Alfa Romeo a disposizione della collezione privata di un imprenditore. Tuttavia la Spider in oggetto non risultava più completamente fedele all’originale. L’elegante verniciatura bicolore aveva lasciato il posto ad una più canonica vernice rossa, così come anche gli interni in crema e rosso (in comune su entrambe le varianti di Giulietta Spider proposte da Bertone) erano stati rivisti.
Impressionante il costo di acquisto: “mio padre l’ha comprata per niente, tipo qualche migliaio di lire”, ha aggiunto Duccio Lopresto a Classic Driver, ma la Spider si trovava in condizioni decisamente lontane dall’originale. A questo punto Lopresto cominciò un lungo percorso di ricerca a cominciare dalla vernice che venne ripristinata secondo le sue tonalità originali: allo stesso modo anche gli interni diedero presto segnali di un passato differente dal presente in quel momento a disposizione. In generale la Giulietta Spider Bertone si presentava in buone condizioni visto che l’80% della carrozzeria non è stato toccato dal restauro.
La vettura venne riportata al suo antico splendore durante i primi Anni Duemila quando Corrado Lopresto non era ancora fortemente conosciuto come oggi: si comprende bene che un “nuovo arrivato” nell’ambiente capace di riscoprire una vettura fondamentale nella storia dell’Alfa Romeo aveva sicuramente cambiato le carte in tavola del comparto collezionistico in qualche modo scioccando la concorrenza. D’altronde fino ad allora, di questa vettura si conosceva poco o nulla.