MoVimento 5 Stelle scatenato: ha messo in atto il tentativo di bloccare, su tutto il territorio nazionale, auto e autobus più vecchi. Obiettivo quindi: il divieto di circolazione veicoli fino a Euro 3 nel 2023.
Con quale legge? Questo non ha grande importanza. Adesso, i grillini ci hanno provato con un emendamento al decreto Infrastrutture, in discussione nelle commissioni Ambiente e Trasporti della Camera. Ma in futuro può ancora accadere con mille emendamenti a numerosi decreti, come accaduto in passato. Magari con emendamenti che proprio niente hanno a che fare con il decreto.
Semplice il target: vietare le Euro 1 (1,9 milioni di esemplari) a decorrere dal 30 giugno 2022. Più le Euro 2 (2,8 milioni) dal 1° gennaio 2023. E le Euro 3 (4,3 milioni) dal 2024. Piccolo problema: chi non soldi per comprare un’auto nuova, che fa? Come si muove? Con quali mezzi pubblici arriva preciso e puntuale? Si pensa poi che non tutti hanno il fisico e la mente per usare monopattini elettrici e bici, specie d’inverno?
Divieto di divieto di circolazione nel 2023 per un’auto su 4
Nel mirino, un blocco totale di 9,1 milioni di macchine su 38,8 milioni. Paralizzato un italiano su 4. La questione non è se il provvedimento sia giusto sotto il profilo ambientale: è piuttosto come garantire la mobilità alternativa. Che non esiste in Italia oggi.
Cosa ne pensa la Commissione Trasporti? Vuole la riformulazione dell’emendamento. Sì, bisogna bloccare i bus vecchi, ma lasciare vivere in santa pace gli italiani. Quelli che, se hanno auto vecchie, è perché le nuove non possono comprarle.
Ma la partita resta aperta. Occorre capire bene questo emendamento del M5S che fine farà. In un’epoca così delicata, con un autunno bollente per le aziende, lo spettro della disoccupazione, il costo della vita che si impenna, pensare di bloccare un’auto su 4 non pare un’idea brillantissima. Non siamo in California.
Il problema è complesso e articolato. Da una parte, la Commissione UE spinge affinché termini la produzione di termiche per il 2035. Dall’altra, i consumatori non paiono in grado di comprare vetture costose. C’è il rischio di cortocircuito.